Nella giornata di ieri, al Facebook Connect, è stato presentato ufficialmente l’Oculus Quest 2, visore VR All in One che permette non solo di poter essere usato accoppiato con un PC, ma anche di poter essere usato per conto proprio, e assieme a esso sono stati annunciati da parte di Ubisoft i titoli in VR per Splinter Cell e Assassin’s Creed, e da parte di EA Medal of Honor: Above and Beyond.
Ubisoft e EA sono certamente due big dell’industria, e sembrano essere particolarmente entusiasti di testare la VR con le proprie IP più famose. Ma c’è un publisher che della VR sembra essere assolutamente indifferente.
Come svelato in un’intervista con Protocol, Strauss Zelnick, CEO di Take Two, ha ammesso di avere un approccio cauto riguardo alla realtà virtuale e di stare attento a non venire catturato dall’hype.
“C’è stato tutto questo hype per anni riguardo alla VR, e non sono mai stato attratto da esso. Fortunatamente, come risultato, siamo felici di non aver buttato soldi su di esso.”
Lo stesso concetto lo ha affermato dei servizi di cloud gaming, come Stadia, per il quale sospetta che non sarà trasformativo.
Pare quasi inaspettato che il capo di uno dei più grandi publisher di videogiochi al mondo sia così estremamente dubbioso riguardo a ciò che molti reputano come una componente importante del futuro videoludico, ma d’altro canto sotto la sua direzione Take-Two ha pubblicato un numero elevato di titoli di successo, solo nel primo trimestre del 2020 ha citato Borderlands 3, NBA 2K20, Civilization 6, la serie WWE, GTA5, Red Dead Redemption 2, e The Outer World come i principali contribuenti del trimestre, portando al publisher un guadagno record di 831.3 milioni di dollari.