Per l’autorità olandese, le loot box sono gioco d’azzardo… più o meno

L’autorità olandese per il gioco d’azzardo (Kansspelautoriteit) ha rilasciato un report a proposito della recente controversia sulle loot box dei videogame, e ne ha rilasciato una conclusione: per la legge olandese, sono da considerarsi gioco d’azzardo.

Tuttavia, dei dieci giochi analizzati, solo quattro di essi sono risultati positivi a questa definizione, e tra essi due sono stati valutati dal PEGI come adatti dai 18 anni in su, e uno per 3 anni in su, per sottolineare come gli elementi d’azzardo siano disponibili per i più piccoli.

I titoli ritenuti colpevoli FIFA 18, Rocket League, Playerunknow’s Battlegrounds e DotA 2. Le rispettive software house hanno 8 settimane di tempo per adattarsi e rivedere il loro sistema di loot box, altrimenti dovranno pagare multe al governo olandese, oppure i giochi rei potrebbero anche venire bannati.

Quale sarebbe la discriminante che accomuna questi titoli rispetto agli altri che l’hanno fatta franca (tra cui Overwatch e Battlefront 2 – quest’ultimo la causa scatenante)?
Il fatto che i quattro titoli sopracitati diano la possibilità di rivendere gli oggetti acquisiti con un altro tipo di valuta utilizzabile altrove, cosa che per la legge olandese è proibita senza una licenza apposta.

Ci sarebbe un’altra motivazione, ed è puramente psicologica, ovvero che all’atto dell’apertura delle casse il gioco faccia partire suoni e luci particolari, che richiamano quelle delle slot machine, stimoli che vengono considerati come una delle cause che porta al comportamento compulsivo. Ma non è causa sufficiente per intraprendere azioni legali, in quanto questo elemento è presente in tutti i dieci titoli esaminati.

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