A seguito di un esordio non proprio brillante su PC e PS4 con Toukiden Kiwami, Omega Force e Koei Tecmo ci riprovano con un sequel nella speranza di riuscire nell’impresa fallita in precedenza, ovvero conquistare gli amanti dei giochi alla Monster Hunter su Steam. Per fortuna stavolta si è deciso di modificare la formula ed esulare dalla semplice mimesi della serie Capcom proponendo un titolo fortemente incentrato sulla storia e i personaggi, oltre che strutturato come open world. Vediamo se tutto ciò sarà davvero servito ad elevare Toukiden 2 allo status di serio contendente al trono di miglior hunting game su PC.

Una delle novità più rilevanti, accennata poc’anzi, risiede nel focus (anche piuttosto imperante) sulla trama, elemento essenzialmente ignorato dal predecessore. In Toukiden 2 la caccia agli Oni, i demoni ispirati dalla mitologia giapponese, non è un semplice sport. Ci viene descritto un mondo pericoloso e contaminato dal miasma infernale che opprime gli abitanti e distrugge le città, ove solo pochi prescelti hanno la forza di ribellarsi. Costoro sono i cacciatori, gli ultimi difensori dell’umanità in una situazione ormai disperata. Ne faremo parte anche noi subito dopo aver creato l’avatar del protagonista: il nostro compito sarà quello di debellare la minaccia Oni una volta per tutte. Qualcosa va però storto appena alla prima missione e ci ritroveremo catapultati nel futuro a 10 anni di distanza in una terra sconosciuta. Da lì prende le mosse la vera storia di Toukiden 2, costellata di avvenimenti interessanti e persino di alcuni colpi di scena alquanto sorprendenti. Non aspettatevi niente di eccezionale, sia chiaro, d’altronde stiamo pur sempre parlando di un gioco basato sulla caccia di mostri, tuttavia non possiamo nascondere di aver apprezzato l’intreccio e i personaggi che ne facevano parte. Degna anche la longevità, che si attesta sulle 12-13 ore.

Andando al gameplay l’entusiasmo cala leggermente. Perché? In breve c’è odore di musou, come nella stragrande maggioranza dei titoli sviluppati da Omega Force. Grazie al cielo qui l’impianto si fa più simile alle controparti MMO ed action GDR puri, nonostante la varietà e soprattutto la legnosità delle manovre somigli un bel po’ ai vari giochi della serie Warriors. Ma andiamo per ordine. Strutturalmente siamo davanti a un open world suddiviso in zone interconnesse da corridoi più o meno ampi nei quali sono disseminati nemici, oggetti e missioni. Pur essendo molto estesa, la mappa non permette un’esplorazione nel vero senso del termine poiché tutto dev’essere svolto in funzione della main quest e solo al completamento della stessa l’utente avrà la possibilità di girovagare a piacimento visitando ogni zona. Inoltre le ambientazioni sono spesso brulle, prive di dettagli e troppo statiche per sembrare realmente vive. Si salva solo il villaggio di Mahoroba, l’HUB, che grazie alla buona caratterizzazione scenica e alla presenza di diversi NPC spicca notevolmente sul resto.

L’aspetto open world, dunque, è carente. Passiamo ora al combat system. In Toukiden 2, allo stesso modo del predecessore, si fronteggiano in prevalenza mostri dalle dimensioni titaniche. Gli scontri si svolgono alla maniera classica, cioè nelle arene circoscritte al cui interno un team da 4 unità (giocatore compreso) se la vede con uno o più demoni dotati di una barra della salute e di un damage output esagerati come vuole la tradizione degli hunting game. Fin qui niente di anormale. Il problema sorge quando passano le ore e ci si accorge dell’estrema semplicità delle meccaniche di combattimento. Attacco leggero, pesante e speciale, uniti a quattro buff dati dagli spiriti guardiani Miitama sbloccabili progredendo nell’avventura. Nessuna combo multitasto, nessuna mossa sinergica, nessuna skill coinvolta. Il solito button mashing dei musou travestito da action GDR. L’unico twist viene rappresentato dalla mano robotica in dotazione ai personaggi alleati che consente di spostarsi a mezz’aria agganciando (e all’occorrenza mutilando) i colossi avversari a mo’ di dispositivo per lo spostamento tridimensionale di Attack on Titan. Rimane, appunto, giusto la soddisfazione di tagliuzzare i nemici e di impedirgli talvolta i movimenti ma il ritmo si fa soporifero già dopo qualche missione.

Quantomeno quelle principali prevedono dialoghi e boss fight esclusive. Le secondarie sono delle banali fetch quest da MMORPG destinate all’ottenimento di materiali utili al crafting di armature e armi, queste ultime divise in una decina di sottoclassi con moveset differenti eppure praticamente tutte poco esaltanti, se non addirittura noiose. Il feedback di potenza è percepibile, qualità e velocità delle animazioni lasciano invece a desiderare. Noi abbiamo usato la frusta, forse l’arma meno legnosa a disposizione, e ve la consigliamo vivamente anche per la portata incredibile rispetto agli altri pezzi dell’arsenale, eccetto arco e fucile. Per il resto, come detto in precedenza, la sensazione è di trovarsi dentro all’ennesimo musou di Omega Force. C’è chi li gradisce, c’è chi li disprezza. Noi rientriamo nella seconda categoria, avendone dovuti giocare una miriade, e credeteci se vi diciamo che il peso degli anni, in tale sottogenere, si fa sentire eccome. Forse lo avvertirete in dosi minori nel multiplayer cooperativo online a quattro giocatori, indubbiamente il miglior motivo per acquistare Toukiden 2 se avete un team di amici a portata di mouse (non l’unico, vista l’ottima intelligenza artificiale dei compagni controllati dal CPU). Alcune scelte, però, ad esempio l’esclusione delle missioni della campagna dal multigiocatore e la chat vocale impossibile da silenziare, appaiono davvero arcaiche.

Vetusto in egual misura il comparto tecnico definibile senza mezzi termini come old gen, a partire dalla qualità bassissima di texture, modelli, illuminazione e ombre. Gli oggetti mancano di corpo, profondità, i colori paiono spenti e l’immagine sfocata. Strano, vista la vivacità delle tinte e la buona nitidezza della versione PlayStation 4. Fortunatamente adesso il framerate può essere lockato a 30 e a 60 e si mantiene stabile. Gradita la presenza di opzioni relative agli effetti particellari, ai riflessi e ai fasci di luce per consentire la scalabilità su macchine meno potenti. Tuttavia, non bisogna dimenticarlo, si tratta pur sempre di un porting di Tecmo Koei. Manca, infatti, il supporto a mouse & tastiera, dunque se non avete un controller vi conviene lasciar perdere. Assente anche qualsiasi opzione relativa all’audio (mediocre se escludiamo i doppiaggi), all’interfaccia e allo schermo, rendendo peraltro impossibile tornare a Windows con il tasto apposito o effettuare l’Alt + Tab/F4 in caso di necessità. Non proprio un porting degno di lode, insomma.

Toukiden 2 rattoppa il disastro dell’originale ma non riesce a svincolarsi dai canonici problemi che affliggono le produzioni Omega Force da tempo immemore. Le idee interessanti ci sono tutte, bisognava soltanto sfruttarle meglio uscendo dagli schemi usati e abusati dei musou, ad oggi il genere meno creativo in assoluto. La longevità e la mole di contenuti lo rendono ad ogni modo un titolo valido per gli amanti dei giochi alla Monster Hunter, con il surplus di una storia piacevole e di un comparto multiplayer cooperativo sufficientemente appagante. Comunque non abbastanza da meritare i 60€ richiesti, se consideriamo l’assenza di feature PC basilari e il comparto tecnico old gen per giunta inferiore a quanto visto su PS4. Ci auguriamo che il probabile terzo capitolo punti decisamente più in alto di così.

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