Subnautica – Recensione

Di survival, negli ultimi anni, ne abbiamo visti parecchi. Da quelli più focalizzati sul crafting, come Rust o Minecraft, a quelli basati sull’infrastruttura multiplayer, come Ark e Dayz, oppure agli story based con ambientazione ispirata come Alien Isolation. Questi titoli hanno qualcosa in comune, oltre all’essere stati generalmente apprezzati da pubblico e critica, qualcosa che manca quasi del tutto nel survival di cui parleremo oggi, ovvero la terraferma. Subnautica, infatti, è un esplorativo che fa dello scenario subacqueo il suo cavallo di battaglia prendendo esempio dal riuscitissimo Endless Ocean. A differenza di quest’ultimo, però, in Subnautica viene meno l’aspetto collezionistico e ci si concentra con maggior enfasi sulla progressione in chiave, giustamente, survival.

Sviluppato dai talentuosi ragazzi di Unknown World Entertainment, conosciuti per l’ottima serie Natural Selection, Subnautica ci mette a disposizione un intero oceano dalle dimensioni mastodontiche e pieno zeppo di segreti. Il gioco inizia con il protagonista costretto all’atterraggio di fortuna su un pianeta prevalentemente marino a causa di un guasto alla sua nave spaziale, che com’è ovvio necessiterà di riparazioni prima di tornare funzionale e riportarlo a casa. Così veniamo invitati fin da subito a lanciarci nelle profondità blu e ad esplorare in cerca di materiali utili a mettere insieme utensili e quant’altro possa servirci a sopravvivere.

Il mondo al di sotto della superficie è affascinante, curioso, vario e a tratti inquietante. Man mano che scenderemo più in profondità fioccheranno nuove, misteriose, specie di piante e animali marini, da approcciare con cautela specialmente nelle fasi iniziali durante cui saremo sprovvisti dell’attrezzatura necessaria a garantire sufficiente sicurezza e libertà di movimento. In nostro aiuto accorre il crafting, eseguibile dalla capsula di emergenza al cui interno troviamo anche una stazione medica, una radio e un baule portaoggetti. Creare ciò che ci serve è semplice e veloce: basta cliccare sull’icona desiderata nel comodo menu a tendina, attendere il processo di sintetizzazione, equipaggiare l’utensile in uno tra i 5 slot rapidi e usarlo.

Non altrettanto rapida è, invece, la fase di recupero risorse primarie, in particolar modo durante le prime ore di gioco, da noi trascorse a scendere e risalire di continuo a causa delle striminzite riserve di ossigeno, cibo e acqua potabile di partenza e dell’impossibilità di illuminare a dovere le zone più al largo nelle ore notturne. Si parte arrancando, forse più che in ogni altro survival a giocatore singolo, e il farming iniziale potrebbe senz’altro rappresentare un muro invalicabile per gli utenti non avvezzi al genere o semplicemente meno pazienti. Tuttavia, una volta ingranata la marcia, Subnautica riesce a restituire un senso di -e scusate il gioco di parole- profonda immersione e coinvolgimento alquanto raro nel genere survival. Sarà per l’estrema bellezza del suo mondo sottomarino che invoglia costantemente all’esplorazione, sarà perché ci si sente davvero degli highlander e si prende a cuore la missione del protagonista; sta di fatto che il titolo sa coinvolgere alla grande.

Ad aumentare/diminuire il livello di immedesimazione ci pensano le diverse modalità di gameplay selezionabili all’inizio della partita. In Freedom bisognerà tenere d’occhio soltanto salute e ossigeno, con la morte che comporterà la perdita di tutti gli oggetti nell’inventario; in Survival entrano in gioco le barre di fame e sete, al cui esaurimento si estinguerà la salute; in Hardcore ci sarà solo una vita a disposizione, mentre in Creative saremo liberi di esplorare e costruire senza alcun limite. È chiaro che l’esperienza completa si ottiene selezionando Survival, giacché doversi procacciare acqua e viveri aggiunge un velo di profondità in più alle esplorazioni sottomarine, rappresentato dal combattimento. Ovviamente si tratta di un sistema parecchio semplicistico, d’altronde le armi sono giusto un paio e non sfruttano meccaniche particolarmente approfondite. Il fatto di poter affrontare enormi mostri abissali, però, è comunque cosa gradita; allo stesso modo la possibilità di cucinare i pesci catturati.

Realizzato in Unity, Subnautica non eccelle in quanto a resa di texture e modelli ma risulta in ogni caso molto piacevole all’occhio grazie a una direzione artistica discretamente ispirata, forte di ambientazioni caratteristiche e colori sgargianti. La cura riposta nei dettagli è notevole e dimostra una grande passione da parte degli sviluppatori verso il mondo subacqueo, probabilmente vissuto anche in prima persona. Oltre a questo il gioco gira fluidamente con opzioni grafiche maxate (120 fps in media su una GTX 1080) e non presenta particolari bug o glitch di sorta. Senz’altro un lavoro certosino da parte del team reduce da un lungo periodo di Early Access, finito fortunatamente con un certo successo a differenza di tanti altri colleghi di genere.

Subnautica spicca tra i survival game grazie a un’ambientazione pressoché inedita, vale a dire un mondo subacqueo alieno, e curata nel migliore dei modi. Nonostante sia meccanicamente semplicissimo e potenzialmente tedioso nelle fasi di raccolta delle risorse, il titolo premia la pazienza e l’attenzione di chi ne vorrà scandagliare ogni meandro e conferisce un senso di immersione letterale e figurativa che mancava dai tempi di Endless Ocean.

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