Metal Gear Solid V: Ground Zeroes – Recensione

Reset: Quando un Indie ha tutti i requisiti per diventare un titolo AAA 1
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Ormai noto a tutti con il nomignolo di “demo a pagamento”, Metal Gear Solid V: Ground Zeroes ha fatto infine la sua apparizione anche su PC, portando con sé evidenti miglioramenti sul piano grafico rispetto alla controparte console. Ma, grafica a parte, vale la pena dare una possibilità a un gioco famoso più per la sua durata misera e non perché fa parte di una saga storica importante?

Io sono Snake

Proponendosi come prologo, ma sarebbe meglio dire antipasto, al più ambizioso “The Phantom Pain”, in Ground Zeroes il protagonista Snake dovrà affrontare una e una sola missione principale, che farà da sfondo agli avvenimenti introduttivi per il prossimo capitolo. Sulla carta tale missione sarà semplice, ovvero infiltrarsi in una base militare nemica, localizzare i prigionieri da portare in salvo, e quindi fuggire con essi, con l’aiuto della notte e di una incessante pioggia che renderà Snake ancora meno visibile agli occhi del nemico.
Ed è proprio qui che si intuiscono le potenzialità del titolo: la base è abbastanza grande, pullula di guardie di pattuglia e di sentinelle, e sarà possibile fin da subito esplorarla in tutta la sua interezza, aprendo le porte a una moltitudine di approcci differenti tra loro. Scegliere il percorso da fare uccidendo tutte le guardie, oppure studiarne attentamente ogni loro mossa per eluderle o per stordirle sono solo alcune semplici opzioni che potrete pensare di attuare. Per cui, la libertà d’azione di certo non manca.

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Ma quanto mi duri?

Quanto dura quindi questa singola missione? Dai 60 ai 120 minuti se giocata la prima volta. Per cui sì, il nomignolo “demo a pagamento” non è stato affibbiato a caso. Eppure, al di là della singola missione importante dal punto di vista narrativo, il gioco presenta extra sbloccabili finendo almeno una volta il gioco, come nuove difficoltà e diverse missioni secondarie da fare nella stessa base ma durante il giorno, ognuna dalla durata stimata di 20-30 minuti ciascuna, portando la longevità del titolo a circa 5 ore. Se poi siete dei completisti o cacciatori degli onnipresenti achievement (focalizzati sulla raccolta di collezionabili e di ottenere il massimo punteggio sulle singole missioni) il titolo può raggiungere e addirittura superare anche la soglia delle 10 ore.

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Stealth o non stealth?

In termini di gameplay Ground Zeroes si difende bene, proponendo uno stealth game dalle meccaniche collaudate, ma sempre sopra le righe, tipiche di questa storica saga. I nemici potranno essere abbattuti, uccisi, addormentati con dardi soporiferi, distratti lanciando oggetti per fare rumore o interrogati per strappargli preziose informazioni o consigli generali su dove si trovano luoghi d’interesse come munizioni o esplosivi, e la loro IA è molto buona: nel caso dovessero scorgere il giocatore reagiranno alla sua presenza andando a vedere cosa sta succedendo, chiamare rinforzi o, se rimane ben nascosto, tornarsene al loro posto (stranamente senza fare commenti sul vento o sui ratti…), ma il loro problema è che hanno la memoria volutamente corta, e infatti quando si sveglieranno dopo essere stati abbattuti con un calcio sulle gengive, spesso torneranno alle loro routine come se niente fosse successo. Può comunque capitare che qualcuno mandi in allerta l’intera base una volta risvegliatosi, e in questo caso i soldati saranno più vigili e molto più attenti a eventuali anomalie causate dal protagonista.

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Anche se passare inosservati non è semplicissimo, tuttavia quando il giocatore verrà preso in castagna da qualcuno, il gioco mette sul piatto un discutibile sistema per aiutare a correggere lo sbaglio: in tali casi verrà fatto partire una sorta di rallenty che darà tutto il tempo necessario ad estrarre l’arma, con Snake che automaticamente la punterà addosso verso il malcapitato e starà al giocatore premere il grilletto per stenderlo. Forse un po’ troppo semplice, soprattutto per chi già gioca con il connubio mouse e tastiera e non ha problemi a mirare con una certa sveltezza.
Un’altra incertezza sono i checkpoint, che si attivano non tanto quando il giocatore fa progressi nella missione, ma solo quando entrerà in certe zone. A causa di ciò, nel caso di una nostra dipartita, il checkpoint ripristinato perderà qualunque stato di allerta che inavvertitamente abbiamo fatto scattare. D’altro canto, ripristinare un checkpoint comporta una perdita di punti nella valutazione finale.

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Quant’è bella questa volpe!

Tecnicamente parlando, il titolo si difende davvero bene, proponendo un ottimo comparto grafico grazie alla nuova versione del Fox Engine appositamente fatto per la versione PC. Le impostazioni modificabili dall’utente sono diverse, e comprendono valori come riflessi, ombre, luci, SSAO e via discorrendo, e con tutti i dettagli molto alti tutto l’ambiente risulta essere molto ricco e dettagliato, soprattutto dal punto di vista delle luci e dei riflessi, nonché dell’effetto bagnato sulle varie superfici a causa della pioggia. Fortunatamente anche a dettagli massimi il gioco gira fluidamente senza mostrare incertezze, merito dell’ottima ottimizzazione a cui il motore per la versione PC è stato sottoposto.

Pro

  • La mappa permette svariati approcci diversi alle missioni;

  • IA dei nemici molto buona;

  • Ottimizzato molto bene.

Contro

  • Checkpoint forse un po’ troppo permissivi;

  • La longevità dipende molto da quanto ci tenete ai punteggi delle missioni;

  • Si tratta pur sempre di un prologo di un gioco che uscirà non a breve.

Commento Finale

8

Metal Gear Solid V: Ground Zeroes è dunque un’ottima anteprima a ciò che sarà il suo fratello maggiore, in uscita probabilmente nel 2016. Il gioco in sé è un buonissimo stealth game con una ottima libertà d’approccio inficiato solo dalla longevità, ma ripeterlo si sfonderebbe una porta già aperta.
Il costo di 20€ potrebbe scoraggiare molti dall’acquisto, e non a torto, tuttavia, se siete patiti delle avventure di Snake e non volete aspettare di provare con mano il titolo o se siete dei completisti, il titolo potrebbe riservarvi molte sorprese; viceversa, se siete tra coloro a cui importa solo fare la missione primaria senza poi avere intenzione di rifarla a difficoltà massima, il rischio che vi sentiate presi in giro da tale gioco per l’esborso fatto è piuttosto elevato.
Ma se le premesse di gameplay mostrate in questo brevissimo titolo dovessero essere mantenute in “The Phantom Pain”, quest’ultimo sarà senza ombra di dubbio un capolavoro annunciato.

 

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