Gli sviluppatori di Overgrowth, Wolfire Games, hanno intentato una causa antitrust contro Valve, affermando che sta abusando della propria posizione dominante nel mercato PC per sopprimere la concorrenza e al tempo stesso per prendersi una straordinariamente alta percentuale dei ricavi in quasi tutte le vendite che passano per il negozio.
L’onnipresenza di Steam nel mercato PC significa che i publisher e gli sviluppatori sono praticamente obbligati a vendere i propri prodotti sulla piattaforma di Valve se vogliono raggiungere il più alto numero di utenti possibile, e ciò significa essere obbligati a sottostare al contratto che si andrò inevitabilmente a firmare. Dunque non solo Steam trattiene il 30% del prezzo di vendita – percentuale che si abbassa fino al 20% a seconda di quanto il titolo ha guadagnato -, ma che impedisce ai soggetti di vendere a prezzi più bassi su altri store, in quanto Valve chiede che il prezzo su Steam non sia maggiore rispetto a quello di altri negozi dove i giochi sono venduti.
E questo per Wolfire è un problema sia per gli sviluppatori che per i giocatori, in quanto gli sviluppatori per sopperire alle ingenti trattenute di Steam sono costretti ad aumentare i prezzi, e questo si ripercuote sulle tasche dei consumatori. In sostanza, i prezzi dei giochi sono alti proprio a causa delle trattenute su Steam.
Wolfire sostiene che la posizione dominante di Steam sia dannosa anche per i concorrenti, i quali non riescono affatto a sorpassare il colosso di Valve nonostante gli ingenti capitali di cui dispongono. Giganti come Microsoft, Electronic Arts, Ubisoft, Epic Games, hanno tutti tentato di aprire un proprio store senza tuttavia avere molto successo. tant’è che Microsoft ed EA hanno deciso di vendere i propri giochi pure su Steam nonostante abbiano un proprio store personale.
Nel documento redatto che spiega la causa, Wolfire cita anche l’Epic Games Store un fallimento, perché al momento l’unico modo che Epic ha pensato per attirare utenti è stato quello di spendere centinaia di milioni di dollari per fare regali settimanali e per accaparrarsi esclusive temporali. Mentre i primi sono alquanto graditi, i secondi sono malvisti a tal punto da aver spinto diversi utenti a boicottare il negozio in toto. Il risultato comunque è stato alquanto deludente, con lo store che ha perso vagonate di soldi e la crescita in tutto questo tempo è stata irrisoria, spinta solamente da Fortnite.
Certamente il tema delle trattenute s’è fatto sentire sin da quando Epic Games ha aperto il suo negozio il quale chiede solamente il 12%. Il risultato è stato che Apple ha dimezzato le sue trattenute, dal 30% al 15%, Google su Android ha fatto lo stesso, e Microsoft per il suo Microsoft Store ha seguito le orme di Epic e chiede anch’esso il 12% per la versione PC dei giochi venduti lì sopra. Tutti gli altri, tra cui Steam, Sony, Nintendo, GOG, e molti altri negozi autorizzati, chiedono ancora il canonico 30%.
Da queseta causa Wolfire Games e i coimputati William Herbert e Daniel Escobar stanno cercando di ottenere il solito risarcimento dei danni causati dalla condotta di Valve, più i costi e i compensi legali. Potete leggere il documento legale su Scribd.