Il peso eccessivo dell’hype

L’uscita di No Man’s Sky ha messo a nudo un problema annoso del mondo videoludico odierno, ovvero il peso eccessivo dell’hype, dell’aspettativa creata da publisher, sviluppatori e/o utenti riguardo a prodotti il cui rilascio non è ancora avvenuto.
E’ già successo centinaia di volte, anche di recente con We Happy Few, per citarne uno, gioco di belle speranze che ha deluso molti fan all’atto pratico in early access su Steam rivelandosi un comunissimo survival zeppo di falle allo stesso modo del sopracitato e tanto chiacchierato titolo di punta di Hello Games, massacrato giustamente dalla critica.
Ma il punto non è la semplice qualità di un gioco, bensì il suo rispettare quanto paventato da annunci e trailer volutamente infarciti di bugie attraenti (a partire dall’aspetto grafico, tra gli altri) affinché gli utenti vengano spinti al preordine, un male assolutamente non necessario per il consumatore.

We Happy Few, un video gameplay dall'E3

Ricordate, ad esempio, il sontuoso trailer di Pokémon GO?

Riguardandolo adesso sembra quasi di avere a che fare con un titolo totalmente diverso, con feature ancora non implementate, senza uno straccio di gameplay reale ma tante fumose promesse non mantenute.
E’ proprio così che si crea l’hype, cercando in tutti i modi di stupire il pubblico attraverso trailer costruiti a regola d’arte in modo da coprire gli eventuali difetti e vantare pregi possibilmente inesistenti, nel mondo dei videogiochi come in quello del cinema.
Nel caso specifico di Pokémon GO, comunque, gli sviluppatori sono in qualche modo riusciti a cavarsela grazie alla natura free to play dell’app, aggiustando poi il tiro con rassicurazioni sugli aggiornamenti a breve e lungo raggio, tuttavia la bassissima qualità del prodotto allo stato attuale (testimoniata dalle migliaia di recensioni negative) ha smontato pezzo per pezzo l’eccitazione generale accumulata nei mesi precedenti all’uscita.

Nel caso di titoli venduti a prezzo pieno e preordinabili, invece, la situazione si presenta differente per ovvi motivi.
Innanzitutto chi preordina, nella maggior parte dei casi, ha già un’opinione estremamente positiva sul gioco in questione, si sente sicuro di aver speso bene il proprio denaro e non accetta alcuna critica in merito.
Allo stesso modo dei fanboy da console war, questo tipo di giocatore si lascia accecare dall’hype e non vede nient’altro che conferme alla sua opinione, superiore a chiunque osi mettere in discussione l’oggetto del desiderio.
Ecco apparire i difensori di No Man’s Sky, abbindolati dall’abile Murray e dalle proprie aspettative verso un titolo sostanzialmente noioso, ripetitivo e mal ottimizzato per cui hanno sganciato 60€ in anticipo.
Ammettiamolo: acquistare a scatola chiusa significa non essere sufficientemente svegli o informati, fidandosi di aziende votate al guadagno anche a scapito del consumatore il quale viene non di rado ingannato più o meno in maniera palese, ad esempio nel caso ormai ricorrente dei downgrade.

Preordinare e cedere all’hype senza effettuare le dovute ricerche, ovvero assicurandosi di aver letto recensioni/anteprime, provato e visto il gioco in azione porta ai disastri che tutti conosciamo, del calibro di Batman Arkham Knight (e anche No Man’s Sky) su PC.
Pensate sempre almeno dieci volte prima di garantire i vostri soldi ad un publisher premiandone il mero marketing, chiedete garanzie, prove concrete e non trailer in pompa magna riempiti come tacchini di promesse e prelibatezze solo virtuali, illusorie.
L’hype è un male per i videogiocatori: rendetevene conto ed iniziate ad esigere il meglio per quello che pagate a prezzo pieno.
Non sarà mai troppo tardi.

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