Se ci pensate, il piacere di sporcarsi nasce con l’uomo. L’attrazione che scorre tra bambini e fango, ad esempio, è di una potenza ineluttabile, più forte del richiamo di mamma e papà. Ho assistito, e forse ne sono stato protagonista anch’io, a tantissimi episodi di insozzamento per il puro piacere di insozzarsi: non è una possibilità (magari da evitare), né l’opportunità accessoria concessa dall’irresistibile gioco che si sta facendo con gli amici – è l’attività principale. Del tuo pomeriggio, del tuo cortile sotto casa, del tuo gruppetto di amici così nostalgicamente offline. Spintires coglie questo spirito e lo mette su un veicolo dalla pesantezza di un paracarro, un mezzo più che da guidare… da provare a portare da un punto A a un punto B senza incagliarsi nella fanghiglia, amica di tante battaglie ma in questo caso, ahimé, nemica acerrima. E, forse, questo spirito il titolo in analisi lo tradisce un po’, dopo averlo portato così brillantemente sotto gli occhi del giocatore. Beh perché, lo dicevo in apertura, sporcarsi è divertimento per il puro piacere di farlo. La mancanza di una finalità lineare c’è tutta, quindi amen, ma assente non giustificato è fondamentalmente il divertimento. E sì che non era facile venir meno su questa componente, almeno per il sottoscritto.
Dovete sapere che, al di là del fango, sono un grande appassionato di veicoli pesanti, Spintires ne offre in abbondanza, anzi potrebbero essere anche più pesanti, ma. Ma. Il bello dei veicoli pesanti è guidarli in mezzo alle ostilità dei terreni e nelle ristrettezze (di spazio, di tempo) che è facile immaginarsi, conseguentemente portare su schermo. Il nostro replica fin troppo egregiamente le difficoltà, ma toglie così facendo il piacere della guida, pur complicata, pur “poco stradale” nel senso comunemente inteso. Questo è un gioco off-road, signori, puro e dannatamente crudo. Con questo intendo che, ad esempio, dovreste scordarvi delle traversate magnifiche sulle strade praticamente vergini della costa, o le passeggiate romantiche col sole che tramonta (lui c’è, almeno) su dolci colline. Perché, ok, le ambientazioni ci sono e rappresentano bene o male tutte le tipologie che potranno venirvi in mente nel breve periodo, ma di traversate e passeggiate… nemmeno l’ombra. Passerete il 90% del tempo speso su Spintires ad uscire dal fango, che inevitabilmente vi bloccherà ogni due minuti, non importa con quanta attenzione sceglierete il vostro percorso o quale strada, in definitiva, sceglierete per raggiungere il vostro obiettivo. No way out. In questo non viene affatto incontro la mappa, oscurata nei punti non esplorati a mo’ di Age of Empires, per cui dovrete andare a naso. Sapete, ascoltare il suono del vento, scrutare il movimento degli uccelli… quella roba filo-indiana-d’America che non ho idea del perché dovrebbe essere inclusa in un titolo su degli enormi mostri di acciaio e, massì, amianto. Credo di essermi anche fatto un’idea sbagliato di cosa stessi per andare a provare, io che mi aspettavo una di quelle gite pericolosissime e ricche di suspense costruita a tavolino sulle Ande. In ogni caso, se questa è anche la vostra idea, beware, Spintires non è nulla di tutto ciò. Possiamo discutere di quanto sia divertente fare ciò che propone, se volete, ma la mia opinione immagino l’abbiate già capita. E, no, non c’è del divertimento in Spintires.
Il gioco non va oltre una buona realizzazione tecnica, poggiata su un engine leggerissimo per l’impatto grafico (ovviamente personalizzabile) che propone. Forte, questo, di una spettacolare deformazione del terreno, funzionale al progetto e direi imprescindibile con meccaniche ludiche del genere. Un po’ spoglie le location in cui di volta in volta vi ritroverete ma, ehi, guidate il vostro maledetto camion e fregatevene del paesaggio, quattro alberetti spogli qui e lì… e il mare, se siete fortunati. A corollario di queste meccaniche, fa piacere trovare una serie di caratteristiche ci si aspetterebbe di trovare a bordo di un truck fatto come Zio Sam comanda, come ad esempio ruote motrici attivabili o meno a proprio piacimento, cioè a seconda del fondo sul quale ci si appresta a viaggiare. A dirla tutta, specie quest’ultima opzione è più un fan service che altro, dal momento che è quasi da pazzi tenerla disattivata per tutto il viaggio (a meno che non si tema di finire il carburante prima del previsto). Contribuisce a non vanificare i propri sforzi di ricerca, una volta rimasti appiedati, la possibilità di prendere al volo un altro mezzo dal proprio garage senza dover ricominciare la propria partita. Peccato aver capito tardi come funzionasse questa feature – un bel tutorial, che non fosse quel wall of text appiccicato sullo schermo alla prima accensione, non sarebbe stato sgradito.
A tutti piace sporcarsi, fin da bambini dicevo in fase d’introduzione, ma a nessuno piace restare bloccati. Anzi, è una frustrazione. C’è già il traffico della vita stradale reale, perché pagare per rimettercisi dentro una volta tornati a casa?
Pro
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Camion enormi…
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…ma anche veicoli di dimensioni più contenute.
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Notevole l’impatto grafico e la resa anche su PC meno performanti
Contro
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Poco divertente
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Poche ambientazioni
- Pochissima varietà
Commento Finale
Spintires poteva essere molto meglio di quello che alla fine è. Un esempio di come, alla fine, non bastino uno o due componenti di ampio consenso, e poco esplorati, per portare a casa la videoludica pagnotta. Il pubblico è esigente e richiede esperienze complete, variegate, oltre che ben strutturate.