In una intervista con Finder, due dirigenti Ubisoft, Nicolas Pouard (vicepresidente del laboratorio di innovazioni strategiche) e Didier Genevois (direttore tecnico blockchain), hanno espresso il proprio parere riguardo alla recente implementazione degli NFT nei propri videogiochi e che cosa pensano dell’opinione estremamente negativa che i giocatori hanno nei riguardi di questa tecnologia.
Ubisoft ha di recente introdotto i controversi NFT in Ghost Recon: Breakpoint, i quali si scambiano usando la piattaforma Quartz. Al momento, il mercato lo ha decretato un grosso insuccesso, tant’è che a poche settimane dal suo lancio le compravendite totali ammontavano a due cifre. Ma stando ai suoi dirigenti, difficilmente si fermeranno a questo esperimento, in quanto, per Pouard, i giocatori ancora non hanno capito le vere potenzialità degli NFT (se è per questo, nemmeno gli stessi sviluppatori della Ubisoft).
Secondo Pouard, tutto ruota attorno al fatto che i giocatori hanno associato il nome degli NFT al distruggere il pianeta, a schemi Ponzi o strumenti di speculazione, e non riescono dunque a comprendere appieno i benefici che Ubisoft sta cercando di proporre al pubblico, ovvero uno strumento per poter vendere (o acquistare) beni digitali ottenuti videogiocando, in particolar modo quando un particolare gioco non lo si utilizza più e si vuole vendere tutti gli NFT guadagnati con esso, in modo da ammortizzarne il costo.
Tuttavia, i dirigenti si aspettavano un responso negativo, perché gli NFT sono una tecnologia nuova e difficile da comprendere, proprio per questo Ubisoft ha creato Quartz, uno strumento facile da utilizzare in modo da far capire le potenzialità degli NFT ai videogiocatori. E non si fermeranno dunque qui, ma continueranno a sperimentare e a rilasciare nuove funzionalità e nuovi servizi attorno a questa iniziativa. Sono confidenti che prima o poi i giocatori lo capiranno e cominceranno ad apprezzare il valore che essi portano con sé.
Ubisoft è la prima publisher a implementare gli NFT e la tecnologia dei blockchain nei videogame, ma non sarà di certo l’unica: presumibilmente in futuro seguiranno EA, Square Enix e YouTube. Ma non di certo gli sviluppatori di STALKER 2 o Josef Fares, in quanto quest’ultimo preferirebbe farsi sparare piuttosto che implementarli nei suoi videogame.
“potenzialità” per loro, per i giocatori è nella maggior parte dei casi un inutile perdita di soldi per non avere effettivamente niente in più rispetto al passato.