Il PEGI, l’ente europeo con lo scopo di indicare l’età consigliata dei videogiochi nonché mostrarne quali sono le sue caratteristiche più controverse (parolacce, uso di droghe, scene sessuali, ecc.), ha infine deciso di aggiungere un’indicazione per segnalare la presenza di eventuali acquisti in-game.
Gli acquisti in-game possono essere di qualunque natura, dai booster, a elementi pay-to-win, a semplici microtransazioni estetiche, fino all’acquisto di casse premio, ma anche di qualunque cosa che richieda l’uso di valuta reale per essere acquistata, indipendentemente dalla sua natura.
Naturalmente la segnalazione è per mettere in guardia eventuali genitori (o utenti ignari) che il gioco possiede meccanismi che in qualche modo permettono al proprio pargolo di poter accedere alla carta di credito – ma tanto, come già emerso da un sondaggio, la stragrande maggioranza dei genitori ignora totalmente le indicazioni del PEGI.
Probabilmente questa segnalazione è nata in vista dallo scandalo delle loot-box, e dalla presa di posizione di Belgio e Paesi Bassi che le hanno dichiarate illegali. Considerato però che sono anni che diversi giochi possiedono una qualche forma di acquisti in-game, meglio tardi che mai!