Okami HD – Recensione

Inizialmente rilasciato per PlayStation 2, quando la sua terza incarnazione era ancora sotto le lenti dei progettisti di Sony, Okami riuscì a fare breccia nel cuore di molti giocatori e a ritagliarsi la sua nicchia di appassionati, e in seguito uscì anche sulla Wii, sfruttando a dovere le potenzialità del Wiimote. Però, a distanza di più di dieci anni, sorprende che Capcom abbia deciso di rivisitare questo gioco e riproporlo in HD anche per l’utenza PC, con tutte le migliorie grafiche del caso, ma varrà la pena immergersi nei suoi mondi colorati in un gioco con così tanti anni sul groppone?
Sì, decisamente!

Laggiù nel lontano Oriente

La storia di Okami è un elemento abbastanza importante del gioco, tant’è che solo l’introduzione dura qualcosa come venti minuti o anche più, un tempo notevole, ma almeno permette di capire in maniera dettagliata il background narrativo e i vari personaggi.
Troviamo così la protagonista Amaterasu, dea del sole venuta sulla terra con le fattezze di un bellissimo lupo bianco, con l’intento di sconfiggere il cattivissimo Orochi, drago a otto teste, liberato dopo cent’anni di prigionia e che minaccia ancora Nippon, il mondo di gioco.
Naturalmente la trama è solo un pretesto per intraprendere un pericoloso viaggio che porterà Amaterasu a riprendere i suoi vecchi poteri ormai dimenticati, a fare la conoscenza con personaggi alquanto bizzarri e a combattere contro pericolosi demoni.
Okami HD dunque è un titolo in terza persona con tutti i crismi del genere, si esplora, si combatte, si affrontano puzzle e fasi platform, il tutto in un mondo di gioco che lo si potrebbe definire un open-world frammentato ad aree, non ci sono veri e propri livelli, ma zone con obiettivi specifici che bisognerà completare se si vuole proseguire. Obiettivi non certo originalissimi, che consistono nell’entrare in una certa area, risolvere i vari enigmi, attraversare le sezioni platform che si pareranno davanti, e come ricompensa di solito si ottiene un nuovo potere che generalmente permette anche di accedere a zone nuove.
Si possono anche trovare missioni secondarie e alcune attività minori assimilabili a mini-giochi, ma queste permetteranno di conquistare soldi e Fede, il corrispettivo dei punti esperienza, con cui si potranno acquistare upgrade per la propria bestiola, come avere più salute, più boccette di inchiostro, o un portafoglio più capiente.

A scuola di disegno

Forse i più curiosi si chiederanno che cosa sarebbe l’inchiostro appena citato, domanda più che legittima e che andremo adesso a rispondere: una delle particolarità di Okami è la possibilità di sfruttare un potere di Amaterasu denominato Pennello Celestiale, che consiste nel mettere il mondo in pausa e di trasformarlo in una tela su cui il giocatore potrà disegnare simboli e tratti con un pennello per compiere azioni altrimenti impossibili. E così, è possibile aggiustare ponti distrutti riempiendo d’inchiostro la parte mancante, si può far venire il giorno disegnando un cerchio nel cielo che rappresenta il sole, o la notte disegnando una C al rovescio che rappresenta la luna crescente, oppure ancora rivitalizzare piante iscrivendole in un cerchio.
E questi strani poteri non sono solo limitati a modificare il mondo di gioco e permettere così di accedere a nuove zone quando se ne trovano di nuovi, ma potranno essere usati anche nei numerosi combattimenti cui si prenderà parte, e il più usato, almeno all’inizio, è certamente il taglio, basta solo disegnare una linea orizzontale sul nemico designato per infliggergli una bella quantità di danni – ma anche tagliare alberi o certi tipi di ostacoli!
Naturalmente tutti questi poteri andranno trovati uno a uno durante il proprio pellegrinaggio e si dovrà impararli per bene se li si vuole usare con profitto, soprattutto durante certi combattimenti avanzati dove alcuni nemici sono vulnerabili solo con certi poteri.
Sicuramente il Pennello Celestiale è l’aspetto più interessante e peculiare del titolo, e siamo contenti di affermare che funziona veramente molto bene, e il giocatore è comunque invogliato a sperimentare e capire quali siano gli attacchi più efficaci contro vari tipi di nemici. Ad esempio, il taglio appena citato, sebbene efficace all’inizio del gioco, sarà inefficace contro alcuni nemici più avanzati poiché sono in grado di difendersi da questo tipo di attacco, costringendo quindi il giocatore a trovare soluzioni alternative.
Ma non aspettatevi un titolo hardcore o con un grado di sfida elevato, tanto per farvi capire, in Okami è difficilissimo morire. Non solo si possono portare dietro oggetti per ripristinare la vita durante un combattimento, ma c’è anche una sorta di sacca magica che, una volta riempita fino all’orlo di cibo raccattato in giro per il mondo di gioco, fungerà da vita extra impedendo così la morte. Certo, alcuni combattimenti contro i boss e alcuni dei nemici più grossi possono dare del filo da torcere se non li si affronta con il giusto spirito, ma nel complesso la maggior parte dei combattimenti è opzionale e sono solo un piacevole diversivo per spezzare un po’ il ritmo del gioco e ricevere soldi extra (gli istruttori dei dojo sono molto cari).
Okami quindi lo si deve giocare per seguire la storia davvero carina, i dialoghi che sanno strappare più di un sorriso, i personaggi strampalati e tutti ben caratterizzati, e naturalmente per ammirare la bellezza dei paesaggi, perché nonostante l’età e tutti i limiti del caso, il gioco sa proporre dei bei scenari, così come delle bellissime musiche d’accompagnamento dal sapore orientale, e tutto questo è sapientemente ben mescolato per ottenere un’opera davvero unica e peculiare.

Qualche limite dovuto alla vecchiaia

Al di là dell’aspetto grafico davvero piacevole e accattivante che richiama l’antico stile artistico giapponese, purtroppo Okami HD sotto il cofano nasconde un po’ di problemi di natura tecnica. Sia chiaro, non stiamo parlando di problemi a livello di gameplay o di bug (da questo punto di vista non abbiamo riscontrato alcun problema), ma vere e proprie limitazioni tecniche dovute essenzialmente alla natura della piattaforma su cui il titolo è uscito originariamente.
Il limite più evidente è il blocco dei 30fps, purtroppo impossibili da sbloccare poiché la fisica del gioco è stata programmata proprio con questo limite in mente. Certo, non è un titolo di cui si avverte per forza di cose la necessità di un alto frame rate, ma sicuramente dal punto di vista artistico vederlo in movimento con un alto frame rate sarebbe stato tutto un altro vedere. Perlomeno possiamo parlare di 30fps solidi, non abbiamo mai riscontrato un calo, un’incertezza, uno stuttering.
La seconda limitazione più evidente è l’assurda breve distanza (parliamo di un paio di metri) con cui vengono renderizzati certi elementi, come animali da sfamare o tesori da dissotterrare, cose che un buon collezionista dovrebbe poter riuscire a scorgere da grandi distanze, ma in questo caso invece obbliga il giocatore a perlustrare letteralmente ogni metro quadro di mappa per poter anche solo vedere questi elementi.
Sono cose che fanno storcere il naso in un gioco che altrimenti non si avrebbe nulla da ridire, ma se siete in grado di farvi andare bene questi limiti, Okami HD è un titolo che sa regalare quasi 20 ore di gameplay, e se siete dei cacciatori di achievement può arrivare anche a durare più del doppio.
Fortunatamente sui controlli non c’è niente da segnalare, per chi usa mouse e tastiera sappia che sono ben implementati, e in particolare col mouse risulta anche più facile disegnare col Pennello Celestiale, mentre le impostazioni invece sono quelle elementari, con la possibilità di modificare l’audio, i controlli e la sensibilità delle proprie periferiche, mentre sul fronte grafico si può solo modificare la risoluzione (e naturalmente l’HD del titolo sta a indicare che può anche andare a 1080p!), scegliere se lasciare il gioco in finestra o a schermo intero, abilitare o meno il v-sync, cambiare il refresh rate e la qualità globale grafica tra alto, medio e basso, nient’altro.
Al gioco manca una traduzione in italiano, e per chi si accontenta dell’inglese sappia che non è un inglese difficile, ma nemmeno elementare, per via della presenza di alcuni slang, e la comprensione del testo in alcuni casi è importante per capire certe missioni.
Ah, e se volete saltare i filmati, premete F1. Non c’è di che.

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