Il periodo d’oro degli RTS classici è oramai passato, questo non toglie che anche oggi escano giochi che si rifano ai grandi classici, magari cambiando qualcosa per riuscire a coniugare innovazione e tradizione. Quando ci siamo approcciati a Bannermen ci aspettavamo un gioco di questo tipo, un gioco che volesse riproporre meccaniche del passato proiettate però nel futuro, riuscendo quindi a coniugare tradizione e innovazione. Purtroppo le nostre attese non sono state rispettate, nella nostra recensione scoprirete perché.
Troppo passato e poco futuro
Le meccaniche di gioco di Bannermen si rifanno a quelle degli RTS vecchia scuola come gli Age of Empires, l’unica novità è la presenza di uno o più punti sulla mappa su cui costruire dei templi per ottenere dei poteri naturali: tempeste, piaghe e cosi via. La mancanza di innovazione nel gameplay è un problema, ma potremo anche passarci sopra se il gameplay non fosse cosi superficiale, e mancasse di molta profondità in confronto a un Age of Mythology. Le risorse da poter raccogliere sono solo due: legno e oro, che servono per creare tutto, dagli edifici ai cittadini. Si, per creare i cittadini utilizzeremo dei pezzi di legna. La raccolta non è libera come negli Age of Empires, ma le risorse potranno essere raccolte solo in determinati punti di raccolta segnati nella mappa, di solito vicini a dove si può costruire il centro cittadino. Non abbiamo apprezzato questa scelta, che rende la raccolta molto automatica e poco dinamica.
Gli edifici disponibili sono pochi, praticamente sono presenti solo gli edifici base di un RTS: strutture militari, case e torrette. Inoltre, per colpa della non presenza di un albero delle tecnologie o qualcosa di simile, con il tempo non si sbloccherà nessun edificio o unità nuovi, dopo i primi 5-10 minuti potremo già costruire tutti gli edifici del gioco. Potremo anche parlare del costo eccessivo per costruire le case oppure dei tempi biblici per costruire gli edifici più grandi, colpa della non possibilità di mettere due o più cittadini a costruire lo stesso edificio. Oltre alla superficialità delle meccaniche, ci sono tante piccole cose che non funzionano come dovrebbero.
I combattimenti sono molto superficiali: non sono presenti le formazioni e non è possibile riunire le truppe in gruppi, una volta iniziata la battaglia sarà quindi difficile gestire singoli reparti del nostro esercito efficacemente. La strategia nei combattimenti si limiterà a non far scontrare direttamente le unità dalla distanza con quelle corpo corpo, ovviamente più forti negli scontri ravvicinati. Oltre alle unità classiche(arcieri, guerrieri ecc….) sono presenti due unità nuove e interessanti: il giullare e il galeotto, queste due unità portano una ventata di novità in un gioco avaro di innovazione. L’unica unità speciale è il classico eroe, che guadagna esperienza, e quindi sale di livello, combattendo.
Sono presenti tre modalità di gioco: campagna, schermaglia e il multiplayer. Su schermaglia e multiplayer non abbiamo nulla da segnalare, sulla campagna invece dobbiamo dire qualcosa. La storia è un po’ banalotta, però diciamo che si lascia seguire, le missioni invece sono troppo ripetitive e quindi alla lunga noiose. La strategia per vincere è sempre la stessa, e le situazioni che ci vengono proposte non si differenziano poi cosi tanto fra di loro. Pessime poi le missioni con degli alleati per colpa di un’IA alleata davvero stupida, pur avendo le risorse non creeranno alcun tipo di esercito, costringendoci a dover difendere anche il loro insediamento.