Russia e Turchia hanno ufficialmente bandito Discord, la popolare piattaforma di messaggistica istantanea e voce over IP. Questa mossa si inserisce in un contesto più ampio di crescente controllo statale su internet e di allontanamento dalle tecnologie occidentali in diverse nazioni.
In Russia, il Roskomnadzor (l’agenzia federale per la supervisione delle comunicazioni) ha giustificato il ban accusando Discord di violare le leggi nazionali e di non impedire l’uso della piattaforma per “scopi terroristici ed estremisti“. L’agenzia ha inoltre sottolineato la mancata rimozione di circa 1.000 contenuti ritenuti illegali, nonostante una precedente ingiunzione del tribunale di Mosca.
La Turchia, poco dopo, ha seguito l’esempio russo. Un tribunale di Ankara ha ordinato il blocco di Discord, citando preoccupazioni legate a presunti casi di “abuso sessuale e oscenità” sulla piattaforma.
Queste decisioni hanno un impatto significativo non solo sugli utenti comuni, ma anche sul settore tecnologico e creativo. Meric Eryuyek, di Upgrade Entertainment a Istanbul, ha evidenziato come il ban turco abbia compromesso la comunicazione tra studi di sviluppo internazionali, costringendo molti a ricorrere a VPN, il cui uso è considerato illegale nel paese.
Il divieto di Discord si aggiunge a una serie di misure restrittive adottate dalla Russia, tra cui il recente ban sui VPN e ambiziosi progetti come la creazione di un motore di gioco nazionale e di un’alternativa russa a Valve.
Questi eventi sollevano importanti questioni sulla libertà di espressione online. Mentre le nazioni cercano di affermare la propria “sovranità digitale“, cresce il rischio di una frammentazione di internet in sfere di influenza separate e incompatibili. Per gli utenti e gli sviluppatori in Russia e Turchia, questa situazione rappresenta una sfida significativa.
Fonte: The Moscow Times