Il Regno delle Cipolle [sic.] è nel caos. Una Bestia gigante e affamata (che altro non è che una enorme polpetta con spaghetti come corpo) ha portato con sé l’apocalisse, chiedendo cibo a oltranza. I protagonisti del gioco, da 2 a 4 cuochi, si ritrovano loro malgrado a dover cucinare per la Bestia, ma con esiti disastrosi. E così, il Re Cipolla porta indietro nel tempo i nostri eroi, nel 1993, affinché possano sfruttare tutto il tempo prima dell’arrivo dell’Apocalisse per imparare a cucinare e a comunicare come una buona squadra. Una trama tanto stramba ma alquanto funzionale alla simpatica campagna che questo Overcooked ha da offrire.
Benvenuti a Hell’s Kitchen
Overcooked è semplice da definire: si tratta di un party game, uno di quei giochi che, dopo una serata a base di partite di calcio e birra con altri tre amici a casa propria, si tira fuori per chiudere la giornata in bellezza.
Cominciamo subito col dire che, nonostante il gioco sia pensato con la cooperativa in mente, pecca di una funzionalità multiplayer online o LAN. Questo significa che la cooperativa sarà esclusiva sulla stessa macchina e sullo stesso schermo (con apparecchi come lo Steam Link a quanto pare anche su più schermi di casa), perfetto nel caso abbiate coniuge/figli/amici con cui potete incontrarvi. È anche vero che spulciando il forum del gioco su Steam si può trovare un modo dettagliato e fattibile per giocare online usando programmi di condivisione dello schermo e degl’input, ma ovviamente sono soluzioni leggermente al di fuori per gli utenti meno esperti, e da fare esclusivamente con persone fidate (lascereste mai la possibilità a uno straniero di usare il vostro pc da remoto?).
Chiusa questa doverosa parentesi, proseguiamo a vedere nel dettaglio cosa sia questo strano titolo.
Overcooked mette i giocatori nei panni di cuochi in una cucina, con visuale dall’alto, e lo scopo è quello di preparare le comande che mano a mano vengono presentate. Ad esempio, per preparare una zuppa di qualunque tipo, prima pietanza che il gioco ci presenta, nonché la più elementare, è necessario prendere tre verdure dello stesso tipo dalla cassa corrispondente, affettarle una ad una sul tagliere (con una simpaticissima animazione), e metterle nel pentolone finché non è cotta, poi servirla su un piatto e servire, e infine (opzionale in alcuni livelli), recuperare il piatto sporco e lavarlo. Inutile dire che più pietanze si servono prima dello scadere del tempo, maggiori saranno i punti guadagnati, e più in fretta si servono, maggiori saranno le mance. E alla fine del livello verranno assegnate un certo numero di stelle, da zero a tre, a seconda del punteggio ottenuto.
Il gioco è composto da una trentina di livelli, ognuno unico a modo suo, proponendo situazioni e ostacoli al limite dell’immaginazione, per un totale di circa 4 o 5 ore di gameplay. In un livello ad esempio possono arrivare dei topi per fregarvi il cibo incautamente incustodito sui piani di lavoro, in alcuni livelli il terreno è un lastrone di ghiaccio su cui si scivola e rende i movimenti più difficoltosi, alcuni livelli sono ambientati su una nave in cui i vari pezzi della cucina si sposteranno a seconda dell’inclinazione dell’imbarcazione, in altri ancora la cucina sarà su più veicoli che si avvicineranno e allontaneranno tra di loro, rendendo il tempismo un fattore chiave per sfruttare al meglio la finestra di tempo a disposizione quando sono congiunti. La fantasia in questo titolo di certo non manca.
Troppi Cuochi guastano la Cucina
Come già detto, Overcooked è un titolo che dà il meglio di sé giocato in compagnia, in quanto il fascino del gioco è proprio quello di co-operare e organizzarsi con i propri compagni di divano. Se avete visto anche solo una puntata di Hell’s Kitchen o similari, per quanto siano programmi scripatissimi su una cosa hanno ragione: che se non si comunica con i propri compagni cuochi si combinano disastri. E Overcooked è il gioco che è in grado di dimostrare abilmente questa regola. Soprattutto in quattro giocatori, una assenza di comunicazione porta inesorabilmente a confusione, panico e caos, e tante risate (a meno che non prendiate troppo seriamente il gioco, in quel caso possono volare anche brutte cose). Semplicemente, non si può fare di testa propria, bisogna organizzarsi e suddividere i propri compiti tra chi recupera gli ingredienti dalle casse, chi li taglia, chi cucina, chi serve e chi lava i piatti. E bisogna essere rapidi anche a cambiare i propri ruoli, o anche a mischiarli, a seconda delle necessità o del layout del livello in cui si gioca, anche solo per correggere un compagno che magari ha fatto uno sbaglio, come aver recuperato un ingrediente che non serve oppure essere caduto da un precipizio e sta attendendo il respawn.
Sul fronte della difficoltà ci è parso ben equilibrato. Il gioco di per sé è molto accessibile, e ci vogliono giusto cinque minuti di orologio per capire i tasti e le semplici meccaniche, così come le ricette che vengono presentate una ad una nel proseguimento della campagna, per cui la difficoltà è insita nei layout dei livelli e nelle situazioni peculiari più che nel gameplay in sé. Semplici i primi livelli, ma creati apposta per creare confusione a chi il gioco non lo sa ancora giocare, ma che un gruppo affiatato non faticherà a completarli con tre stelle a occhi chiusi; i livelli intermedi sono tosti, richiedono abbastanza concentrazione, ma non si ha mai la sensazione che siano troppo difficili, anche se in molti di essi è possibile morire (e attendere 5 secondi prima di respawnare); mentre gli ultimi livelli, sono di una difficoltà tale che per completarli col massimo punteggio (ma spesso anche per avere almeno una stella, il minimo indispensabile per sbloccare il livello successivo) servono sangue freddo, nervi d’acciaio e una coordinazione impeccabile. Se non avete uno dei tre, sostituitelo con un miracolo.
Per chi è un lupo solitario, forse farebbe bene a pensarci due volte prima di acquistarlo. Anche se il titolo è giocabile in singolo senza problemi, si perde gran parte del divertimento che il gioco è in grado di offrire giocato assieme a qualcuno. È pur sempre vero che è stato equilibrato anche per chi preferisce giocare in questo modo: nei livelli appaiono sempre due cuochi, anche giocando in singolo (semplicemente con un tasto è possibile scambiare chi si comanda), ma oltre che abbassare drasticamente il punteggio minimo per recuperare le tre stelle, è stato aumentato a dismisura il tempo necessario per affettare al tagliere, cosicché si ha più tempo per manovrare l’altro cuoco non impegnato e non si ha quella sensazione di non aver mai tempo per fare le cose. In alcuni casi comunque, ci è parso che alcuni livelli premiamo un po’ troppo giocando in singolo per delle richieste di punteggio molto basse rispetto al multigiocatore, viceversa alcuni livelli troppo caotici sono veramente difficili da fare da soli. In ogni caso sbloccare tre stelle con i propri compagni sa regalare moltissime soddisfazioni.
È ancora cruda!!
Tecnicamente il gioco fa il suo dovere senza eccellere né mostrare pecche, ha uno stile grafico molto piacevole (mosso da Unity) e leggero, non mostra mai incertezze né rallentamenti (e ci mancherebbe), ma per le configurazioni più deboli, è comunque possibile scegliere un preset grafico basso che elimina le ombre. Sul fronte del sonoro, anche in questo caso il gioco fa il suo dovere senza infamia e senza lode, ha un buon sonoro con delle musichette davvero piacevoli e azzeccate, e cosa importante non vengono a noia.
Menzione d’onore riguardo ai controlli. Essendo molto basilari, i programmatori hanno ben pensato di poter fare giocare due giocatori con un solo controller. Una soluzione ingegnosa, non proprio comoda, ma comunque interessante. Con la tastiera questo purtroppo non è possibile.
Esiste anche una variazione PvP, dove due gruppi da due di cuochi cercano di prendere il maggior numero di punti. Sebbene sia una modalità anch’essa divertente, le mappe, a nostro avviso, lo sono un po’ meno, in quanto la più ispirata (e la più divertente) è sicuramente quella dove ci si possono fregare gli ingredienti a vicenda, molte altre invece le due squadre sono completamente isolate e non interagiscono.
Conclusioni
Overcooked si può considerare uno dei migliori party game sulla piazza: è caotico senza mai esagerare, obbliga una costante comunicazione con i propri compagni, è abbastanza variegato, è semplice da giocare e imparare ma difficile da padroneggiare, e il prezzo è tutto sommato accessibile per ciò che offre in termini di longevità e di sfida. Cosa potete chiedere di più da questo titolo? Che abbia anche una cooperativa online? Già, purtroppo questa assenza è uno dei punti critici che può pregiudicarne l’acquisto da parte di chi non ha la possibilità di poterci giocare assieme a qualcuno, ma fortunatamente gli sviluppatori non hanno del tutto chiuso la possibilità che in futuro possa essere aggiunta, e fino ad allora teniamo le dita incrociate, perché il gioco merita tantissimo ed è in grado di regalare diverse ore di divertimento con qualcosa di diverso, originale e che assicura tante risate.