The Elder Scrolls Online - Recensione 1

Un pesante fardello

Un pesante fardello costituito dalle aspettative delle centinaia di appassionati della serie e dai bramosi di MMO è questo il peso che sin dall’annuncio si è sobbarcato The Elder Scrolls Online, un peso a dir poco gravoso che come sempre succede quando è in ballo un brand conosciuto e affermato finisce per diventare un fattore negativo. Raramente infatti si riesce a soddisfare le insaziabili aspettative dei fans e di quanti, da un titolo che per tener fede al suo nome promette meraviglie che poi inevitabilmente scendono a compromessi con la realtà, rimangono abbagliati da tali promesse, come il sottoscritto.

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Tes o non Tes è ancora questo il dilemma…

Come già citato nella nostra anteprima, per gli appassionati nonostante i numerosi riferimenti alla serie il gioco stenta a essere considerato come un prequel o comunque qualcosa di affine alla storyline e inevitabilmente finisce nel limbo degli spin-off. Quello che effettivamente è un ottimo prodotto, non è un bel The Elder Scrolls quanto più un bel gioco ambientato nell’universo di TES e che subisce inevitabilmente il peso della sua illustre ascendenza.

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Parliamo di ambienti e non solo

Ora dopo una breve riflessione d’insieme entriamo più nello specifico nelle dinamiche di gioco, come già accennato il gioco in se non è malvagio, le quest e la trama sono ben strutturate così come l’IA dei nemici presenti, anche se alla lunga le missioni secondarie vero “business” dei giocatori dati i magri guadagni derivati dai mostri, se non ripetitive possono risultare noiose e forse superflue.

I dungeon come da miglior tradizione sono vari e ben strutturati, studiati per essere affrontati in modo cooperativo tra i giocatori e sconfitto il boss, si arriva al bottino che è accessibile a tutti i partecipanti e ciò evita molti problemi. Menzione d’onore va alla magnificenza del mondo creato da Zenimax nel suo insieme, dai paesaggi innevati ai vasti deserti, dalle ampie foreste di sempreverdi ai borghi fortificati tutti i paesaggi si mostrano ricchi di dettagli e creano un’atmosfera molto coinvolgente che lasciano veramente impressionati.

Questo forse è anche merito del passaggio dallo stile grafico più austero della serie a uno stile più cartonato compromesso necessario per consentire una giocabilità dinamica senza oberare i server, a onor del vero tuttavia non tutto l’immenso mondo di Tamriel è attualmente visitabile, ma solo alcune aree sono tutt’ora disponibili ed altre saranno successivamente esplorabili.

Il lato tecnico

Dal punto di vista tecnico, il prodotto di Zenimax non è nulla di eccelso ma nemmeno di scarsa qualità, l’engine che sfrutta il gioco è sviluppato da Zenimax stessa che lo ha preferito alla scelta iniziale dell’HEROengine,  è funzionale e riesce a gestire le decine di giocatori e strutture in scena. Il gioco è studiato per funzionare su un’ampia fascia di PC e riesce a lavorare ad alto settaggio anche su sistemi non di ultima generazione, texture e modelli poligonali sono curati nei dettagli ed in generale nonostante alcuni bug e problemi legati al server la qualità tecnica è molto buona.

Personaggi, classi, combat-system e dinamiche di gioco

Come già premesso nell’anteprima, The Elder Scrolls Online mantiene un sistema di personalizzazione del personaggio simile a quello della serie originale e tutte le razze giocabili nella saga single player sono presenti nel gioco, poco oculata da parte di Zenimax la scelta di vincolare la razza dell’imperiale, ad un contenuto extra cosa che ha fatto alzare qualche sopracciglio tra gli appassionati.

Dinamica necessaria al passaggio online è l’introduzione del class-system che come abbiamo già trattato si suddivide in 4 classi DragonKnight l’archetipo del guerriero, lo Stregone, il Nightblade un incrocio tra un ladro e un avventuriero e infine il Templar che funge da classe di supporto per i compagni in battaglia, le classi risultano ben strutturate e seppur non ancora perfettamente bilanciate, confidiamo in una futura riequilibrazione. Veniamo ora al combat-system che ha subito alcuni ritocchi dalla beta, e tuttavia oggi come allora rimane uno dei fattori meno appetibili del gioco, dal taglio grafico molto sobrio e con una modalità di attacco e una di parata, completamente in tempo reale, il sistema action-combat libero viene ibridato con un sistema di “agganciamento” dell’avversario per quanto concerne attacchi a distanza e magici che li rende difatto infallibili, l’IA dei nemici tuttavia rimane un ottimo punto a favore del gioco.

Ad ogni livello si sbloccano punti da investire in vita, magika e stamina e punti da distribuire nelle abilità con la possibilità di sviluppare il personaggio in completa libertà. Molto insoddisfacente rimane l’interazione con l’ambiente e con gli NPC, il sistema di vendita della casa d’aste risulta problematico, e molti compreso il sottoscritto sentiranno la mancanza di un “luogo famigliare” dove riporre i propri tesori a fronte di un inventario che non riesce a soddisfare le nostre esigenze, molti giocatori si trovano costretti a trovare escamotage creativi come secondi personaggi e altro, mentre il sistema di crafting è veramente ben congeniato ed intuitivo.

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Un PvP familiare

Veniamo ora alla questione saliente, quando The Elder Scrolls Online venne annunciato, Zenimax pose grande enfasi sulla questione del PvP che sarebbe dovuto essere uno dei punti forti del gioco. Il team di Zenimax Online Studios divisione di Zenimax specializzata in MMOG diretto dal veterano di Mythic Entertainment Matt Firor, ha raccolto diversi profughi di questa software house nota al pubblico per alcuni dei più famosi MMORPG degli ultimi 15 anni da Dark Age of Camelot, a Warhammer Online i cui server sono stati chiusi circa 6 mesi fà.

Proprio dal primo dei due il team ha preso spunto per la sua modalità PvP che ricorda quel Realm vs Realm che ha reso peculiare DAoC onestamente, quando scoprii la divisione in 3 fazioni e le prime indiscrezioni sul PvP infantilmente immaginai invasioni in larga scala dei regni avversari, assalti alle città e alle fortezze ecc ecc… Non nascondo che quando scoprii che il PvP sarebbe rimasto limitato al solo continente centrale di Cyrodil rimasi un po’ deluso.

Il sistema in se non brilla certo per originalità, la campagna si sviluppa in un periodo di 90 giorni e la fazione che controlla il maggior numero di basi vince, la formazione di gruppi è macchinosa e presenta diversi problemi.

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Tirando le somme

Tirando le somme su The Elder Scrolls Online possiamo dire che è un buon gioco, con molti spunti interessanti e che tutto sommato risulta piacevole da giocare almeno inizialmente e qui crolla il castello di carte, il gioco per quanto ambiziosamente è stato presentato non risulta ne innovativo ne tanto meno riesce a mantenere l’esperienza di gioco coinvolgente a lungo andare.

L’obiettivo di Zenimax è stato quello di sconvolgere un mercato molto difficile, quello dei MMORPG con un prodotto innovativo dominato dall’irraggiungibile World of Warcraft e costellato dalle lapidi dei molti fallimenti, alcuni cancellati altri salvati solo grazie al passaggio del free 2 play, è solo parzialmente riuscito, l’abbonamento di 12.99 € mensili è forse eccessivo rispetto ai contenuti offerti e fa storcere un po’ il naso ai possibili acquirenti ma, confidiamo in contenuti futuri che colmeranno le lacune presenti nel gioco.

Pro

  • Paesaggi e ambienti stupendi
  • Un PvP con molte possibilità
  • Trama e quest strutturate e coinvolgenti

Contro

  • Bug e problemi con il server
  • Combat-system deludente
  • Per nulla innovativo e a lungo andare noioso

Commento finale

7

The Elder Scrolls Online è quello che si definisce un lavoro riuscito a metà se da un lato abbiamo un ottimo gioco, tecnicamente buono, graficamente ottimo e con una trama ben strutturata dall’altro ci troviamo di fronte a un mero spin-off che sfrutta un nome importante, i cui ambiziosi propositi non sono stati completamente mantenuti e che nonostante tutto è afflitto da bug e problemi riguardanti il server, lasciando inespresse molte delle sue potenzialità.

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