A 12 anni dalla sua uscita su PC, Half-Life 2 non ha ancora minimamente perso il suo incredibile fascino.
Lo shooter che continuò il percorso rivoluzionario iniziato dal primo capitolo decretando la nascita di un nuovo modo di intendere i FPS mantiene secondo noi il primato indiscusso nell’olimpo dei giochi PC (e non solo), nonostante l’età non proprio giovanile.
Sarà la nostalgia a farci tessere le lodi di questo titolo così chiacchierato? Sì, ma solo in parte.
Il dato di fatto quasi strabiliante è che giocare tutt’ora ad Half-Life 2 significa tornare a stupirsi come la prima volta, per merito di un game design a dir poco magistrale.
Andando con la mente alla nostra esperienza passata impersonando Gordon Freeman, non possiamo fare a meno di pensare al modo in cui il secondo capitolo migliorò il predecessore.
Le novità apportate all’impianto narrativo, al gameplay e alla veste grafica furono capaci, all’epoca, di mandare in visibilio critica e pubblico senza esclusione alcuna.
Tutto in Half-Life 2 appare al suo posto e mai ridondante: il paradossale carisma di un protagonista totalmente muto, l’esemplare costruzione caratteriale dei personaggi secondari tra cui spicca l’indimenticabile Alyx Vance, il perfetto equilibrio tra restrizioni e libertà concesse al giocatore nonché l’atmosfera fantastica che si respira in ogni locazione.
Prendiamo Ravenholm, uno dei nostri livelli preferiti in assoluto.
Ancora oggi, persino negli horror game, non siamo riusciti a trovare qualcosa di neanche lontanamente simile in termini di ansia, oppressione e terrore incondizionato.
Il fatto che una sezione di un first person shooter del 2004 ci abbia traumatizzati e sia rimasto così vividamente nella nostra memoria altro non è che uno dei tantissimi meriti della produzione Valve.
Half-Life 2 rappresentò un punto di svolta anche in ambito meccanico, grazie ai suoi puzzle ingegnosi basati sulla fisica del Source Engine.
Eravamo liberi di sfruttare a piacimento l’ambiente circostante per costruirci ponti, scale e appigli improvvisati al fine di superare situazioni di stallo, prima a mani nude e successivamente con l’ormai celebre Gravity Gun.
Ricordiamo con piacere la soddisfazione scaturita dall’aver trovato vie di progressione alternative usando il cervello, e questo accadeva dalle prime fasi definibili più claustrofobiche a quelle finali, vaste e apertissime.
E in tutto ciò la narrativa riusciva comunque a brillare, seguendo l’effetto Deus Ex ma senza avvalersi di cutscene, poiché ci metteva di fronte a situazioni estremamente articolate, complesse, presentandole in modo spettacolare, diremmo oggi cinematico.
La pletora di FPS moderni che hanno preso spunto dai caratteri più evidenti di Half-Life 2, riuscendoci o meno, è comunque la dimostrazione di quanto la sua influenza sul mondo videoludico sia stata epocale.
Fu, tra le altre cose, il primo gioco a rendere obbligatoria l’installazione di Steam, oltre ad aver spinto innumerevoli utenti a rimodernare il proprio PC in preda all’hype.
Oltre a rivoluzionare il game design mondiale, ha cambiato il nostro modo di comprare i videogiochi, di concepirli, di giocarli.
Riferendoci ad Half-Life 2 non possiamo fare a meno di sottolineare, con un tono pervaso da senilità, la sua attuale superiorità alla massa di shooter odierni praticamente in ogni aspetto.
Non era privo di imperfezioni e lo sappiamo bene, tuttavia se da ben 12 anni nessuno riesce ancora ad uscire indenne dal confronto il motivo è abbastanza chiaro.