Introduzione

La serie di Resident Evil, entrata ormai di diritto nell’Olimpo dei videogame, ha visto certamente molti bassi e anche diversi bassi, ma è innegabile che nel complesso sia una IP di estrema importanza, con cui Capcom è riuscita a portare nel piatto dei videogiocatori titoli che per un motivo o per altro hanno fatto parlare di sé. E con questo remake di Resident Evil 2, la Capcom ha fatto ciò che molti reputavano impossibile, proporre un titolo su zombie che nel 2019 riuscisse non solo a stupire, ma persino a rinnovare la formula di gameplay dei survival horror, senza tuttavia tradire le sue origini.
E come si comporta quest’ultima fatica su PC? Scopriamolo assieme!

Comparto tecnico, Impostazioni e Requisiti di sistema

Resident Evil 2 è mosso dall’engine proprietario RE Engine, lo stesso che avevamo già visto in azione su Resident Evil 7. L’engine è stato aggiornato per l’occasione, anche se permangono certi piccoli problemi, come alcuni riflessi che presentano certe macchie e righe nere rovinandole, ma nel complesso, è in grado di renderizzare una grafica spaccamascella, capace di proporre ambienti molto ricchi di dettagli con texture al limite del fotorealismo, possibile grazie alla tecnica della fotogrammetria. Anche il fuoco è semplicemente spettacolare, e i giochi di luce che si vengono a creare dopo aver lanciato una granata incendiaria, per esempio, sono sbalorditivi. E tutto questo ben di Dio non è comunque così esoso in termini computazionali come sembra, anche grazie alla marea di impostazioni che è possibile modificare, rendendo il titolo parecchio scalabile.

Come si può vedere, il gioco è molto ricco di opzioni, impostazioni e personalizzazioni, e per di più offre un comodo contatore per misurare quanta VRAM è richiesta. Tuttavia, al momento c’è un bug che impedisce al gioco di rilevare il valore corretto, ma per chi ben conoscete la propria GPU, non avrà problemi. Da notare comunque che il valore della VRAM richiesta dichiarato è ben lontano dalla realtà, e il gioco ne sfrutta molta meno nella stragrande maggioranza dei casi.
L’antialiasing disponibile è l’FXAA, il TAA e l’SMAA, mentre la qualità delle texture è possibile sceglierla tra un range di 0GB fino a un massimo di 8GB, mentre le restanti impostazioni spaziano in maniera classica con Basso, Medio, Alto e Massimo, e alcune impostazioni si potranno anche disattivare del tutto.

Sfortunatamente, nonostante la mole di impostazioni presenti, ci sono alcune mancanze, che speriamo vengano aggiunte tramite patch, in quanto si tratta di limiti presumibilmente imposti dalle console, ma che nel panorama PC non hanno ragione di non poter essere tolti a piacere, e stiamo parlando, ad esempio, al fatto che i frame delle animazioni vengano dimezzati qualora la telecamera si trovi a una distanza superiore di un certo valore. Un’altra stranezza riguarda l’uso di particolari filtri per il colore che vengono applicati. Si tratta perlopiù di una scelta stilistica e nulla ha a che fare con le performance, ma per qualche strano motivo si è scelto di non rendere le zone non illuminate totalmente nere, ma di renderle di un timido grigio, così come in certi ambienti la palette di colori viene artificialmente alterata, probabilmente per risaltare l’impatto artistico di determinate ambientazioni. La cosa funziona anche, ma sul lungo periodo, quando si accorge che il gioco lo fa, fa un po’ storcere il naso, ma complessivamente non è affatto un difetto. Potrete osservare questo effetto nella piccola galleria qui sotto.
Al momento il Ray-Tracing è assente, ma chissà se in futuro verrà implementata tale tecnologia nel RE Engine.

Una piccola nota stonata, ma che non inficia comunque il titolo, è che manca quasi completamente di interazione ambientale. Per quanto le ambientazioni siano semplicemente fantastiche, tutti gli elementi al loro interno sono statici, niente può essere mosso, spostato, o rotto. Il che, per un titolo del 2019, è un po’ un peccato.

Il gioco non ha veri e propri preset, ma delle impostazioni consigliate per il proprio sistema, come sacrificare il frame rate per la grafica o viceversa, oppure avere un equilibrio tra le due. Rimane la possibilità di impostare tutto al minimo o tutto al massimo, ma quest’ultima opzione, vista la quantità immane di VRAM richiesta, è fuori dalla nostra portata. A essere così esoso ci pensano i dettagli delle texture, le quali occupano 8GB di memoria video se impostate al massimo.

I requisiti di sistema sono i seguenti, presi dalla scheda del gioco da Steam.

Requisiti minimi:

  • Sistema operativo: WINDOWS® 7, 8.1, 10 a 64 bit
  • Processore: Intel® Core™ i5-4460 o AMD FX™-6300
  • RAM: 8 GB
  • Scheda video: NVIDIA® GeForce® GTX 760 o AMD Radeon™ R7 260x con 2GB VRAM
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 26 GB di spazio disponibile

Requisiti consigliati

  • Sistema operativo: WINDOWS® 7, 8.1, 10 a 64 bit
  • Processore: Intel® Core™ i7-3770 or AMD FX™-9590
  • RAM: 8 GB
  • Scheda video: NVIDIA® GeForce® GTX 1060 o AMD Radeon™ RX 480 con 3GB VRAM
  • DirectX: Versione 11
  • Memoria: 26 GB di spazio disponibile

Da notare che è specificato che i requisiti minimi sono indicati per giocare alla risoluzione di 1080p a 30fps, mentre quelli consigliati per raggiungere i 60fps, senza specificare con quale preset, ma supponiamo che si riferisca a quello che regola automaticamente le impostazioni in base alle risorse disponibili. Comunque, possiamo confermare che i requisiti sono in linea con quanto abbiamo ottenuto testando il gioco.

Confronto tra preset

Le differenze tra le impostazioni massime e quelle equilibrate non sono molto visibili, ma ci sono, soprattutto nell’ambito delle ombre maggiormente definite e un maggior dettaglio degli effetti particellari, mentre le luci volumetriche, le quali costano tanto in termini computazioni, non mostrano grandi differenze. Anche l’occlusione ambientale è un pelino meglio, merito dell’HBAO+, ma rispetto all’SSAO è solo questione di gusti.

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Una differenza comunque notevole è la qualità delle texture. Mentre a equilibrato vengono impostate a 0.5GB, al massimo vengono portate a 8GB. Tuttavia, una impostazione del genere è apprezzabile maggiormente per chi usa monitor con una risoluzione più alta del 1080p.

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Viceversa, confrontandolo col preset che setta tutto al minimo le differenze sono pienamente visibili, mancano tantissime ombre e quelle che ci sono non sono molto dettagliate, manca l’occlusione ambientale, mancano gran parte dei riflessi, soprattutto laddove ci sono superfici bagnate. Insomma, si perde gran parte del fascino che la grafica è in grado di trasmettere.

Performance

Come detto, non ci sono veri e propri preset nel senso stretto del termine, pertanto per il nostro banco di prova abbiamo scelto le impostazioni massime (Ultra), le impostazioni bilanciate, e le impostazioni con priorità alle performance. Con la nostra configurazione di prova, comprensiva di una CPU i5-4690K @3.50GHz, 16GB di RAM e una GPU Nvidia 980 con 4GB di VRAM, abbiamo ottenuto i seguenti risultati (a una risoluzione di 1080p).

Siamo sorpresi che nonostante l’elevata richiesta teorica di VRAM (12,34GB) il gioco è stato in grado di funzionare egregiamente bene anche a impostazioni massime, anche se in numerose situazioni il frame rate calava abbastanza vistosamente.

Tuttavia, vi consigliamo caldamente di tenere basse appositamente alcune impostazioni, le quali impattano in maniera significativa sul frame rate senza tuttavia apportare cambiamenti apprezzabili, soprattutto se siete tra coloro che possiedono un monitor ad alte frequenze. Tra queste, come abbiamo già accennato, le luci volumetriche, dato l’impatto sul fronte degli fps in cambio di un miglioramento pressoché marginale, consigliamo di metterle su Medio, e l’occlusione ambientale, l’SSAO funziona molto bene ed è più snello.
Inoltre, come abbiamo già detto, l’utilizzo delle DirectX 12 non è affatto convincente, in quanto rubano letteralmente una montagna di fps senza portare alcun beneficio in termini visivi, motivo per cui le sconsigliamo calorosamente.
Le ombre sono pesantissime, e se non avete parecchia memoria video, il nostro consiglio è lasciare almeno su Alto.

Purtroppo, sebbene il frame rate sia perlopiù stabile, è presente in svariate circostanze uno stuttering alquanto fastidioso. Ma in rete circola già una probabile soluzione per diminuire drasticamente la loro presenza, e consiste nell’impostare a 2GB la qualità delle texture, e confermiamo, almeno sulla nostra configurazione di prova, che questo trucco funziona per davvero. In ogni caso, è un piccolo problema che Capcom dovrà mettere a posto con le immancabili patch.

Comandi e dintorni

Come sempre, c’è una certa paura che i comandi con mouse e tastiera nei titoli in terza persona vengano bistrattati dagli sviluppatori, ma fortunatamente, al contrario con quanto è successo con Monster Hunter: World, con Resident Evil 2 non è il caso. Il gioco sfrutta molto bene i comandi tramite queste periferiche, e il movimento del mouse è preciso, fluido, e non contiene filtri che possano far storcere il naso ai puristi, anche se in verità un po’ di accelerazione del mouse c’è, ma è talmente blando da passare totalmente inosservato. È anche vero che movimenti molto veloci dello spostamento del mouse vengono attenuati ed eseguiti in modo lento, ma questo ha a che fare con la natura in terza persona del gioco, dove il personaggio ha una sua fisica da rispettare, e data la natura del titolo meno action e più ragionata, risulta persino coerente.
L’unica nota dolente è quando si ha a che fare con certi puzzle, dove è possibile interagire solo con i tasti movimento: nulla di grave, ma dà un po’ fastidio dover premere tasti anziché poter usare un comodo puntatore, tuttavia a riequilibrare la bilancia ci pensa il fatto che il gioco in questi determinati momenti va in pausa, per cui non c’è alcuno svantaggio che porti a motivi di frustrazione. Dulcis in fondo, è possibile assegnare due tasti a ogni comando, venendo incontro ai più indecisi.

Commento sul gioco

Il RE è tornato, dicono sui forum italiani. E noi non possiamo che confermarlo, il RE dei survival horror è ritornato, e l’ha fatto con grande stile ed efficacia. Resident Evil 2 è, in poche parole, una rivisitazione pressoché perfetta di come sarebbe stato il Resident Evil 2 originale se fosse stato fatto vent’anni più tardi, e il risultato, come abbiamo già fatto intendere, è sbalorditivo. Tralasciando la parte grafica, che già abbiamo avuto modo di tesserne le lodi, ciò che lascia sbalorditi è proprio il gameplay, rivisto e ribilanciato alla perfezione. Abbandonati i controlli stile tank e le telecamere fisse, il gioco questa volta propone uno stile da action game del 2019, con visuale libera dietro le spalle, proprio come il controverso Resident Evil 6, ma fortunatamente di quest’ultimo capitolo prende solo il tipo di movimento e la telecamera, lasciando perdere i suplex e tutte le altre assurdità che l’hanno caratterizzato.

La mira è stata rivista, in quanto non si è mai precisi al cento percento una volta portata l’arma in posizione di sparo, ma è necessario attendere qualche secondo da fermi che il mirino si stabilizzi. Questo consente di poter contare su tiri di precisione solo cercando di mettersi in posti adeguati, sufficientemente lontani da pericoli di vario tipo, ma anche in questo caso, a rendere le cose più complicate, ci pensa il fatto che gli zombie pare non vogliano proprio morire. Capcom ha deciso, coraggiosamente, di fare un approccio un pelino più irrealistico, rendendo gli zombie tanto coriacei quanto implacabili, e i giocatori si possono trovare di fronte a situazioni che a prima vista sono imbarazzanti e ridicole: sparare qualcosa come cinque colpi in testa spesso ha come risultato lo zombie che si accascia a terra, per poi rialzarsi poco dopo come se niente fosse successo. Tale comportamento porta con sé in verità una ventata di aria fresca nel panorama dei survival horror, perché uccidere non diventa più lo scopo, uccidere non è più una certezza ma una eventualità, uccidere fa consumare un incalcolabile numero di munizioni, e quelle che si possono trovare in giro o creandole combinando le polveri da sparo non sono tantissime, per cui il giocatore, conscio di questo, dovrà decidere se tentare di eliminare alcuni dei nemici per farsi strada o risparmiare colpi usando le proprie gambe e la propria agilità per fuggire. Questo rende il gioco estremamente teso, dall’inizio alla fine, non si ha mai la sensazione di avere la situazione in pugno, anche con le armi più potenti a disposizione, in quanto basta un niente, un proiettile andato a vuoto, un coltello rotto nel momento sbagliato, per vedere la scritta Game Over.

E l’IA degli zombie di certo non rende più facile il gioco, in quanto ci troviamo di fronte a una intelligenza che potremmo definire quasi realistica, se la cosa ha senso. Gli zombie barcollano, inciampano, perdono il senso dell’orientamento, vagano senza meta e finiscono chissà dove, a volte fissano il vuoto pensando ai fatti loro ignorando completamente i protagonisti, si buttano dalle balconate per raggiungerci, a volte procedono lentamente, a volte fanno scatti inaspettati, insomma, le situazioni che sono in grado di creare sono molto variegate.
Sul fronte dei contenuti non ci si può lamentare, in quanto propone sia le campagne di Leon e Claire, che le campagne a ruoli invertiti, anche se purtroppo risultano un po’ troppo simili tra loro, più due missioni extra segrete che si sbloccano con particolari condizioni, e in più Capcom ha già rivelato che sono previsti tre DLC totalmente gratuiti con protagonisti altrettanti personaggi diversi.
Una singola campagna può portare via dalle 7 alle 10 ore la prima volta che la si affronta, a seconda di quanto tempo si dedica all’esplorazione. Spolpato completamente l’intero gioco dura non meno di 30 ore totali.

Conclusioni

Capcom con questo remake si conferma ancora una volta REgina dei survival horror, grazie un prodotto ben confezionato, innovativo e impressionante. Nonostante abbia qualche basso in mezzo a moltissimi alti, fortunatamente questi ultimi sono più che convincenti a tal punto da farvi completamente dimenticare dei primi. A fronte di un gameplay rivisto e corretto pressoché ineccepibile e convincente, unita a una buona longevità, il titolo mostra un poco il fianco sul lato tecnico. Di fronte a una grafica con dettagli incredibili e al limite del fotorealismo, purtroppo arranca su alcuni aspetti, quale ad esempio un massiccio stuttering con alcune impostazioni, l’utilizzo inadeguato delle DirectX 12, nonché all’impossibilità di togliere determinate impostazioni figlie dei limiti tecnici su console. Ma nel complesso, è un titolo promosso senza riserve, i cui fan della saga e dei survival horror devono assolutamente metterci le mani sopra. Ora non possiamo che attendere… o meglio, addentare, con impazienza gli eventuali remake del 3 e di Code Veronica, se mai ci saranno!

Come sempre vi lasciamo con una ricca galleria d’immagini tratte dal gioco, e in fondo un video in 4K con tutte le impostazioni al massimo, tratto dal canale Rob Cram.

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