Outcast a new beginning rece

Outcast. Probabilmente se siete giovani questo nome non vi dirà nulla, e per una buona ragione. Il gioco Outcast uscì alla fine del secolo scorso, nel 1999, e fu un titolo rivoluzionario per l’epoca. Fu infatti uno dei primissimi veri open world mai realizzati, un risultato a dir poco sbalorditivo per un’epoca dove la RAM installata su un normale PC si misurava non in Gigabyte, ma in Megabyte a due cifre. Sfortunatamente il gioco non trovò il favore del pubblico, nonostante chiunque lo giocò lo reputò un capolavoro, complice un’ambientazione aliena che non era mai stata così coinvolgente. Inutile dire che un sequel finì presto nel cestino per motivi economici. Tralasciando un remake datato 2017 e chiamato Outcast: Second Contact (e che consigliamo di recuperare), i tentativi di rianimare questa IP con un nuovo capitolo si sono rivelati futili, tra cui una campagna KickStarter. Tuttavia, dopo tanto silenzio, quasi inaspettatamente A New Beginning è qui tra noi, e non si tratta di un reboot, bensì di un sequel, creato tra l’altro dagli ideatori originali. Scopriamo se vale la pena o no di visitare un’altra volta il magnifico mondo di Adelpha.

Outcast A New Beginning rece 7

Lezioni di storia

Prima di parlare della trama di Outcast – A New Beginning, è opportuno fare un passo indietro e parlare del primissimo capitolo, perché il suo background è importante.

Tutto ebbe inizio diversi anni prima: gli scienziati terrestri sono riusciti a trovare un modo per viaggiare in un universo parallelo, e tramite una sonda hanno scoperto un pianeta chiamato Adelpha, su cui è presente non solo vita, flora e fauna, ma persino una specie senziente e razionale con una intelligenza molto simile agli Homo Sapiens, chiamati Talan. Essi sono dei bipedi con tre dita per mano (ma forse sarebbe meglio dire che preferiscono contare in base sei?), sono molto spirituali e religiosi, il loro calendario si basa sulle fasi lunari, hanno un sistema sociale matriarcale dove le femmine comandano e i maschi lavorano, e tecnologicamente sono molto arretrati, ma possiedono conoscenze di fisica molto avanzata. E ovviamente adorano ubriacarsi con una bevanda alcolica chiamata Lampè. I Talan, vedendo la sonda, decisero di attaccarla, ma il suo danneggiamento causò la formazione di un buco nero che avrebbe portato alla distruzione della Terra se non si fosse fatto qualcosa. Il giocatore vestiva dunque i panni di un ex-Navy SEAL chiamato Cutter Slade, con il compito di visitare Adelpha per scortare tre scienziati e riparare la sonda per scongiurare la distruzione del proprio pianeta natale. Tuttavia, a causa di alcuni problemi durante il teletrasporto, l’intero team si è separato, e Cutter Slade, trovatosi solo in mezzo ai Talan, i quali stranamente sanno parlare uno sgangherato inglese, scopre di essere considerato da loro un “Ulukai”, una sorta di Messia secondo le leggende locali. Suo malgrado si ritroverà dunque a dover fronteggiare un certo Fae Rhan, un tiranno che ha portato guerra e distruzione tra l’armonioso popolo dei Talan, oltre a dover ritrovare gli scienziati scoparsi e i pezzi per riparare la sonda. E ovviamente trovare un modo per tornare a casa.

Outcast – A New Beginning si svolge diversi anni dopo il primo. Il giocatore vestirà di nuovo i panni (arancioni) di Cutter Slade, il quale si ritrova inaspettatamente su Adelpha, senza sapere come ci sia arrivato. Egli ha dei vaghi ricordi della sua precedente avventura su questo pianeta, ma della vita che ha vissuto durante tutti questi anni non ne ha nemmeno uno. Tuttavia, scoprirà ben presto che Adelpha è invasa da una forza militare umana venuta per installare gigantesche trivelle per estrarre il cosiddetto Helidium bianco, un cristallo energetico di immenso valore, causando danni e distruzione alla popolazione Talan, e decide dunque di vestire di nuovo i panni dell’Ulukai e combattere contro la sua stessa specie (in realtà le forze armate dell’esercito sono costituite da droni, robot e androidi) per rimandare tutti a casa e far tornare la pace tra i Talan. Ma per farlo dovrà scavare giocoforza nel suo passato, capire cosa ha fatto durante tutti questi anni, capire come è arrivato su Adelpha senza l’ausilio di costosissimi teletrasporti o astronavi, e soprattutto capire come diamine fa a comprendere l’idioma nativo dei Talan (poiché l’inglese è stato bandito anni prima), e capire perché ha spesso delle visioni in apparenza divine.

Outcast A New Beginning rece 10

Ma quanto è bello andare in giro con un jetpack sulle spalle

Outcast – A New Beginning, non è molto dissimile dal suo predecessore. Trattasi infatti di un action open world in terza persona, con un’enfasi posta in particolare su azione, combattimenti, esplorazione e narrazione. Come verrà spiegato nel tutorial, il giocatore dovrà portare a termine due macro-obiettivi per poter far cessare l’invasione umana e riportare l’armonia tra il popolo Talan, ovvero rubare dieci carichi di Helidium bianco dalle basi militari e ottenere i Daromon da ciascuno dei sette villaggi della Regione, medaglioni che rappresentano la fratellanza e la pace e che vengono donati quando un popolo si trova in una condizione di armonia. Naturalmente non mancheranno poi obiettivi secondari e altre attività di varia natura, sparpagliate per l’intera mappa, che spaziano dall’aprire antichi templi, a saccheggiare avamposti militari o a uccidere la fauna corrotta in una determinata zona.

A differenza di molti altri open world, Outcast non ha livelli di esperienza o punti abilità, ma usa qualcosa di leggermente diverso. Per sbloccare nuove abilità, migliorare le proprie armi, il proprio inventario o lo zaino jetpack occorrerà trovare infatti i materiali appositi, materiali che vengono elargiti completando determinate missioni o attività. Ad esempio, le nano-celle e le macro-celle, necessari a migliorare le armi e le abilità di Slade, sono elementi tecnologicamente avanzati e verranno pertanto trovati solamente saccheggiando le basi militari o distruggendo i robot militari, mentre l’Helidium blu che serve per potenziare prevalentemente lo zaino jetpack viene di solito elargito dopo aver completato una missione, aver superato determinati percorsi a ostacoli o aperto alcune casse segrete. Una piccola differenza ma che tanto basta a rendere le attività degli open world di solito note per essere trite e ritrite in qualcosa che si vuole fare in quanto la ricompensa è ricercata e permette di potenziare attivamente il proprio personaggio.

Outcast A New Beginning rece 3

Abbiamo accennato a uno zaino jetpack. Questo perché è l’equipaggiamento più importante a disposizione di Slade. Infatti, è lo strumento principale con cui è possibile muoversi nel mondo di gioco, e tra le altre cose rende immuni dai danni da caduta, permette di attraversare grandi distanze in poco tempo sorvolando rasoterra o di planare nell’aria come novelli Batman, permette di fare agili e spettacolari schivate in combattimento, ma soprattutto permette di fare grandi salti, necessari per raggiungere posti altrimenti inaccessibili, e potenziarlo a dovere è praticamente un obbligo. Ovviamente con i giusti upgrade è anche possibile usarlo come aiuto in combattimento, e la sua padronanza, specie nelle fasi avanzate di gioco, sarà dunque importante. Inizialmente potrebbe apparire come ostico usarlo, ma basta poco per abituarsi e riuscire a fare ciò che si vuole, e quando è potenziato al massimo verrebbe quasi da dire che il limite è la fantasia (nonché il carburante massimo che si può usare tra un uso e l’altro…).

Slade avrà con sé altri apparecchi tecnologicamente avanzati rubati ovviamente dai suoi ex-commilitoni, tra cui uno scudo, per proteggersi dal fuoco nemico senza subire danni, e un comunicatore, che funge non solo da radio per comunicare con Lehaz, un guerriero Talan femmina nonché la nostra guida, ma anche da scanner per evidenziare al volo gli elementi più importanti e interagibili attorno al giocatore. Ovviamente non mancheranno le armi con cui potersi difendere, ovvero una pistola e un fucile, entrambi laser, alimentati rispettivamente da Helidium verde e rosso. Se due armi potrebbero sembrare un po’ pochine per un titolo che può durare decine di ore (parliamo della trentina di ore per gustarsi la storia, poco più di quaranta se si ambisce al 100%), avete ragione, ma si dà il caso che esse siano pesantemente potenziabili tramite appositi moduli che permettono di conferire loro abilità uniche. I moduli presenti e che andranno trovati sono numerosi, ma ovviamente gli slot in cui installarli sono limitati (e pure costosi da sbloccare).

Outcast A New Beginning rece 9 1

I moduli comprendono upgrade classici come aumentare il rateo di fuoco, diminuire il surriscaldamento dell’arma o causare danni critici più alti, a quelli più esotici come rendere i colpi esplosivi, o addirittura smart, a quelli che cambiano tantissimo il comportamento dell’arma, come sparare un fascio di laser a mo’ di fucile a pompa o delle bolle di energia che danneggiano chiunque gli stia vicino. Non c’è davvero alcun limite con cui si possono combinare questi moduli ed è possibile persino farlo nel bel mezzo di un combattimento, permettendo dunque di creare due armi profondamente diverse tra di loro come meglio si crede. Da notare che, in genere, più moduli sono montati su un’arma, e più Helidium consumerà, pertanto non dimenticatevi di acquistare un upgrade per poter portare più munizioni.

Ma non è finita qui: quelli appena citati rappresentano semplicemente l’equipaggiamento di partenza. A mano a mano che aiuterete i vari villaggi Talan essi vi daranno abilità ed equipaggiamento aggiuntivo come premio per i vostri sforzi.  La cosa apprezzabile e alquanto originale è che ci sono intere missioni dedicate alla preparazione di tali pezzi di equipaggiamento, per poi finire nelle mani del protagonista quando saranno pronti. In genere, queste abilità ruotano attorno alla possibilità di sfruttare la flora e la fauna di Adelpha a vostro favore, sia in combattimento che in fase di esplorazione. Poter indirizzare dei pericolosissimi insetti sputa acido contro un’armata di robot non ha veramente prezzo.

Outcast A New Beginning rece 1

My name is Slade, Cutter Slade.

Adelpha, anche se abitata dai pacifici Talan, non è per niente un pianeta amichevole. Essa è abitata anche da altre creature, sia pacifiche che aggressive. Mentre le prime sono lì per fare scena, ma che saranno protagoniste di alcune delle missioni più simpatiche del gioco, le altre sono lì per mettervi i bastoni tra le ruote, ma saranno anche fonte inesauribile di materiali per il crafting (con cui poter creare pozioni di ogni genere, ma anche determinati oggetti per le missioni). C’è un po’ di tutto che aspetta solo di assaggiare il laser delle vostre armi, animali tipo lupi, avvoltoi rapaci, insetti giganti, ma anche la flora non è particolarmente amichevole, ed esistono alcune piante che assomigliano a serpenti che non vi risparmieranno di sputarvi addosso veleno. Ma i veri nemici sono ovviamente i robot dell’esercito umano. Essi spaziano dagli androidi base, agili ma fragili e che possiedono una variante “samurai” programmata per il corpo a corpo, a quelli più massicci, a torrette automatiche, droni volanti e altri bestioni metallici che buttarli giù da soli è veramente impegnativo. C’è un po’ di tutto e non si può dire che la varietà non manchi su questo aspetto. La IA che gestisce il tutto è comunque buona e fa il suo dovere. Gli animali, ad esempio, quando sono in gruppo girano attorno al giocatore per confonderlo e hanno la tendenza a colpirlo da dietro, dove è più vulnerabile, mentre i robot più fragili hanno la tendenza a ripararsi dietro i muretti, ma quelli più corazzati, consci della loro resistenza, tendono a mantenere un approccio aggressivo contro il giocatore.

Non pensiate che su Adelpha l’unica cosa che si faccia sia ammazzare robot o la fauna e la flora aggressiva. Parte dell’esperienza di Outcast consiste nel parlare (tanto) assieme a diversi Talan importanti di ciascuno dei sette villaggi. I dialoghi sono strutturati in modo che il giocatore venga immerso nella cultura Talan e nei loro modi e costumi e nelle loro regole, cercando di fargli capire il perché c’è bisogno che completi una determinata missione. Non solo, ma Cutter Slade è proprio un personaggio, uno che fa dell’ironia e del sarcasmo il suo cavallo di battaglia, il quale non riesce a esimersi nel fare battute, giochi di parole o confronti con la società umana da cui proviene, creando inevitabilmente divertenti equivoci e incomprensioni. E questo è uno dei punti di forza del gioco, perché di dialoghi ce ne sono tanti, ma sono scritti in un modo che comunque intrattengono il giocatore facendogli fare una risata di tanto in tanto. Comunque, vogliamo lodale la scelta di aver aggiunto un glossario consultabile in tempo reale con la definizione delle parole Talan intraducibili, le quali appariranno colorate nei sottotitoli durante i dialoghi.

Outcast A New Beginning rece 5

I Talan con cui parleremo sono tutti ben caratterizzati e unici, e hanno tutti un loro scopo. Ce ne sono di tutti i tipi: il mastro birraio con il figlio intelligente ma che vuole imporgli l’attività di famiglia, il guru di sostante stupefacenti strafatto che sta più di là che di qua, studiosi rivali che fanno a gara a chi farà una scoperta che rimarrà nella storia, il capo villaggio scontroso che anziché vederci come un salvatore ci vede come una spina nel fianco e tenterà di tutto per non farci avere ciò che vorremmo. Anche i villaggi principali sono ben curati e ben diversi tra di loro, si passa infatti dal classico villaggio nel bosco che si estende lungo l’altezza degli alberi su cui crescono i frutti con cui si nutrono al villaggio costituito da palafitte e che vive di pesca sulla costa, fino a un villaggio-miniera dentro un enorme spuntone di roccia in mezzo al deserto completamente ridotto in schiavitù dai robot militari.

Tali villaggi, seppure distanti gli uni dagli altri, sono collegati tra loro dai Daoka, veri e propri portali stile Stargate la cui costruzione è attribuita agli Antichi, una sorta di società iper-tecnologica che visse prima dell’arrivo dei Talan, di cui purtroppo si sa poco e nulla. Sfortunatamente, con l’arrivo degli invasori umani, i Daoka sono stati tutti spenti e i cristalli per alimentarli rubati dall’esercito, tuttavia, come missione principale quando si arriva in un nuovo villaggio è proprio quello di rubare tale cristallo dall’avamposto in cui è custodito e riaccendere il Daoka corrispondente. Accenderli vuol dire poter poi usarli come meta del viaggio rapido, usabile in qualunque momento dalla mappa.

Tuttavia, se da un lato ci sono dialoghi che invogliano il giocatore a scoprire il mondo che lo circonda, anche per via di alcune situazioni davvero bizzarre, dall’altra la qualità delle missioni in sé è nella media del genere, senza infamia e senza lode (anche se non mancheranno delle gradite sorprese). E ovviamente, data la natura del gioco, non ci sono scelte da fare, però è possibile completare le missioni o esplorare il mondo di gioco nell’ordine in cui lo si desidera, anche perché non ci sono barriere che impediscono il giocatore nel raggiungere determinati luoghi prima di certi eventi (al limite non potrà fare alcune attività se non avrà determinate abilità dello zaino jetpack) o nemici di livello troppo alto (però ci sono nemici che sono molto ardui da affrontare se non si è ancora trovato il giusto equipaggiamento). Questo è un aspetto che forse potrà passare inosservato, ma nel caso di una seconda run è possibile andare subito nel villaggio che sblocca l’abilità che si reputa migliore per ottenerla il prima possibile.

Il fantastico mondo di Adelpha

Graficamente Outcast si difende estremamente bene, merito dell’Unreal Engine 5. Non solo l’impatto visivo è più che buono, ma anche il comparto artistico è davvero ben fatto, e si vede che gli artisti si sono sbizzarriti nel ricreare un mondo alieno credibile e pertinente. Questo permette al gioco di avere dei panorami mozzafiato in molti punti della mappa. Sfortunatamente lo stesso non si può dire per le prestazioni, in quanto il gioco è un pochino esoso di risorse. Sulla nostra macchina che abbiamo usato per giocarlo, dotata di un processore i5-4690k a 3,20GHz, 16GB di RAM e una Nvidia RTX 2070 con 8GB di VRAM riuscivamo a fare a malapena i 30fps, mentre con il DLSS attivo potevamo toccare anche i 40fps. Sicuramente sacrificando ancora di più i dettagli visivi avremmo ottenuto frame in più. Giocabile, certo, ma se avessimo avuto qualche frame in più non lo avremmo di certo rifiutato.

Outcast A New Beginning rece 8

Purtroppo, sono anche presenti dei bug qui e là, ma fortunatamente niente di critico o grave. Il più grave è certamente quello in cui i nemici finiscono incastrati negli elementi dello scenario, come massi, pavimenti, pareti, il che di per sé non sarebbe neppure così male, ma potrebbe esserlo nel momento in cui uccidere quel determinato bersaglio fa parte di una missione e rimanendo dentro un masso diventerebbe non colpibile. Fortunatamente a noi non è mai successo, ma non è detto che non possa capitare a qualcuno. Ci è anche successo di avere avuto dialoghi relative a missioni che avevamo fatto ore e ore prima come se non avessimo mai fatto nulla al riguardo. Oppure che d’un tratto apparisse nella nostra lista di missioni attive una già precedentemente conclusa (uscire e caricare la partita ha però sistemato questo piccolo problema). E visto che siamo in tema di problemi, avvertiamo che in tutta l’avventura abbiamo avuto solo un crash, stranamente causato da un semplice segnalino messo sulla mappa su un determinato obiettivo. Insomma, di bug ne abbiamo beccati, ma fortunatamente nessuno di essi ha rovinato irreparabilmente l’avventura. Danno fastidio, quello sì, ma ci si può convivere. Ne avevamo incontrati altri, ma fortunatamente pare siano stati definitivamente risolti con una patch rilasciata alcuni giorni prima del lancio.

Outcast A New Beginning rece 2

Commento finale

Outcast – A New Beginning è una bella sorpresa. Nonostante qualche sbavatura di troppo nel comparto tecnico, nel complesso è una signora avventura che aspetta solo di essere vissuta e assaporata. Merito del mondo di gioco, un pianeta alieno pieno di vita e con una civiltà credibile e coerente, tutta da scoprire. Merito della sua struttura open world, laddove l’originale l’aveva ideata, qui la raffina, grazie ad alcune idee azzeccate che rendono le varie attività extra, in genere poco interessanti e ripetitive, qui molto remunerative, nonché per la possibilità di completare le varie missioni nell’ordine che si preferisce. Merito del piacevole comparto narrativo, profondo, articolato, vario e divertente che incolla il giocatore e non lo distacca più finché non avrà visto tutte le stranezze che sono state implementate. Peccato solo per l’assenza di qualche missione un po’ più polposa, un po’ più profonda, anche se alcune sono memorabili per quanto assurde siano. Sperando che i bug presenti vengano risolti, che per quanto siano minori saltano un po’ troppo all’occhio, nel complesso reputiamo questo nuovo Outcast come meritevole di trovarsi nelle librerie digitali dei giocatori che amano le belle esperienze.

Quanto è stato utile questo articolo?

Valutazione media 0 / 5. Voti: 0

Nessun voto per ora! Sii il primo a valutare questo articolo.

Banner Telegram Offerte PC Gaming

Offerte Esplosive per PC Gaming! 💥

Entra nel nostro gruppo Telegram e non perdere mai più un affare su componenti, periferiche e giochi per PC!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *