Monster Hunter: World ritirato dal mercato cinese

Monster Hunter: World è stato ben accolto dai giocatori PC, tant’è che a quanto pare ha già superato i due milioni di copie vendute su Steam. Tuttavia, l’entusiasmo di Capcom si sarà alquanto spento quando le autorità hanno proibito la vendita del titolo sulla piattaforma WeGame, del colosso cinese Tencent, con conseguente rimozione.

Il motivo di tale rimozione resta ignoto, anche se in una intervista con MorningStar le autorità cinesi avevano sollevato parecchie criticità circa il gioco, senza tuttavia entrare nel dettaglio. Si presume che una di queste criticità abbia a che fare con il modo in cui i cadaveri vengono rappresentati nel gioco.

La censura cinese è alquanto intransigente e stringente, tant’è che, ad esempio, è proibito raffigurare qualunque forma di superstizione religiosa all’interno dei videogame, come gli scheletri vivi tanto cari ai dungeon master. Per evitare dunque che il proprio gioco venda bandito, entità del genere devono essere rifatte appositamente per essere tollerate dalle autorità o tolte del tutto.

Anche PUBG finì nel mirino della autorità cinesi, questi ultimi chiedendo a Tencent di modificare il gioco affinché facesse risaltare i valori socialisti del paese – cosa che né Tencent, né PUBG Corp. hanno idea di cosa significhi all’atto pratico.

Tencent aveva fatto sapere che i pre-ordini del titolo sono andati a gonfie vele, tant’è che avevano superato il milione di unità. Chiunque abbia acquistato il titolo su WeGame, avrà la possibilità di richiedere un rimborso completo entro e non oltre il 20 agosto, o tentare la sorte e tenerlo disponibile sul proprio account.

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