“Come sarebbe Gears of War se fosse uno strategico a turni alla XCOM?” Gears Tactics risponde precisamente a questa domanda, non cercando però di scimmiottare la famosa serie targata Firaxis, ma cercando di trasportare la serie Gears of War negli strategici a turni, ponendosi quindi l’obiettivo di rinnovare un po’ la formula classica del genere. L’esperimento è riuscito? Ve ne parliamo nella nostra recensione. Piccola nota: ci teniamo a ringraziare Microsoft per averci fornito un codice del gioco e aver reso quindi possibile questa recensione.

Il fucile da cecchino è il tuo migliore amico

Entrare in un genere come quello degli strategici a turni non è facile, soprattutto se hai come concorrente una serie che funziona alla grande come XCOM, per riuscire a emergere devi dare qualcosa di nuovo ai giocatori, fortunatamente The Coalition e Splash Damage l’hanno capito e hanno apportato dei cambiamenti piccoli ma importanti ai combattimenti: ogni personaggio ha 3 azioni e sparare non fa terminare automaticamente il turno, questo ci permette anche di poter sparare tre volte nello stesso turno, gli attacchi da mischia sono rimpiazzati da delle abilità speciali, con un cooldown, che ci permettono di caricare i nemici uccidendoli all’istante: queste abilità sono molto forti, almeno nei primi atti, e quindi sono utilizzabili solo da due delle cinque classi (cecchino, avanguardia, scout, supporto e pesante) che il gioco ci mette a disposizione, le altre classi non hanno alcun tipo di attacco ravvicinato.

Dove gli sviluppatori hanno sicuramente speso la maggior parte del loro tempo è stato nella creazione degli alberi delle abilità: come è ovvio, ogni classe ha un suo albero delle abilità specifico che offre un alto livello di specializzazione delle unità, con la possibilità di concentrarci su un unico aspetto, per esempio le abilità di cura e potenziamento in un supporto, oppure creare un ibrido che possa sia curare che essere efficace in battaglia. Le abilità e il loro utilizzo sono il fulcro dei combattimenti, utilizzandole intelligentemente, e combinando fra di loro le abilità di diverse classi, si possono riuscire a eliminare intere squadre nemiche in un solo turno, per farvi capire meglio vi facciamo un esempio: potenziando in un determinato modo un personaggio supporto, a ogni uccisione che facciamo con l’attacco ravvicinato (una motosega che apre letteralmente in due i nemici) gli altri membri della nostra squadra ottengono un’altra azione per questo turno, a questa abilità potete abbinare quelle del cecchino, che gli permettono di riottenere il massimo dei punti azione uccidendo o atterrando un nemico. Questo è un esempio molto semplice di un’abilità che si può facilmente abbinare con altre delle altre classi per capovolgere le sorti di un combattimento, ma le combinazioni che si possono fare sono molte e sta a noi scoprirle e utilizzarle nel momento migliore. La presenza di più punti azione e di tante possibilità per ottenere punti azione aggiuntivi utilizzando bene le abilità speciali, rendono i combattimenti di Gears Tactics più dinamici e veloci rispetto a un XCOM.

Andando oltre i combattimenti, Gears Tactics si discosta dalla serie XCOM anche nella struttura della campagna: dimenticatevi tutta la parte gestionale che da sempre ha contraddistinto la serie Firaxis, Gears Tactics è molto più lineare proponendo una serie di missioni principali intervallate da qualche missione secondaria da completare obbligatoriamente; niente ricerca di nuove armi, niente autopsia delle locuste, in Gears Tactics le meccaniche gestionali si limitano al reclutamento di nuove unità, che saranno disponibili dopo aver completato una missione. Le armi non si possono cambiare, ma completando le missioni si ottengono delle casse di equipaggiamento con dentro svariati gadget da applicare alle armi o armature nuove, ognuna di queste da diversi perk che possono essere anche determinanti in combattimento.

Nei primi atti la campagna scorre bene, le missioni sono divertenti e le boss battle di fine atto ci sono piaciute molto, nell’ultimo atto, però, la mancanza di varietà inizia a farsi sentire pesantemente: le missioni iniziano a essere tutte simili e anche le location iniziano a essere le stesse, questo non sarebbe un grosso problema se il gioco non ci costringesse a completare anche le missioni secondarie per sbloccare quelle principali, una scelta che si rivela fortemente penalizzante perché senza varietà nelle missioni e senza un motivo per farle, negli XCOM la parte gestionale ti invoglia a portare a termine anche gli incarichi secondari, la ripetitività e la noia posso prendere purtroppo il sopravvento. Qualcuno potrebbe obiettare: “Le missioni secondarie ti permettono di reclutare nuove reclute e ottenere casse di equipaggiamento” Sarebbe una obiezione giusta, se non fosse che, anche a difficoltà esperto, difficilmente abbiamo perso una unità in battaglia e le casse di equipaggiamento inizieranno a diventare quasi inutili ad un certo punto, visto che avremo già abbastanza gadget per armare bene le nostre unità migliori. Lodiamo invece la scelta di inserire una boss battle alla fine di ogni atto, una scelta completamente azzeccata e che pone i giocatori davanti a delle battaglie con regole diverse rispetto a quelle delle altre missioni.

Per quanto riguarda la trama, Gears Tactics si pone come un prequel dei capitoli principali della serie e ci vedrà impersonare Gabe Diaz. Il nostro obiettivo è quello di uccidere Ukkon, una locusta che sta creando un esercito di locuste potenziate. I prequel spin-off possono essere un ottimo modo per far interessare nuovi utenti, che magari non hanno mai provato un titolo della serie principale, al mondo di gioco di una serie, Gears Tactics spreca questa opportunità parlando davvero poco del mondo di gioco e proponendo una trama non particolarmente brillante con dialoghi anch’essi non particolarmente brillanti. Difficilmente una persona che non ha giocato un Gears si appassionerà al suo mondo di gioco giocando a Gears Tactics, ed è un peccato perché questa era una grande occasione. La trama risulta comunque godibile, ma vista la qualità delle cinematiche, e la linearità della campagna, ci aspettavamo che gli sviluppatori puntassero di più sul lato narrativo. Ne parliamo anche nella sezione dedicata al reparto tecnico, ma vogliamo dire anche qui che siamo rimasti sorpresi dalla grande qualità delle cinematiche: animazioni facciali, modelli di compagni e nemici, la qualità grafica generale è davvero alta considerando che stiamo parlando di uno strategico, non possiamo che fare i nostri complimenti agli sviluppatori.

Reparto tecnico

Graficamente ci troviamo davanti a un prodotto eccellente, siamo rimasti sinceramente sorpresi dalla qualità visiva del titolo, non ci aspettavamo questa qualità sia nelle cinematiche che nella grafica in-game. Pur avendo giocato il titolo prima della sua uscita, quindi senza eventuali patch correttive, non abbiamo riscontrato grossi problemi tecnici, l’unico è stato uno sporadico caricamento tardivo delle texture in alcune scene, ma nulla che non si possa risolvere con qualche patch. Siamo rimasti soddisfatti anche dalle impostazioni grafiche: oltre al buon numero di impostazioni presenti, il gioco ci segnala anche dove una determinata impostazioni pesa di più (GPU, CPU, VRAM), una informazione sicuramente molto gradita. Le prestazioni sono ottime, con il nostro PC di prova, che monta un RX 480 e un i5 6500, siamo riusciti a giocare tranquillamente con il preset Ultra senza troppi problemi di frame rate, anche perché in uno strategico a turni non sono necessari i 60 fps sempre fissi. Se avete una configurazione simile alla nostra, vi consigliamo di utilizzare un mix fra le impostazioni Alte e quelle Ultra, cosi da avere una esperienza fluida senza perdervi nulla della bellezza visiva del gioco.

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