Yanis Varoufakis, ex ministro dell’economia greco ed ex economista presso Valve, in una lunga intervista da parte di Crypto Syllabus ha detto la sua riguardo a blockchain, NFT, politica, economica e del Metaverso.
Varoufakis nei primi anni ’10 aveva aiutato Valve a creare il marketplace di Steam, il luogo dove i giocatori possono scambiarsi e barattare tra di loro oggetti. A tal proposito, Varoufakis ha detto la sua:
Dieci anni fa, il metaverso era già esistente tra le comunità gaming. I giochi di Valve avevano già creato economie così grandi da rendere Valve sia entusiasta che spaventata. Alcuni asset digitali che erano stati distribuiti gratuitamente hanno cominciato a essere venduti su eBay per decine di migliaia di dollari, molto prima degli NFT. Che cosa sarebbe successo se all’improvviso i prezzi di questi asset fosse crollato? Questo è ciò che tenne la gente presso Valve sveglia la notte.
Varoufakis crede di vedere una certa connessione tra questo marketplace e l’attuale trambusto nei riguardi degli NFT. Infatti, prosegue nell’intervista:
Oggi, dieci anni dopo, è chiaro che le comunità di gioco come quella che ho studiato in Valve hanno operato come veri e propri metaversi (per usare il termine di Zuckerberg). I giocatori sono stati attratti da loro dal gioco ma, una volta “dentro”, sono rimasti a vivere gran parte della loro vita, facendo amicizia, producendo beni da vendere, facendo dibattiti, ecc. L’ambizione di Zuckerberg è quella di inserire i suoi miliardi di utenti non giocatori di Facebook in un’economia sociale digitale simile a Steam, completa di una valuta della piattaforma dall’alto verso il basso che controlla. Come resistere al parallelismo con un feudo digitale in cui Zuckerberg sogna di essere il techno-lord?
Non manca poi una critica ai cosiddetti “pay-to-earn”, giochi nei quali si viene premiati con oggetti vendibili che hanno un valore economico, affermando che “l’idea che ora le persone debbano giocare come robot per guadagnarsi da vivere in modo da essere umane nel tempo libero è, infatti, l’apoteosi della misantropia”.