Dopo il successo indiscusso della prima trilogia, Daedalic Entertainment non ha messo definitivamente la parola “THE END” alla serie Deponia, ma ha voluto riprovare, sulla scia del successo, a riproporre le avventure di Rufus in una nuova storia, in cui i viaggi nel tempo sono l’elemento cardine del titolo.
Una storia non all’altezza dei precedenti capitoli
Ma come può continuare un gioco già concluso?
Basta pensare alla famosa trilogia di Back To the Future… per chi non lo avesse mai visto, i protagonisti dei film si spostano nel tempo grazie alla DeLorean ed effettivamente è un po quello che farà Rufus, attraverso una macchina del tempo varcherà e rivivrà la storia di Deponia.
Seppur il pretesto lasci molto a desiderare e sembri esser messo in piedi solo per fare un nuovo capitolo, i personaggi non sono cambiati: tutta l’ilarità dei precedenti capitoli è stata mantenuta in modo egregio e come al solito Rufus finirà in migliaia di pasticci prima di arrivare a destinazione, inoltre non mancheranno vecchi incontri grazie a cui potremo capire particolati retroscena.
Sarà un piacevole ritorno a Deponia.
Per non entrare ancor più nei dettagli e rovinarvi il gioco nel suo punto di forza, mi soffermerò solo agli avvenimenti dei primi cinque minuti; infatti non partiremo immediatamente dal passato, ma avremo un breve scorcio del futuro: Deponia è coperta dalla neve, Elysium è in cenere e i Fewlock sono ovunque.
E’ in questa ambientazione, al dir poco drammatica, che inizia il tutorial e con esso il nuovo capitolo.
Rufus è cambiato: barba e baffi incolti, una cicatrice al di sotto dell’occhio destro e non sembra più il ragazzo che aveva come unico obbiettivo di vita raggiungere Elysium; fin da subito si nota questa sua diversità, ecco che quindi, solo l’ingresso nella macchina del tempo può ripristinare le cose come erano.
Seppur in questa fase mancherà l’umorismo, punto focale di tutta la serie, quest’ultimo ritornerà con l’accesso alla macchina del tempo, quando il Rufus serio, sarà completamente sostituito dal Rufus che, con toni buffi, ci ha accompagnato per i precedenti tre capitoli.
Meccaniche di gioco che rispecchiano i precedenti capitoli
Il gameplay è rimasto più o meno invariato rispetto ai predecessori: come ogni punta e clicca a cui siamo abituati da anni dovremo, tra le varie ambientazioni, cercare i vari oggetti, unirli assieme e utilizzarli per aprirci la strada.
Tutto questo sarà indispensabile per risolvere i vari enigmi che ci troveremo di fronte mano a mano che procederemo nel gioco.
Entrando nel dettaglio delle meccaniche di gioco: premendo il tasto destro potremo osservare alcuni oggetti e persone ottenendo informazioni, mentre attraverso il pulsante sinistro interagiremo direttamente con essi: potremo dialogare, premere bottoni e azionare leve.
Inoltre in alcune scene dovremo premere ripetutamente il pulsante sinistro in una sorta di quick time event; questo forse è l’elemento del gameplay che più si discosta dai classici punta e clicca, ma che è anche il meno riuscito, infatti non siamo stati in grado di apprezzare a pieno questo “sistema” che sembra estremamente fuori luogo e aggiunto solo per discostarsi dalle ormai usuali meccaniche.
Rispetto ai precedenti capitoli, sono migliorati notevolmente anche gli enigmi: se infatti nei predecessori alcuni di questi non avevano nessun nesso logico con la storia o con l’ambientazione del momento, in Deponia Doomsday abbiamo notato che tutti gli enigmi seguono un filo logico netto e preciso, rendendo meno frustante il gioco.
Comparto grafico di ottima fattura
Seppur accedendo alle impostazioni l’unica cosa che potremo impostare è la risoluzione e pochissime altre opzioni, Deponia non tradisce le aspettative e come i precedenti capitoli offre un comparto video di ottima fattura.
Le animazioni sono perfette, il personaggio respira e non è solo un’immagine in uno sfondo e anche tutti gli altri personaggi svolgono i propri lavori.
Rufus inoltre non lascerà l’ambiente invariato, alcune nostre azioni infatti condizioneranno tutto ciò che è attorno a noi.
Ancora una volta quindi il 2D da il meglio di sè, non sentiremo mai la mancanza e la voglia di vivere un’avventura anche nel senso della profondità: l’universo di Deponia si basa su due dimensioni e la sua progettazione è tanto ben articolata, attraverso la cura degli ambienti e dei personaggi in ogni minimo dettaglio, da dare l’idea di avere tra le mani un disegno che spontaneamente prende vita e ci permette di vivere un avventura unica.
Per quanto riguarda la musica e gli effetti sonori, questi sono variati rispetto ai precedenti capitoli, la musica, a tratti più seria, non ci ha lasciati indifferenti, ci è piaciuto l’accostamento tra l’ilarità di Rufus da un lato e la musica decisa e drammatica dall’altro lato.
Conclusione
Il gioco seppur presentando una storia vista e rivista come quella dei viaggi nel tempo, mantiene comunque il classico divertimento che ci ha accompagnato sin dall’inizio.
Pur non essendo all’altezza dei precedenti, si è dimostrato piacevole, certo non eccezionale, ma comunque Daedalic Entertainment ha svolto un ottimo lavoro grazie a degli enigmi ben realizzati e un comparto grafico che non hanno nulla da invidiare ad altri giochi.