Introduzione

Nel 2007 uscì un gioco chiamato Crysis, e divenne in poco tempo il terrore di tutti i PC a causa della sua pesantezza grafica, anche perché era stato progettato con in mente hardware che ancora non esisteva. Ebbene sì, all’epoca non esisteva computer che potesse far girare Crysis al massimo dettaglio possibile.

Proprio per questo non ci volle molto perché l’innocente domanda “ci gira Crysis?” riferito alle nuove macchine che a mano a mano vennero commercializzate diventasse un meme. Da allora di acqua ne è passata sotto i ponti, ma il meme non è stato affatto dimenticato, e forti di questo fatto, Crytek se ne è uscita con una Remastered con il solo obiettivo (ma questa è una nostra supposizione) di voler mettere in ginocchio l’hardware moderno come fossimo a quel fatidico 2007. E potremmo dire che ce l’ha fatta, ma per i motivi sbagliati, che andremo a vedere in questa recensione.

Grafica e Impostazioni Massime

Dal punto di vista grafico, Crysis Remastered è qualcosa di spettacolare, da lasciare a bocca aperta. Le foreste sono ricreate davvero bene, i giochi di luce e le ombre che si vengono a creare al loro interno sono alquanto fedeli e realistiche, il ray tracing se abilitato fa il suo dovere, grazie anche ai riflessi sulle superfici riflettenti, così come sulle superfici dell’acqua, e i panorami sono ricreati bene anche grazie alla grande distanza di visualizzazione.

Ma finito l’effetto sorpresa, ecco che analizzando bene il gioco e facendo le opportune comparazioni con l’originale, non tutto è stato migliorato come avrebbe dovuto, anzi, è stato addirittura peggiorato. Una delle prime cose che si possono notare giocando è la quasi completa mancanza della fisica del fogliame.

Esso si muove solamente al vento e sparandogli contro, ma andandoci fisicamente addosso o lanciando una granata nei loro pressi non si muoveranno nemmeno di mezzo millimetro (ma gli alberi piccoli, alcune delle case e le staccionate possono essere ancora distrutti, anche se con una fisica leggermente peggiore). Naturalmente non che questo abbia un impatto dal punto di vista del gameplay, ma fa assolutamente strano vedere la fisica applicata a certi elementi in un gioco del 2007 e non nella sua remastered del 2020.

Nonostante il comparto dell’illuminazione sia stato migliorato, grazie anche all’introduzione del ray tracing, purtroppo il risultato finale non è all’altezza delle aspettative. Se nella giungla le migliorie dell’illuminazione si fanno notare veramente tanto, con ombre migliori, più morbide, più definite, e giochi di luce nettamente più realistiche, al chiuso le cose si fanno diverse, in quanto si vede che il gioco era stato originariamente pensato con un tipo diverso di illuminazione, e niente è stato fatto per modificare questo aspetto.

In sostanza, i modelli poligonali illuminati con luci perlopiù artificiali non restituiscono un feeling “realistico” sotto questa nuova illuminazione, al contrario dell’originale, a causa dei colori che restituiscono non propriamente esaltanti, ma per compensare sono stati aggiunti i riflessi di varie superfici riflettenti, come pozzanghere, pavimenti lucidi, e così via, le quali erano totalmente assenti nell’originale. Un’altra aggiunta comunque interessante frutto dell’hardware moderno è il fatto che i cadaveri dei nemici non scompaiono dopo pochi secondi. È una cosa prettamente inutile alla fine, ma sarebbe stato estremamente strano se fosse stato il contrario!

Ma per quanto graficamente sia veramente bello ed è inutile negarlo, di contro, Crysis Remastered ha una palette cromatica che farà discutere, che farà aggrottare la fronte a più di una persona. Mentre l’originale era cupo e scuro per scelta di design in modo da avere colori spenti per essere il più realistico possibile, Crysis Remastered usa colori alquanto saturi, a tal punto che in certe scene risulta alquanto irrealistico, artificiale. Nessuno dice che non sia un bel vedere, ma per chi ha giocato il Crysis originale questa scelta potrebbe non piacere affatto.

Tutto questo tra l’altro stona a causa di un bug grafico che capita un po’ troppo spesso, bug che impedisce a certe texture di caricarsi correttamente quando ci si avvicina a determinati elementi tridimensionali (per ora è capitato soprattutto con gli alberi e certe rocce), rimanendo così con le texture usate per essere visualizzate sulla lunga distanza.

Per poter usufruire di cotanta bellezza grafica però il prezzo da pagare, almeno stando ai requisiti ufficiali, non è poi così elevato. I requisiti sono infatti:

Requisiti Minimi:

  • Sistema Operativo: Windows 10 64-bit
  • Processore: Intel Core i5-3450 / AMD Ryzen 3
  • RAM: 8GB
  • GPU: Nvidia GeForce GTX 1050 Ti / AMD Radeon 470
  • VRAM: 4GB a 1080p

Requisiti Raccomandati:

  • Sistema Operativo: Windows 10 64-bit
  • Processore: Intel Core i5-7600k / AMD Ryzen 5
  • RAM: 12GB
  • GPU: Nvidia GeForce GTX 1660 Ti / AMD Radeon Vega 56
  • VRAM: 8GB a 4K

Di per sé i requisiti non sembrano affatto così male, ma il problema è che non è noto quale risoluzione con quale frame rate queste configurazioni riescono a reggere.

Crysis Remastered offre nel bene e nel male ciò che molti altri giochi offrono dal punto di vista delle impostazioni grafiche. Si può modificare la qualità delle texture, delle ombre, dell’acqua, della fisica, degli effetti di post processing, della vegetazione e via discorrendo.

Il ray tracing può essere tuttavia abilitato solo selezionando al massimo la qualità degli shader. Ricordiamo che il ray tracing di Crysis funziona tramite Vulkan e non RTX, per cui può essere abilitato con qualunque scheda grafica. È anche presente l’HDR per chi dispone dei monitor che lo supportano. Fate attenzione al Vsync, che per qualche inesplicabile ragione si attiva anche quando è stata tolta la spunta alla voce corrispondente. Cambiare la modalità finestra sembra correggere questo problema.

Performance Massime

Inutile andarcene intorno: Crysis Remastered è un mezzo disastro dal punto di vista tecnico. Quando all’epoca Crysis venne sviluppato, i processori stavano subendo la rivoluzione di avere core multipli al loro interno, ma si presupponeva che sarebbero rimasti a un core singolo diventando però a mano a mano sempre più potenti.

Proprio per questo Crysis è stato sviluppato con in mente quest’ultima ipotesi, i ragazzi di Crytek pensavano infatti che in un futuro imminente i processori avrebbero avuto una frequenza di 8GHz o giù di lì, rendendo il gioco dunque incapace di sfruttare appieno le potenzialità dei processori multi-core. Questo ha reso il gioco un macigno che ancora oggi è davvero difficile giocare in maniera fluida, anche con le ultime schede grafiche appena commercializzate. Il fatto che anche Crysis Remastered li sfrutti male nel 2020 non è affatto perdonabile.

A causa di questo problema, questa remastered non potrà mai essere giocata al massimo delle sue potenzialità senza intoppi, proprio per via del collo di bottiglia che il processore andrà inevitabilmente a formare. Stiamo parlando di avere a che fare con stuttering e cali di frame in molte delle situazioni che si avrà a che fare giocando.

Per comparazione, l’originale Crysis sulla nostra configurazione, dotata di un i5-4690K, 16GB di RAM e una RTX 2070 con 8GB di VRAM, al massimo delle impostazioni grafiche viaggiavamo tra gli 80 e i 90fps, che di per sé è assolutamente accettabile, ma su una configurazione del genere giochi usciti un po’ più tardi riuscirebbero a fare quasi il doppio degli fps. Poiché Crysis Remastered soffre appunto ancora di questo problema, rendendo virtualmente qualunque PC disponibile all’acquisto incapace di far girare Crysis al massimo delle impostazioni in un modo che definiremmo umano. Non per nulla il preset massimo ha il nome “Ci gira Crysis?”.

Ma per quanto anche con la nostra configurazione i 30fps siamo riusciti a ottenerli spingendo tutte le impostazioni al massimo (non in tutte le situazioni, la media è comunque quella mostrata nel grafico soprastante), giocarci risulta alquanto difficile, complice l’onnipresenza di stuttering e cali di frame. Avrà anche una grafica veramente bella da vedere, ma la fluidità non è proprio di casa.

Sfortunatamente questa mancanza di fluidità costante la si avrà anche ai preset un po’ più bassi. L’unica sarebbe puntare verso il minimo indispensabile le impostazioni, ma a questo punto che senso avrebbe giocare alla Remastered quando l’originale risulterebbe graficamente migliore e più godibile? Un cane che si morde la coda!

Certo, alla fine noi il gioco lo abbiamo giocato con un frame rate maggiore di 60fps stabili nel più e nel meno, ma mentiremmo se dicessimo che sia stata globalmente una bella esperienza.

Gameplay Massimo

Era difficile riuscire a peggiorare il gameplay in un titolo ben rodato come Crysis, eppure Crytek ce l’ha fatta, è riuscita a rendere inferiore il gameplay della remastared. La causa di ciò è invero semplice: Crytek ha preso come base per questa remastered non la versione PC che tutti hanno amato e apprezzato, ma quella per Xbox 360, con tutte le conseguenze del caso.

La più grave in assoluto è la mancanza del decimo livello “Ascensione”, la quale si svolgeva a bordo di un VTOL, tolta dalla versione console perché l’hardware non era assolutamente in grado di farlo girare. Si può discutere su quanto il livello effettivamente fosse sottotono rispetto agli altri, ciò però non significa che toglierlo sia stata la soluzione ideale.

Ma non si può non parlare anche della completa mancanza della possibilità di sporgersi dagli angoli o della possibilità di salvare la partita a piacere, affidandosi dunque ai numerosi checkpoint sparsi per i livelli. Il che non sarebbe tanto grave, ma la loro disposizione è invero abbastanza frammentaria e sconclusionata, anche a causa della natura dei livelli enormi che Crysis offre.

I livelli, infatti, sono tutti grandi mappe sandbox che si possono approcciare in svariati modi, senza limiti, ma ecco che gli sviluppatori hanno messo i checkpoint solo lungo determinate strade, lasciando scoperti eventuali sentieri secondari o nascosti, costringendo il giocatore a rifarsi enormi porzioni di livello in caso di morte se per caso ha seguito proprio questi ultimi.

L’assenza di vari slot di salvataggio, poi, può portare alla spiacevole situazione di ritrovarsi con un checkpoint salvato proprio nel bel mezzo di uno scontro a fuoco. Ci è capitato un paio di volte e ne siamo usciti solo per il rotto della cuffia, ma se non fossimo stati in grado di sopravvivere a questi casi avremmo dovuto ricominciare l’intero livello da capo. O abbassare il livello di difficoltà nel menu delle opzioni se per voi non è un disonore. E a rendere le cose più spiacevoli ancora, ci pensa il fatto che manca qualsivoglia di indicazione o di feedback quando si viene colpiti mentre non si ha la corazza abilitata, un fatto che fa credere molto spesso di non essere feriti in determinate sparatorie, salvo poi morire inaspettatamente.

L’IA dei nemici poi sembra essere stata ritoccata. Per quanto spesso i soldati nemici si comportino “normalmente”, capita anche di assistere a episodi estremi, con soldati che non reagiscono se colpiti da un proiettile, che rimangono imbambolati senza fare niente anche durante uno scontro a fuoco, a quelli che hanno riflessi talmente fulminei che iniziano a sparare verso il giocatore l’istante dopo aver tolto l’occultamento della nanotuta anche se stavano guardando da un’altra parte.

La percezione dei nemici poi è davvero altalenante, alle volte si ha la sensazione che i soldati abbiano gli occhi anche dietro la testa e dunque risulti difficile passargli da dietro se non si usa l’occultamento, a volte sembra che siano in grado di vederci anche dietro una coltre di cespugli quando nemmeno noi siamo in grado di vederli.

Anche la Nanotuta merita un paragrafo a parte, in quanto il suo comportamento in questa remastered è stato completamente cambiato. Pensate a Crysis 2, ecco, la nuova Nanotuta di Crysis Remastered è come quella, con due modalità attivabili (Corazza e Occultamento), le quali consumano entrambi energia quando attive, mentre la modalità Forza è quella di default, con la possibilità di usare la Velocità massima quando si preme il tasto per correre.

A tal proposito, sono stati tolti molti degli elementi che rendevano interessante usare una modalità piuttosto che un’altra, come la possibilità di assorbire il rinculo delle armi in modalità Forza, o cambiare armi più velocemente in modalità Velocità (perché di fatto non esiste più una modalità Velocità massima).

Fortunatamente è possibile riottenere il vecchio menu radiale e avere questo genere di abilità abilitando la modalità classica nel menu delle impostazioni. La pecca è che la modalità Corazza massima, che dovrebbe essere di default, aggiunge un effetto grafico fatto di esagoni che copre praticamente la maggior parte dello schermo in maniera alquanto fastidiosa. Un cambiamento che però ci sentiamo di premiare è il fatto che quando si corre in modalità Velocità massima si consuma nettamente meno energia dell’originale.

Parlando a iperboli, se nell’originale bastava correre due metri per vedersi tutta l’energia consumata, nella remastered con una carica si può anche correre a velocità ultrasonica per mezzo livello. Utilissimo per scappare via nelle situazioni disperate. Sempre che questa carica non sia stata consumata tutta prima durante la modalità Corazza!

Conclusioni

Alla luce di quanto detto finora verrebbe da chiedersi che senso avrebbe puntare gli occhi su questa remastered anziché sull’originale. Di certo le migliorie grafiche aiutano a colmare i 13 anni che separano le due versioni, ma la parte del gameplay modificata non in meglio potrebbe invece far storcere il naso agli hardcore o ai nostalgici, un po’ meno a chi non se ne intende o non lo ha mai giocato.

Per cui, il nostro consiglio è che se siete interessati al gioco in sé e non a usare il gioco come benchmark per far sanguinare il proprio PC, tenetevi stretto l’originale, viceversa, se volete vivere il gioco solo per rifarvi gli occhi, e siete disposti a chiudere un occhio sui problemi di gameplay che abbiamo evidenziato, la Remastered è lì disponibile all’acquisto.

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