Altro giro altra corsa, ancora una volta ci troviamo a parlare di studio Gust e della suo ultimo progetto sbarcato da poco su PC. Questa volta sotto la nostra lente di ingrandimento andremo ad analizzare Blue Reflection.
Blue Reflection prova ad aggiungere un pizzico di novità all’ormai saturo panorama dei JRPG abbinando alla canonica favola scolastica una genere poco battuto nel mondo video ludico. Stiamo parlando del genere Majokko, letteralmente sono delle ragazze che tramite poteri magici si trasformano in eroine o simili, per i più vecchi di voi sarà abbastanza facile l’accostamento a personaggi iconici come Sailor Moon e Magica Emi. Se alcuni di voi stanno sgranando gli occhi dall’incredulità e non vedono l’ora di correre su Steam per comprare il gioco, il consiglio d’amico è quello di leggere fino in fondo la recensione per capire se questo sia il gioco realmente adatto a voi.
Ma bando alle ciance. Blue Reflection ci metterà nei panni della giovane Hinako che a seguito di un grave infortunio dovrà rinunciare alla sua carriera da promettente prima ballerina, ma è proprio in concomitanza di questo sfortunato evento che si ritroverà suo malgrado costretta a frequentare una classe regolare della sua scuola e nella quale incontrerà le sorelle Yuzu e Lime che la inizieranno al ruolo di Reflector. Le Reflector sono ragazze magiche che attingono il loro potere dai “Frammenti”, speciali schegge emotive create a partire dalle forti emozioni, compito di Hinako e compagne sarà quello di proteggere i Frammenti da demoni chiamati Sephirot. Sfortunatamente la narrazione di Blue Reflect difetta di una eccessiva lentezza sin dal primo istante di gioco. Infatti sin dalle prime scene ci ritroveremo davanti veri e propri muri di testo travestiti da dialoghi con l’aggravante di essere anche abbastanza noiosetti. A peggiorare la situazione c’è il fatto che la maggior parte di questi saranno muti lasciando il giocatore in balia di tediosi ed interminabili minuti in compagnia dei rumori di sottofondo. La storia è articolata su un totale di 12 capitoli per una durata che si attesta intorno alle 30h.
Se il comparto narrativo è completamente da rivedere, lo stesso non si può dire di parte del gameplay. Sicuramente la componente più riuscita è il sistema di combattimento, che in Blue Reflection propone una variante del classico sistema a turni statici. Fulcro attorno a cui ruota tutto il combat system è una time line posta nella parte superiore dello schermo che segnalerà al giocatore l’ordine in cui i vari membri del party ed i nemici stessi potranno eseguire le proprie azioni. Tale linea temporale però non risulta statica poichè determinate azioni influiranno sull’ordine d’esecuzione, ritardandone o anticipandone gli attacchi. In tale ottica il gioco spinge il giocatore a calcolare in maniera costante ogni sua mossa, aggiungendo così uno strato di complessità totalmente inaspettato. Particolare enfasi è poi data dall’equipaggiamento dei frammenti recuperati durante il gioco, i quali se equipaggiati insieme alle abilità aggiungeranno a queste utili effetti bonus variabili a seconda della tipologia del frammento. Poco più sopra vi avevamo accennato che solo parte del gameplay è riuscita. All’interessante sistema di combattimento si affiancano le sezioni di gioco che si svolgono durante l’orario scolastico, qui saremo chiamati ad interagire con i vari NPC presenti nella scuola per letteralmente risolvere i loro problemi. Non ci sarebbe nessun problema di sorta se tale attività fosse variegata e divertente, tuttavia ci ritroveremo per lunghe ore di gioco a parlare con questa o quella ragazza, dei problemi con il club scolastico o di quelli legati all’amore tutto solo e soltanto per avanzare nel gioco; si perché alcune di queste missioni secondarie saranno obbligatorie per avanzare nella trama, rendendo questa fiera dei cliché ancora più noiosa. Tuttavia c’è anche un rovescio della medaglia, infatti nel gioco sarà completamente assente la necessità di guadagnare punti esperienza per aumentare le caratteristiche delle nostre eroine. I punti spendibili per aumentare le caratteristiche dei vari personaggi si acquisteranno tramite la risoluzione delle varie quest secondarie, donando al tutto una parvenza di utilità.
Il lato tecnico invece risulta alquanto carente. Come di consueto ci ritroveremo davanti un prodotto che presenta un inesistente menu delle opzioni grafiche che si limita alla sola selezione della risoluzione. Durante alcune scene cinematiche con molti elementi in movimento inspiegabilmente il frame rate si abbassa di colpo sino a dimezzarsi, passando da 60fps a 30fps per poi ritornare a 60fps qualche istante dopo. Anche durante il gameplay il frame rate non è risultato molto stabile con cali improvvisi che alla lunga possono infastidire a causa di un’improvvisa perdita di fluidità. L’aspetto visivo generale è nella media del genere con modelli dei personaggi più curati rispetto agli ambienti di gioco che spesso e volentieri risultano spartani e piatti. Promosso invece è il comparto sonoro che vanta musiche ben azzeccate con il setting e mai monotone.