Bitcoin, e l’intero mercato delle criptovalute, nelle ultime settimane sono scesi di valore vertiginosamente. La criptomoneta per antonomasia ha infatti perso oltre il 40% del suo valore da novembre 2021, quanto toccò il suo picco di circa &67.600. Ethereum ha perso l’8% del suo valore nelle ultime 24 ore, così come diverse altre criptovalute.
Questo potrebbe significare che le GPU potranno tornare nei negozi a prezzi abbordabili? Assolutamente improbabile. Cadute di questo genere sono alquanto comuni nel mondo delle criptovalute (motivo per cui questo investire in questo ambiente è alquanto pericoloso per i poco preparati) e non sono certo queste che fanno desistere i miner a smettere di acquistare schede grafiche, anche perché uno scenario simile era già capitato a maggio dello scorso anno e non s’è visto alcun miglioramento. Per di più, molte schede grafiche moderne hanno sistemi per rendere difficoltoso il mining, facendo preferire ai miner l’acquisto di attrezzatura che contengono ASIC specificatamente progettati per minare, come l’imminente Antminer S19 XP.
E anche se le criptovalute dovessero venire bandite, ci sono altri due fattori da considerare: il bagarinaggio e l’attuale carenza di semiconduttori. I bagarini sono coloro che acquistano decine di schede video per poi rivenderle a prezzi maggiorati e ottenere un profitto, fenomeno che si sta diffondendo sempre di più non solo nel mondo delle GPU, ma anche in quello console.
La carenza di semiconduttori invece interessa essenzialmente l’intero settore dell’elettronica di consumo. Per semplificare, le attuali fabbriche di semiconduttori e di chip sono insufficienti per soddisfare la sempre crescente domanda, motivo per cui colossi come Intel e Samsung hanno intenzione di aprire nuove fabbriche in America o in Europa e alleviare così questa carenza.