Back to dinosaur Island 2 – Anteprima Gamescom 1

Mai sentito di questo gioco, vero? Sviluppato da Crytek, più che un videogioco vero e proprio, Back to Dinosaur Island 2 è una Tech demo interattiva creata appositamente per mostrare la potenza del CRYENGINE sfruttato tramite un visore per la realtà virtuale, come Oculus Rift e affini.

Tra rocce e pterodattili

Giunti al booth Crytek, veniamo accomodati davanti a una postazione con un prototipo di visore VR sviluppato internamente dalla software house stessa, e una volta indossato, veniamo catapultati su un pianeta alieno popolato da dinosauri, Jurassic Planet insomma. A giudicare dai guanti che indossiamo alle mani e che possiamo direzionale con lo sguardo, il nostro alter ego sembra essere un astronauta, forse un esploratore spaziale. Ci troviamo di fronte a una parete ripida di roccia, incliniamo la testa verso l’alto per guardare verso il cielo, la parete è piuttosto ripida, il monte parecchio alto, e lo scopo di questa tech demo è giungere tutto d’un pezzo proprio in cima, sfruttando delle teleferiche motorizzate installate lungo il costone di roccia, e fare una veloce scansione dell’area.

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Come detto poco prima, con lo sguardo possiamo muovere non solo la nostra visuale, ma anche le nostre mani, ed effettivamente sono le uniche cose che si vedono del nostro corpo, e veniamo istruiti che con i grilletti del pad possiamo controllare la presa di ognuna di loro, per cui con il grilletto destro si controllerà la presa della mano destra, e lo stesso vale per la sinistra. Dobbiamo afferrare entrambe le maniglie della teleferica davanti a noi, così facendo, essa comincerà a salire piano piano, verso un’altra teleferica montata poco lontano. Durante questa prima traversata, voltiamo lo sguardo a destra e a sinistra, per ammirare i primi scorci del paesaggio fatto di catene montuose e foreste che si perdono a vista d’occhio, ed i primi pterodattili che si sollevano in volo e ci passano a fianco. Grazie all’esperienza del visore che ci immerge completamente nel mondo di gioco, non solo sembra quasi che ci possano toccare con le loro zampacce, ma che quasi si possa avvertire lo spostamento d’aria, e diventa quasi spontaneo cercare di spostarsi fisicamente per evitare che ci prendano.
Giunti infine alla seconda teleferica, dobbiamo fare un cambio di manubrio, prima spostando una mano e poi l’altra, stando attenti ogni volta che sia ben allineata con il manubrio, e ovviamente non si deve in alcun modo rilasciare i due grilletti contemporaneamente del pad, pena una caduta alquanto letale. Mentre saliamo con questa seconda teleferica, guardiamo verso il basso, per scoprire quasi con orrore di trovarci di sopra a un crepaccio la cui fine è praticamente nascosta nell’oscurità più totale. Appreso questo, teniamo i grilletti del pad premuti con più forza del normale.

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Mano a mano che saliamo, passiamo vicino a un nido di pterodattili, ci sono solo delle uova schiuse, i piccoli o la madre non ci sono, sembra quasi che potremmo allungare la mano per poterne toccare una, prenderla o esaminarla da quanto sembri reale, ma preferiamo tenere le mani ben salde sul manubrio e continuare a salire la parete rocciosa. Nel frattempo, i dinosauri alati si stanno facendo più cattivi, stormi interi si ergono dai loro nidi all’interno delle rientranze della parete rocciosa e ci volano affianco, consci della nostra presenza e ancora incerti sulle nostre reali intenzioni. Vedere questi uccelli giganti volarci così vicino fino a quasi toccarci il naso è una esperienza a dir poco incredibile, mozzafiato.

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Tra cascate e brontosauri

Verso la fine della salita, alcuni pterodattili posti sopra la cima del monte che stiamo scalando ci buttano giù dei grossi sassi come a volerci fermare dalla scalata, e questi sassi, affinché non facciano precipitare il nostro alter-ego, vanno schivati muovendo fisicamente la testa verso destra o verso sinistra, compito che si rivela non così facile come sembra, ma riusciamo a scampare il pericolo, e dopo un po’ questi pterodattili scocciatori volano via, lasciandoci la cima del monte libera.
Infine, giunti sulla sommità, dobbiamo scansionare l’area premendo un apposito tasto del pad, dopodiché veniamo invitati a osservare specifici punti nello scenario circostante per una scansione più approfondita. Lo scenario che si vede da questo punto rasenta l’incredibile, si possono ammirare scorci meravigliosi con il sole che sta tramontando dietro di noi, cascate, vari macchinari alieni e non abbandonati, stormi di pterodattili in volo, brontosauri che pascolano beatamente in una distesa sterminata verde di alberi ed erba, catene montuose che si distendono a vista d’occhio. La Tech demo finisce non appena finiamo di scansionare l’ultimo punto.
Graficamente ci troviamo di fronte al solito eccellente lavoro della Crytek, che pone una incredibile attenzione a tutti i minimi particolari e a tutte le animazioni. Resta tuttavia da vedere se da una tech demo del genere si può ricavare un gioco commerciabile, e la risposta a questa domanda fatta ai responsabili non lascia spazio a interpretazioni: sì, un giorno si potrebbe ricavare un videogame commerciale, tuttavia ci sono ancora diversi ostacoli e punti ignoti, in primis quanto mercato avranno i visori virtuali per poter giustificare la spesa del suo sviluppo.
Al di là di tutto, si è trattata di un’esperienza quanto mai interessante, soprattutto per chi come il sottoscritto non aveva mai indossato un visore VR prima d’ora.

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