Un piccolo passo avanti di 135 anni e la serie strategico-gestionale di Ubisoft entra in una nuova era, in Anno 2205 veniamo catapultati in un futuro non troppo lontano dove l’umanità ormai costretta sulle poche terre emerse rimaste sulla Terra lotta per lasciare un pianeta ormai povero e lanciarsi alla ricerca di nuove risorse nello spazio, la Global Union il principale organo di governo mondiale incoraggia e finanzia le grandi corporazioni ad avviare i propri programmi di sviluppo lunare, la Luna diventa infatti un punto centrale delle politiche energetiche mondiali, unica fonte di elio-3 il carburante necessario ai viaggi spaziali verso gli asteroidi ricchi di minerali. In quest’ottica di grande competizione tra le corporazioni terrestri che spingono per primeggiare nella lotta verso lo spazio e gruppi di estremisti che vorrebbero invece impedire l’arrivo di ulteriori coloni sul satellite, il nostro compito come nuovi protagonisti della scena sarà svilupparci, crescere e infine superare la competizione arrivando anche noi a fondare una colonia lunare e avviando l’estrazione di elio-3 per lanciarci infine nella corsa verso lo spazio. Uscito a distanza di 4 anni dal precedente capitolo, Anno 2205 è il sesto esponente della serie di Ubisoft vediamo se si dimostra all’altezza dei suoi predecessori.
Tutto molto semplice.
Iniziamo parlando delle meccaniche di gioco all’avvio del titolo abbiamo la prima sorpresa e purtroppo non in senso positivo, non esiste infatti altra modalità di gioco che la campagna in giocatore singolo a parer nostro una scelta discutibile dato che finisce per ridurre l’effettiva giocabilità del titolo venendo a mancare tutte quelle modalità che di fatto integrano e rendono longevo un gioco di questo genere, la campagna seppur offre un discreto numero di ore di divertimento a seconda dello stile che abbiamo nel gioco non riesce a compensare l’assenza di alternative quand’anche una semplice modalità schermaglia che riprenda le meccaniche strategiche del titolo o anche una modalità online analoga a quella del precedente capitolo della serie, avrebbero potuto essere delle gradite aggiunte. Altro fattore penalizzante è senz’altro la generale “semplificazione” delle meccaniche di gioco che sono state sacrificate ben oltre un semplice snellimento in favore della gestione ad aree delle mappe giocabili, e così laddove in Anno 2070 avevamo la possibilità di scegliere tra tre compagnie con approcci al gioco, mezzi, obiettivi e strutture completamente differenti qui la scelta viene eliminata in favore di una caratterizzazione maggiore degli ambienti delle singole aree di gioco, un lavoro ottimo ma che non vale quanto è stato sacrificato in termini di gameplay che rispetto alle meccaniche a tratti troppo macchinose del predecessore risulta essere fin troppo lineare.
Guardando alle stelle.
All’avvio della campagna dopo aver scelto nome e stemma ci sarà chiesto di scegliere il territorio che fungerà da base della nostra compagnia tra tre diversi scenari situati nella fascia Temperata del pianeta, ognuno dei quali si differenzia oltre che per il particolare tipo di bonus associato, per la morfologia della mappa e la disponibilità di spazio e risorse base come accessi ai minerali e al mare. Il nostro scopo nelle fasi iniziali della campagna è creare un agglomerato urbano stabile, che produca ricchezza e abbia accesso a tutte le risorse necessarie per la crescita, le unità abitative sono la principale fonte di entrate della nostra corporazione e man mano che procederemo potremo attirare lavoratori sempre più specializzati che ci daranno accesso alle attività di produzione avanzate secondo uno schema di crescita lineare, inoltre avanzando nel gioco avremo modo di acquistare le altre aree disponibili incrementando di fatto i nostri possedimenti e acquisendo il bonus associato, stabilita una solida base di partenza il nostro obiettivo diventa espandere la nostra corporazione stabilendo un avamposto nel settore Artico. Come abbiamo accennato in Anno 2205 è stata prestata particolare attenzione alla caratterizzazione delle singole aree non solo a livello grafico ma anche per quanto riguarda le meccaniche gestionali, il passaggio dalla fascia temperata a quella artica cambia totalmente l’approccio gli alti costi di gestione e la richiesta di calore richiedono un’attenta scelta delle risorse da produrre e della disposizione dell unità abitative, inoltre lo spazio nelle zone artiche è molto minore rispetto a quello offerto nei territori della fascia temperata e bisogna scegliere bene come sviluppare i propri avamposti. La fascia artica produce risorse essenziali per continuare lo sviluppo che di pari passo con l’aumento del personale richiede risorse sempre maggiori e sempre più specializzate, in questa fase diventa quanto mai essenziale gestire gli scambi di risorse tra le varie aree di produzione dato che migliori saranno i dipendenti nelle specifiche aree e maggiori saranno le loro richieste. Colonizzata la fascia artica si passa all’ultimo ambiente disponibile ovvero l’area Lunare che fornisce tutte le risorse più avanzate per lo sviluppo delle strutture più specializzate.
Battaglia Navale !
Veniamo ora al lato strategico del titolo le missioni di combattimento affrontate esclusivamente tramite battaglie navali, ci vengono proposte direttamente sulla mappa di gioco selezionando l’unità che rappresenta la fazione interessata, o interagendo dalla schermata delle aree nelle apposite caselle purtroppo non rappresentano nulla di eccezionale ma ci consentono almeno nelle prime fasi della campagna di accedere a determinate risorse recuperabili razziando la mappa dove si svolgerà la missione, necessarie per potenziare e rendere più efficienti i nostri edifici produttivi. Salvo le poche missioni obbligatorie per procedere nella campagna Anno 2205 offre ben poca varietà e alla lunga sebbene sia possibile aumentare la difficoltà e affrontare scenari avanzati, l’utilizzare sempre le stesse poche unità, variando in modo impercettibile la strategia a seconda dei power up che si recuperano sulla mappa e che rendono decisamente la vita fin troppo facile anche nelle modalità di gioco avanzate e sopratutto completare sempre gli stessi obbiettivi diventa noioso e ripetitivo ancora di più perché risulta relativamente inutile ai fini del lato gestionale. Questo rappresenta forse la vera grande lacuna del lato strategico del titolo che avrebbe potuto tranquillamente essere trasformato in una modalità di gioco a se stante senza influire minimamente sulle meccaniche.
Un gran bel vedere.
Se dal lato delle meccaniche il titolo non ci ha convinto non possiamo che apprezzare il lato tecnico realizzato dallo sviluppatore tedesco Blue Byte sussidiario di Ubisoft e già noto per diversi titoli strategico-gestionali molto apprezzati come ad esempio la serie di The Settlers. Tutti gli ambienti presentano texture mozzafiato in particolar modo gli scenari artici che offrono scorci di montagne innevate davvero realistiche dando la sensazione di trovarsi veramente ai poli terresti, per non parlare delle strutture che arrivate ad un certo grado di sviluppo regalano un colpo d’occhio davvero notevole in uno stile con un tocco di futuristico ma senza eccedere nella fantascienza, stile che accompagna anche le unità militati. Dal lato puramente tecnico non abbiamo riscontrato alcun tipo di problema il titolo è fluido e non presenta cali e a settaggio alto non rappresenta una sfida anche per sistemi non di ultima generazione.