Agents of Mayhem è l’ultima fatica dei Volition, e promette di portare sul tavolo sparatorie adrenaliniche, distruzione ed esplosioni, comicità, e tanto altro ancora. Si può dire che da questo punto di vista i Volition abbiano centrato appieno il bersaglio, ma purtroppo c’è anche qualche ombra di troppo in un titolo che altrimenti sarebbe potuto essere decisamente migliore.

Benvenuti a Seoul!

Inutile negarlo: Volition ha raccolto l’eredità della famosa saga di Saints Row e ne ha fatto un gioco a parte. Non solo, ma è anche strettamente collegato dal punto di vista narrativo, in quanto si svolge dopo i fatti narrati in Gat Out of Hell, in un nuovo universo dove Gat passa dalla parte della legge e diventa il classico poliziotto tamarro armato fino ai denti. In questo nuovo universo, è stato creato il gruppo degli agenti Mayhem per fronteggiare i malvagi LEGION, fronteggiati dal cattivissimo dottor Babylon, che ha intenzione di distruggere il mondo con una bomba di materia oscura. E naturalmente il gioco sarà incentrato appunto nel compiere missioni per fermare questa pericolosa minaccia.
Ambientato in una Seoul tecnologicamente avanzata, colorata e vivace, ma alquanto credibile, con altissimi palazzi e ologrammi ovunque, Agents of Mayhem prevede una componente free-roam, posta tuttavia in secondo piano, in quanto la Seoul proposta in questo titolo è infatti piccolina, qualcosa come 2kmq, dando più ampio margine allo spostamento a piedi, che non su quello su ruote. Questo perché il movimento dei propri agenti è molto più curato che non quello tramite mezzi di trasporto. Gli agenti infatti possono correre senza limiti, fare tripli salti, alcuni sanno anche fare uno scatto in avanti per superare ampi spazi, mentre la componente su ruote è molto abbozzata, con una fisica tutta sua, e per fortuna l’uso dei mezzi si limita al più a raggiungere in fretta alcuni luoghi e per inseguire qualche veicolo, nient’altro.
Una particolarità del titolo, tuttavia, è come viene gestita la squadra. Il giocatore ha la possibilità di formare il proprio team con tre membri a scelta da una rosa di 12, ma uno solo alla volta sarà attivo e controllabile dal giocatore, con la possibilità di sostituirlo al volo con un altro premendo un tasto e di mandarlo in una sorta di “panchina virtuale”. In questo modo si dà la possibilità agli agenti a riposo di ripristinare gli scudi e di rigenerare piano piano la propria salute.
Questo tuttavia non significa che il gioco sia facile, grazie alla presenza di ben 15 livelli di difficoltà, è possibile quindi scegliere il proprio cercando di bilanciare il rapporto sfida/frustrazione come meglio si crede.

Il figlio perduto di Saints Row

La varietà degli agenti è davvero buona e sono tutti e 12 ben caratterizzati, sia dal punto di vista del gameplay, che da quello del carisma degli stessi, anche grazie alla presenza di dialoghi scritti ad hoc per ogni personaggio. Ognuno di essi è infatti caratterizzato da un’arma che non si potrà cambiare e tutta una serie di abilità e mosse speciali che vanno sbloccate semplicemente giocando, e da una speciale abilità chiamata Mayhem, che consente di scatenare il potere distruttivo di ogni agente. E così, ad esempio, l’agente Hollywood, per la felicità di Michael Bay causerà tutta una serie di esplosioni casuali attorno a lui, mentre Rama caricherà il proprio arco con un pericolo virus per seminare morte tra le file nemiche. Questa potente abilità tuttavia ha un costo non indifferente, in quanto si ricarica lentamente causando danni o raccogliendo rari power-up rilasciati dai nemici più grossi, peccato solo che al termine di ogni missione la barra venga resettata.
Grazie a tutta queste serie di abilità e personaggi, i combattimenti di Agents of Mayhem funzionano tutto sommato bene e risultano anche divertenti.
Ciò che può venire subito a noia, purtroppo, è la ripetitività delle missioni, la cui maggior parte delle volte consistono nell’entrare nell’ennesima base segreta composta da corridoi e stanze uguali tra loro e hackerare un computer e poi andarsene. Questa tipologia di missione è fin troppo abusata e viene ben presto a noia, anche perché le uniche differenze tangibili tra di esse sono il numero e la tipologia di nemici incontrati. Fortunatamente ci sono anche delle missioni molto originali e divertenti da fare per quanto siano fuori di testa narrativamente.

Le Ombre di un Fumetto

Purtroppo Agents of Mayhem sul fronte tecnico ha alti e bassi. Partendo dai pregi, lo stile grafico Cell Shading adottato dagli sviluppatori con tanto di cut-scene narrate con vignette disegnate è azzeccata ed estremamente funzionale. Tuttavia, ciò che non torna è come faccia un titolo del genere a soffrire tanto dal punto di vista delle performance, che analizzeremo nel dettaglio nel prossimo paragrafo, ma, al momento, c’è una massiccia presenza di stuttering, e in alcune missioni, soprattutto boss fight, il frame rate crolla inesorabilmente verso valori al di sotto dei 30fps senza motivo apparente, senza parlare di quando ci sono tante esplosioni che avvengono contemporaneamente (cosa purtroppo frequente durante le numerose sparatorie), con il gioco che si blocca per qualche istante.
Dulcis in fondo, come se non bastasse, quando si è a zonzo per la città ci si rende testimoni di una incredibile quantità di fastidiosi fenomeni di pop-up, con molti elementi, automobili in primis, che spariscono (compresi bersagli opzionali!) non appena si allontanano dal giocatore, ma succede anche che spariscano anche mentre ci si avvicina. E cose del genere non capitavano nemmeno in GTA3 con l’hardware dell’epoca, e con una mappa decisamente più grande.

Analisi delle Performance

Un punto a favore di Agents of Mayhem è che graficamente anche a dettagli bassi fa la sua bella figura, a costo di un aspetto più fumettoso e meno realistico grazie ai colori più vivaci, ma vista la natura del gioco anche con questo aspetto brutte figure non ne fa. Tra un preset e l’altro a farne le spese sono soprattutto le ombre, in particolare quelle sui personaggi, e la qualità dei riflessi, nonché il tempo necessario a renderizzare diversi particolari appena entrati nello schermo, cespugli e alberi in primis.

Tuttavia, dal punto di vista delle performance non ci siamo.
Su una macchina dotata di processore i5 4690k, 16Gb di RAM e una scheda grafica GTX980, il gioco fatica a girare in maniera fluida a dettagli alti e una risoluzione di 1080p.
A 2K si può ancora pensare di giocare in maniera dignitosa (ovvero con un frame maggiore di 60fps) solo impostando i dettagli bassi.
E se avete un monitor a 4K, scordatevi di giocare a questa risoluzione, a meno che non sopportiate di giocare a un frame che per la maggior parte delle volte sta sotto i 30fps, o a meno che non montiate qualcosa di molto potente sotto il cofano della vostra configurazione.

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