Pare che Ubisoft possa cancellare gli account se non vengono usati per più di sei mesi. Questa è la triste verità che un giocatore norvegese, dal nome Tor, ha dovuto affrontare, perdendo dunque tutti i giochi che erano associati a esso.
Come raccontato a PCWorld, nel 2020 Tor ha sentito la necessità di vendere il proprio PC in quanto passava troppo tempo con esso e con i videogiochi, tanto da pregiudicargli la salute, e solo durante l’estate del 2021 ha deciso di ritornare al proprio hobby con un PC nuovo fiammante, poco più di un anno da quando decise di vendere il proprio vecchio computer.
Col nuovo PC ha scoperto che non riusciva più ad accedere al proprio account Ubisoft, e così s’è fatto resettare la password, salvo poi scoprire che il suo account è stato chiuso, e con esso tutti gli acquisti che ha fatto nel corso del tempo, comprensivi di Rainbow Six Siege e dei giochi della serie di Assassin’s Creed.
Dopo aver contattato Ubisoft, il publisher francese ha affermato che non è una cosa normale, in quanto non risulta loro di aver cancellato account che abbiano un periodo di inattività con meno di quattro anni. Ciononostante, pare che Ubisoft non sia in grado di ripristinare il suo account.
Scavando tra le sue email di spam, Tor ha trovato un avviso da parte di Ubisoft che lo avvisava che a causa della sua inattività, il suo account sarebbe stato cancellato entro 30 giorni.
Per quanto l’idea che Ubisoft possa cancellare gli account dei propri utenti sia alquanto strana, in realtà c’è esplicitamente scritto nelle proprie policy, per la precisione nel paragrafo 8, il quale recita: “Possiamo sospendere o chiudere il tuo Account e la tua capacità di utilizzare uno o più Servizi o parte dei Servizi, in qualsiasi momento, automaticamente ed a nostra esclusiva discrezione”. Seguono dunque una serie di condizioni che devono verificarsi perché Ubisoft intraprenda questa azione, tra cui figura anche “nel caso in cui l’Account sia rimasto inattivo per più di sei mesi.”
Pare che una delle ragioni per cui Ubisoft cancelli gli account inattivi sia anche per motivi legati al GDPR, in quanto come scritto nella pagina di supporto, specifica che “in rari casi, possiamo agire per ottemperare alcune legislazioni locali sulla protezione dei dati. Questo è solo quando abbiamo delle valide ragioni per credere che l’account in questione rimarrà inutilizzato”.
In ogni caso, come spiegato da un portavoce di Ubisoft, la cancellazione dell’account di Tor sembra essere un grosso errore, in quanto qualora siano stati fatti acquisti per un account (nel caso di Tor sono stati persino diretti, nel senso che ha acquistato i titoli direttamente su Ubisoft Connect, ex Uplay, e non su Steam o Epic Games Store per poi attivarli sulla piattaforma), esso non soddisfa più i requisiti necessari perché sia cancellabile. Nel frattempo, Ubisoft sta facendo delle indagini per capire la ragione della cancellazione.
Per comparazione, le altre piattaforme hanno policy sulla cancellazione degli account alquanto diversi. Blizzard e GOG non specificano nulla al riguardo sulla inattività di un profilo. Epic Games Store invece dice che in caso di inattività i giocatori potrebbero ritrovarsi con un nome diverso, ma non parla di perdita dell’account. Steam invece ha affermato che non disattivano gli account dei giocatori inattivi, tuttavia non includono questi profili nelle statistiche e nei report che di tanto in tanto fanno.
Discorso diverso per Riot Games. Nel caso di Valorant, se il giocatore rimane inattivo per più di 18 mesi il suo account potrebbe essere cancellato. Considerato che Valorant è un titolo free-to-play, la perdita non è poi così catastrofica, ma essendoci microtransazioni, verrebbe da chiedersi che fine farebbero se qualcuno le avesse acquistate. In ogni caso, Riot invia delle email per ricordare i giocatori della cancellazione qualora sia imminente.
