Si è parlato tanto di SUPERHOT, titolo alquanto ambiguo per un videogioco, le cui origini risalgono a un breve browser game del 2013 che ne illustrava le meccaniche di base: il tempo si muoveva in base ai movimenti del giocatore. Le premesse per tirare fuori un gioco originale e interessante c’erano tutte, e finalmente dopo diversi lunghi anni è stata rilasciata la versione completa su Steam. Avrà mantenuto tutte le promesse oppure s’è rivelato un buco nell’acqua?
Il Padrone del Tempo
Il gameplay di SUPERHOT, essendo un FPS, può essere riassunto con la regola aurea degli shooter, ovvero sparare a tutto ciò che si muove, né più né meno. Tutti i livelli della campagna e delle varie sfide, infatti, consisteranno in poche e semplici stanze, con al loro interno un ristretto gruppo di nemici, quasi mai superiore alla decina, che andrà eliminato per proseguire nel successivo livello, finché eventualmente si raggiungeranno i crediti finali. Tutto qui? Non proprio.
Il bello di SUPERHOT sta proprio nella manipolazione del tempo. Stando fermi, il tempo andrà avanti di base molto lentamente, impercettibilmente lento, ma come ci si muove esso riprenderà il suo scorrere originale, mentre muovendo la visuale con il solo mouse, il tempo scorrerà in base a quanto veloce lo si muove. Questa meccanica va ovviamente sfruttata a proprio vantaggio per capire come muoversi, dove muoversi, e quale sia il prossimo bersaglio da eliminare. Anche se si può fermare il tempo, il gioco in realtà è molto adrenalinico, complice anche una IA finalmente degna per un gioco del genere. Sia chiaro, non stiamo parlando di avversari che sfruttano al 100% l’ambiente a proprio vantaggio o creano dal nulla tattiche degne di una squadra di SWAT, ma di avversari che risultano essere alquanto imprevedibili sia in termini di strategia che di movimento. A volte stanno fermi, a volte cercano di affiancare il protagonista, a volte lo ignorano e cercano di recuperare un’arma da terra prima di aprire il fuoco.
Il fatto che i proiettili poi non sono hitscan ma viaggiano in linea retta molto lentamente, rende difficile prevedere dove mirare per colpirli in pieno, soprattutto quando si muovono in maniera casuale. Per questo uccidere un nemico spesso regala soddisfazioni, anche se basta un solo colpo. Le strategie e le tattiche per eliminare i bersagli sono alquanto varie, e quale usare dipende non solo dalla voglia del giocatore ma anche dalle circostanze. Si possono ad esempio stordire i nemici lanciandogli addosso un oggetto, si possono disarmare, si può fare in modo che si uccidano a vicenda, e così via. Sperimentare soluzioni originali o acrobatiche spesso ripaga. Si può anche saltare se necessario, e tenendo premuto il tasto apposito, il tempo verrà rallentato durante la caduta.
Una Sfida dietro l’altra
La campagna di SUPERHOT, a fronte di una trama simpatica e carina, in realtà dura appena due ore, anche se è composta dalla bellezza di una trentina di livelli. Come già detto, i livelli saranno brevi, ma fortunatamente saranno intensi, e in certi frangenti sarà fondamentale imparare a memoria l’ordine delle mosse da fare e dell’ordine con cui i nemici spawnano per avere la meglio. Ma campagna a parte, ciò in cui SUPERHOT brilla sono le speedrun e le sfide. Queste ultime ripropongono gli stessi livelli della campagna, ma con regole differenti a seconda del tipo di sfida scelto. Ci sarà infatti la sfida del dover utilizzare solo la katana come arma, quella che solo gli oggetti lanciati verso i nemici sono letali, quella dove non si può utilizzare nessun tipo di arma ma i propri pugni sono letali, e così via. Le sfide risultano essere varie e sono anche divertenti da giocare, danno un ulteriore senso al prodotto. Oppure c’è sempre la modalità Endless, dove in mappe slegate dalla campagna, grandi e spaziose, i nemici continuano ad arrivare come un fiume in piena e spetterà al giocatore eliminarne quanti più possibili senza mai morire.
Il Bianco e il Rosso
Come non è possibile non notare, la grafica di SUPERHOT risulta essere essenziale. Mentre il resto dell’ambiente è di un tristissimo bianco-cemento, gli avversari sono colorati di rosso, per vederli a colpo d’occhio anche alle distanze più proibitive. Gli stessi avversari invece sembrano essere fatti di cristallo, così come tutti gli oggetti con cui si può interagire, in notevole contrasto rispetto al resto dell’ambiente “cementoso”, e andranno in mille pezzi una volta terminati, così come gli oggetti che verranno distrutti, con un effetto fisico di frantumazione davvero gradevole. Questi elementi “cristallosi” (chissà se mi fanno passare questi termini…) risultano essere davvero peculiari e piacevoli una volta fatta l’abitudine. Anche sul fronte del sonoro è stato fatto un buon lavoro, soprattutto in virtù della continua distorsione temporale, anche i vari rumori di sottofondo si distorcono perfettamente come si può immaginare. Peccato per la mancanza di varietà delle musiche di sottofondo, ma in realtà è un non problema che si riscontra praticamente solo quando si vaga nei livelli alla ricerca dei segreti. Ebbene sì, per quanto piccole siano le mappe, in ognuna di esse è nascosto un segreto, sotto forma di un terminale con cui si può interagire, che nella maggior parte dei casi è pure una bella impresa trovare.
Commento Finale
SUPERHOT è un FPS che porta con sé una ventata di innovazione, termine raro da usare propriamente al giorno d’oggi, con le sue meccaniche di manipolazioni del tempo direttamente collegate ai movimenti del giocatore riesce a far creare al giocatore spettacolari piroette e numeri di giocoleria a base di proiettili, cazzotti e lanci di oggetti, tanto belli da guardare in replay tanto divertenti da creare. Va detto però che il gioco in sé pone molto di più l’accento sulle numerosissime sfide da completare che sulla campagna vera e propria, la quale dura due intense ore se proprio si è brocchi e si preme più volte il tasto per riavviare il livello che non quello di fuoco, ma che porta con sé una storiella simpatica e accattivante. “It’s the most innovative shooter I’ve played in years!”