L’oggettività è un concetto non sempre facile da perseguire. Sarebbe fantastico avere la capacità di classificare, recensire o anche, più semplicemente, di discutere lasciando da parte le caratteristiche e le esperienze intrinseche in ognuno di noi. Sarebbe utopico, ma sicuramente comodo. Le parole acquisterebbero un nuovo significato, un valore universale, sciolte dai vincoli di tutto ciò che le lega al proprio creatore. La soggettività scomparirebbe e lascerebbe spazio ad un unico, placido flusso di sentenze e definizioni. Fortunatamente la realtà non è cosi, la realtà è governata da idee e opinioni, da sbagli e da intuizioni. A fare da collante a tutto ciò ci sono le emozioni, unica vera linfa del mondo.

Ready Player One, film di cui abbiamo avuto il piacere di vedere l’anteprima, è un’emozione unica. Fin dalle prime inquadrature siamo rimasti estasiati da tutto ciò che accadeva a schermo. Siamo partiti con un flebile sorriso e, pian piano che scorgevamo le innumerevoli citazioni, siamo arrivati alla fine con le lacrime agli occhi. La soggettività l’ha fatta da padrona ma siamo stati ben felici di lasciarli le redini durante tutta la visione del lungometraggio. Steven Spielberg, il sommo Steven Spielberg, ha colpito ancora. Non era facile creare una trasposizione del capolavoro di Ernest Cline ma ce l’ha fatta in pieno. Certo i puristi si lamenteranno di sicuro, ma è un leitmotiv a cui siamo purtroppo abituati. Noi abbiamo preferito farci trasportare dall’incredibile forza visiva dell’opera e scordarci per qualche ora l’anima critica, tanto importante quanto talvolta ingombrante. Per questo quella che state leggendo non è una recensione, non ne ha minimamente l’ambizione, ma è bensì un semplice e innato flusso di coscienza.

Per chi non avesse idea di cosa stiamo parlando, Ready Player One è un film tratto dall’omonimo romanzo di Ernest Cline che racconta le avventure di Parzival e del suo gruppo di amici, tutti giocatori di Oasis, un MMO fruibile attraverso virtual reality. Oasis divenne presto un successo planetario e Halliday, la mente dietro ad esso, una delle personalità più ricche e celebri del momento. Alla sua morte Halliday rilasciò un video in cui lasciava la sua eredità a chiunque avesse trovato l’easter egg nascosto ad Oasis. La posta in palio era molta e si scatenò presto una vera e propria corsa contro il tempo alla sua ricerca. Ricerca, fino ad ‘ora, infruttuosa.

Ready Player One è un film che può essere visto e apprezzato da tutti. Per poterne godere però a pieno sarà necessaria una bella infarinatura di tutta la cultura pop dagli anni ’80 ad oggi. Inutile negarlo, il vero punto forte e motivo di maggiore interesse del lungometraggio è il citazionismo costante che ne permea l’essenza durante tutta la sua durata. Non passeranno mai più di pochi secondi tra un riferimento ed un altro. Un occhio esperto impazzirà presto dinnanzi al ben di Dio che la pellicola ha da offrire. Tra richiami più evidenti come, ad esempio, Batman o una DeLorean, e chicche più ricercate, come la motocicletta di Akira, ce ne sarà per tutti i gusti. Non rimarranno inoltre delusi né i “nerd” non più di primo pelo, che potranno gongolarsi tra Atari 2600 e il gigante di ferro, né gli ultimi arrivati, che troveranno Tracer e Deadpool tra le guest star. Ready Player One riesce a regalare un’esperienza unica e diversa ad ognuno, prende per mano lo spettatore e lo accompagna a ritroso tra le sue memorie. Ready Player One è il film che conosce ognuno di noi nel profondo, è il film che vorresti non finisse mai. E scusateci se è poco.

L’odissea di Parzival su Oasis non è però solamente una lunga carrellata di personaggi e situazioni a noi tanto care. Oasis è più di un semplice MMO, è una vera e propria via di fuga da un mondo ormai andato a pezzi. Oasis è l’occasione per ricominciare, per dimostrare di essere qualcuno, che non si ha fallito nella vita. Grande piazza multietnica, Oasis accoglie tutti, Oasis è il simbolo del riscatto e dell’unione tra persone. Ricchi e poveri, belli e brutti, uomini e donne: tutti hanno il loro posto su Oasis. Ready Player One ci racconta, tra mille altre cose, una storia di riscatto sociale dove la determinazione e le amicizie possono svoltare una vita intera. Le tanto temute amicizie fatte su internet, terrore assoluto di genitori e qualunquisti vari, vengono qua sdemonizzate da quella tanto immeritata aura maligna. Dietro lo schermo non ci sono solo mostri, ci sono persone come tutti noi, desiderose solamente di passare qualche ora in compagnia, di condividere insieme qualche esperienza.


Ci sarebbero mille altre cose da dire su Ready Player One, tra una disquisizione sulla realtà virtuale e l’analisi psicologica di alcuni personaggi, ma non è questa la sede per farlo. Il nostro obiettivo era quello di trasmettervi anche solo una piccola parte di tutto ciò che abbiamo provato durante la visione del film. Se siete anche in minima parte affascinati dalla cultura pop, il nostro caldo consiglio è quello di prendere e andare a gustarvi Ready Player One. Per una volta lasciate il senso critico a casa, ci sarà tempo più avanti per quello. Fatevi ammaliare da Oasis. Gustatevi le mille citazioni. Lasciatevi trasportare dai ricordi.

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