In una intervista a GameInformer, il CEO di Take-Two, Strauss Zelnick, ha spiegato quali saranno i suoi piani riguardo l’implementazione delle microtransazioni nei suoi futuri titoli.

Tutto nacque con NBA 2K18, che introdusse la meccanica per poter salire di livello pagando microtransazioni con valuta reale, meccanica che causò un grande malcontento tra gli utenti, in quanto sbilanciava la competizione, finendo per venire etichettato come pay-to-win. A nulla valse la retromarcia fatta da 2K Sports, che tolse questa meccanica in favore di microtransazioni puramente estetiche, ormai il gioco si era macchiato con tale etichetta.

Tuttavia, Zelnick ha spiegato che l’azienda cerca di stare attenta sui feedback delle persone, e che se non sono al 1000 per cento positive (sic), cerca di pensare a cosa potrebbe fare di differente.

Zelnick pensa anche che molti utenti vogliono solo avere a che fare con offerte eque, anche se una ristretta parte di essa vuole avere tutto e gratis, ma questi ultimi non possono essere aiutati. Proprio per questo, Take-Two infatti vuole dare ai giocatori più di quanto pagano. E il successo di GTA Online, sia di utenza che di ricavi, non è altro che un esempio funzionale di ciò che intende.

Alla fine dell’intervista, il CEO ribadisce che la sua è un’azienda che crea intrattenimento, e che come tale dovrebbe concentrarsi non solo su quello, ma anche sull’attrarre e fidelizzare l’utenza, bilanciando dunque tutta l’esperienza che un gioco restituisce al giocatore con la monetizzazione. In questo modo, i guadagni arriveranno da sé.

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