Le nostre recenti avventure serali sui server di Overwatch ci hanno ricordato quanto può essere stressante giocare online con gli sconosciuti, soprattutto in caso di incompatibilità linguistiche e assenza di chat vocale.
Ci si trova spesso in team con bambini, troll e brocchi di ogni genere pronti a regalare la partita agli avversari senza alcun rimorso, talvolta addirittura di proposito, provocando la caduta di ogni santo dal paradiso.
Per facilitarvi il compito di distinguerli, sopportarli e, magari, estirparli, abbiamo deciso di racchiudere tutti i tipi di giocatori più fastidiosi da noi incontrati online in una comoda lista non numerata, sperando altresì che nessuno di voi si riconosca in una di queste figure mistiche.
– Il dodicenne
Si tratta indubbiamente di una tra le categorie di giocatori più irritanti che si possano incontrare online e, purtroppo, non c’è molto da fare per combatterla.
A meno che non si tratti di un bambino prodigio, il dodicenne porterà la nostra squadra all’inevitabile fallimento e in più delizierà l’udito di tutti gli altri giocatori con schiamazzi (suoi o della mamma incazzata) se non con la gradevolissima dubstep a volume massimo.
L’unica soluzione possibile, in questi casi, è silenziare il suo microfono e attendere con pazienza la fine della partita per cambiare server, altrimenti procuratevi il numero della madre e, tra le altre cose, convincetela a mettere il figlio in punizione a tempo indeterminato.
– L’impedito
Similmente al dodicenne, l’impedito gioca in modo vergognoso ma ha dalla sua un po’ di cervello in più.
Di solito è colui che prende meno bene il “learn to play” poiché sa di averne davvero bisogno, tuttavia si dimostra spesso ben disposto a seguire i suggerimenti impartitigli via chat.
Se il vostro team è composto da più di un impedito dovrete trasformarvi in maestri dell’asilo e assisterli passo passo in un tutorial interattivo che può durare diversi match ma alla fine, se sarete fortunati, riuscirete a farli migliorare di quel tanto che basta per evitarvi l’ulcera.
– Il pro o il presunto tale
Si tratta di un sociopatico perennemente convinto di giocare meglio del resto del team, motivo per cui si prende spesso la libertà di dispensare cortesi incoraggiamenti come “get good ffs”, “uninstall and go back to cod”, “my team is shit”, “gg noobs” ed altre simili perle di saggezza.
In sostanza se si vince il merito è soltanto suo, se si perde la colpa va a tutti ma non a lui.
Tende a perdere le staffe quando gli si fa notare che la sua prestazione è la peggiore della squadra, dunque misurate le parole o lo spingerete al ragequit trovandovi con un membro in meno.
Visto che il miglior modo di sconfiggere verbalmente un pro gamer risiede nel sarcasmo, vi consigliamo di prenderla con filosofia e riempire i vostri messaggi di faccine sorridenti.
– L’omertoso
Non vede, non sente, non parla.
Averlo in squadra significa diventare medium, ovvero tentare di parlare con gli spettri.
L’omertoso gioca ignorando chat scritta e vocale, suggerimenti a schermo, tattiche, gioco di squadra e qualsiasi altra norma comune nei titoli multiplayer online; abbandonate ogni speranza di catturare la sua attenzione se non alla fine, momento in cui se ne uscirà con il classico “gg” dopo avervi fatto sputare sangue per l’intera partita.
Evitate di rovinarvi l’umore e perdere tempo inveendo contro questo genere di giocatori, provare a dialogare con loro è una causa persa.
– Il troll
Pronti a perdere in allegria? Con i troll andate sul sicuro.
Questi giullari si uniscono alle partite online quasi esclusivamente per creare dei siparietti divertenti, far infuriare qualcuno in particolare o rovinare l’esperienza di gioco ad entrambi i team.
Crediamo ci sia poco altro di più seccante durante una sessione multiplayer che un intruso totalmente disinteressato al risultato con il semplice obiettivo di sentirsi importante postando poi i video delle sue bravate su YouTube, a testimonianza del grado di maturità da esso posseduto.
Il miglior modo per affrontare la situazione? Stare al gioco. Almeno non passerete per “rosiconi guastafeste senza vita” con spiccate punte di autismo.
Meglio di niente.