Stando a Palit Microsystems, le GPU perderebbero il 10% di prestazioni annualmente se usate nel mining. Questa affermazione, pubblicata su Benchmark.pl, è stata fatta per avvertire i potenziali acquirenti di una scheda grafica di seconda mano usata precedentemente per il mining di criptomonete.

Nelle ultime settimane, il mercato di seconda mano, soprattutto quello asiatico, è stato inondato da schede grafiche di seconda mano usate principalmente per il mining, anche a causa delle recenti strette in Cina sulle criptovalute in generale che hanno costretto a diverse farm di Bitcoin a chiudere o a trasferirsi altrove.

Il problema è che queste schede grafiche di seconda mano sono state sfruttate al massimo del loro potenziale per ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, e il loro prezzo sul mercato è estremamente basso per essere appetibile, ma è anche vero che i venditori stanno facendo di tutto per nascondere per cosa siano state usate fino a ora queste schede, finendo dunque col nascondersi tra i giocatori che hanno solo intenzione di rivendere la propria scheda grafica per qualsivoglia motivo.

Proprio per questo Palit Microsystems ha citato uno studio indipendente che ha analizzato le schede grafiche usate ininterrottamente nel mining, e ha evidenziato come le performance diminuiscano del 10% annualmente. Ciò significa che comprando una GPU usata per il mining per molto tempo, questa GPU non sarà in grado di operare al massimo delle sue capacità. Chiaramente è anche vero che Palit è un po’ di parte, dopotutto vende schede grafiche, e dalla vendita di schede grafiche di seconda mano non ci guadagna niente.

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