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Ubisoft ha recentemente presentato la sua piattaforma di scambio dei suoi NFT, Ubisoft Quartz, ed è stata talmente mal accolta dai giocatori, totalizzando più del 95% di dislike sul video dell’annuncio, che il publisher francese ha dovuto togliere dall’elenco il video in questione. E a quanto pare pure gli sviluppatori stessi di Ubisoft non apprezzano l’idea di implementare NFT nei propri videogame.

Stando a Kotaku, alcuni sviluppatori che lavorano per Ubisoft hanno inviato messaggi su MANA, il social media interno, chiedendosi la ragione di questa nuova scelta di voler includere NFT nei propri titoli e postando le proprie preoccupazioni in merito.

Alcuni sviluppatori si chiedono in che modo questa aggiunta renda i titoli Ubisoft “più divertenti”, altri si chiedono che problemi dovrebbero risolvere gli NFT che la tecnologia attuale non potrebbe fare, mentre altri sollevano dubbi riguardo alla sostenibilità e al danno ambientale che questi NFT causerebbero.

Ubisoft Quartz sfrutta Tezos, una criptovaluta che sfrutta algoritmi di proof-of-stake per essere minata, che si distinguono da quelli proof-of-work (usata da Bitcoin, ad esempio) per essere molto meno energivore, ma ancora oggi si interrogano se la cosa abbia comunque senso.

Uno degli sviluppatori fa notare che annunciare qualcosa che riguarda una tecnologia che al momento è mal vista praticamente da tutti col rischio di creare un danno d’immagine già quando Ubisoft stessa ha diversi problemi in merito non è che sia stata una mossa molto intelligente.

Al momento gli NFT sono stati inclusi solamente in Ghost Recon: Breakpoint. Uno degli NFT, un elmetto, verrà elargito a chi ha 600 ore di gioco, il che, come fa notare SkillUp, porterà la gente a usare bot per farmare questi oggetti, e incrementare così artificialmente la conta dei giocatori connessi contemporaneamente. Questi NFT non potranno essere comprati direttamente da Ubisoft, i giocatori però potranno vendere i propri che ottengono sulla piattaforma Ubisoft Quartz, ed è qui che entra in gioco lo slogan “pay-to-earn”.

Anche l’unione francese che rappresenta Ubisoft Paris, Solidaires Informatique, ha praticamente silurato l’intera iniziativa di Ubisoft con un post sul proprio blog, affermando che Ubisoft ha fatto riferimento a Quentin Tarantino, il quale è saltato recentemente sul carrozzone degli NFT, beccandosi tra l’altro una disputa legale con Miramax.

Il VP di Ubisoft, Nicolas Pouard, ha affermato che la tecnologia della blockchain è in grado di cambiare le cose, ma solo se fatto nella giusta maniera e solo se i giocatori accetteranno in massa le potenzialità di questa innovazione. Ma pare che al momento la “massa” sia contro di essa.

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