Benvenuti a Glass 17
In un futuro distopico in cui la popolazione non è altro che una ignara schiava delle solite megacorporazioni capaci di controllare ogni singola informazione scambiata, al servizio dei cittadini esistono i Runner, veri e propri corridori capaci di acrobazie folli e una spiccata abilità nel parkour, utilizzati per scambiare informazioni fisiche senza passare dal Grande Fratello, ma attraversando i tetti della città in un battito di ciglia. Questi Runner sono visti da molti non come criminali ma come la vera essenza della Resistenza, coloro che sono capaci di opporsi al giogo di potere dei padroni.
Faith, già protagonista del precedente capitolo, è una Runner anch’essa, e dopo alcuni eventi chiave accaduti in Mirror’s Edge Exordium (un fumetto), si ritroverà in prigione a dover scontare una pena di due anni. La storia prende piede esattamente il giorno del rilascio di Faith dal carcere durante una giornata piovosa – l’unica che si vedrà lungo tutto il gioco, il che è un peccato, perché la resa grafica di essa è davvero notevole – con la promessa di trovare un lavoro onesto entro due settimane. Ovviamente, lo scopo reale sarà quello di ricongiungersi e reintegrarsi con la resistenza.
A tal proposito, proprio per il fatto che Faith è rimasta in carcere per un paio di anni, ha perso parte della sua abilità di Runner, per cui all’inizio parecchie mosse a dir poco utili saranno precluse al giocatore. Questo porta con sé una struttura simil-GDR, in cui completando sfide e missioni si recuperano preziosi punti esperienza, e ogni mille punti esperienza si guadagna un punto abilità da spendere in tre rami distinti, Movimento, Combattimento e Attrezzatura.
Corri, Faith, corri!
Glass sarà suddivisa in varie sezioni, che si sbloccheranno mano a mano che prosegue nella storia e si acquisiscono potenziamenti con i gadget (in particolare il MAG, un vero e proprio rampino usato per issarsi e raggiungere luoghi altrimenti inaccessibili, ma solo su determinati punti), e ognuna di esse è dotata di una particolare peculiarità visiva, soprattutto sul fronte cromatico, per distinguerle dalle altre. Generalmente si starà quasi sempre sui tetti degli edifici di Glass, con tutte le conseguenze del caso, in primis il fatto che gli ambienti, per quanto siano ben caratterizzati, sono alla fine spogli, vuoti, senza anima viva se non per qualche committente di una sfida, o qualcuno dentro una abitazione che ci intima di fare meno chiasso.
La mappa di gioco è stracolma di collezionabili di ogni tipo, documenti segreti, registratori, dati fluttuanti, parti elettroniche, tutti questi elementi sono un’aggiunta per giustificare l’esplorazione, ma ai fini della trama vera e propria servono a ben poco, anche perché la ricompensa sono solo una decina scarsa di punti esperienza. Sono presenti anche le sfide, ovvero la necessità di dover trasportare un prezioso oggetto da una parte all’altra della mappa, ma purtroppo a conti fatti la maggior parte di esse è necessaria completarla in maniera a dir poco perfetta, in quanto il tempo dato a disposizione è veramente poco, sarebbe stato meglio se avessero assegnato un voto a pacco consegnato piuttosto che far fallire la sfida allo scadere del tempo.
Naturalmente in un futuro distopico le forze dell’ordine non possono mancare, e Mirror’s Edge Catalyst non fa alcuna eccezione. Schierati dalla parte della KrugerSec, questi agenti si differenziano in cinque tipologie di pericolosità crescente, partendo dal classico poliziotto armato di manganello che basta uno schiaffo per metterlo al tappeto, ad agenti armati di una mitraglietta che più sono lontani e più sono pericolosi, per finire fino ad agenti ben addestrati nell’arte del combattimento corpo a corpo, capaci di incassare colpi e addirittura contrattaccare. Il combattimento in questo titolo è solamente corpo a corpo, ma non brilla per complessità né per divertimento fornito, anche se la fisicità dei colpi incassati e subiti si fa sentire ed è particolarmente fatta bene. Perlomeno, i combattimenti spiccano sul fronte dell’intelligenza artificiale dei nemici, in quanto ognuno di loro può apprendere le mosse di Faith mano a mano che le subiscono, consentendogli quindi di pararle se esse vengono ripetute, per cui la varietà degli attacchi sarà molto importante per avere la meglio, anche se è bene precisare che lungo tutto il gioco sono molto pochi i combattimenti obbligatori, in quanto la maggior parte è tranquillamente evitabile fuggendo.
Analisi Tecnica
Mirror’s Edge Catalyst sfrutta l’ormai noto Frostbyte, e inutile dirlo anche su questo titolo è (quasi) sempre un gran bel vedere. Il gioco è stato in grado di girare in qualunque situazione sulla mia personale configurazione sempre a 60 fps fissi, alla risoluzione di 1080p e dettagli tutti settati a Iper, un gradino sopra l’Ultra, anche se le differenze con questo preset sono praticamente impercettibili. Con una sola, strana, eccezione: in una delle ultime zone che si possono sbloccare nel corso del gioco, entrando all’interno di determinate abitazioni, il frame rate crolla per pochissimi attimi, per cause apparentemente sconosciute. Questo durante il gameplay, perché in realtà durante le numerose cutscene del gioco, il frame rate di tali sequenze filmate (non col motore di gioco) è alquanto ballerino, e spesso e volentieri ha portato a fenomeni di desincronizzazione dell’audio. Entrambi questi casi sono fastidiosi, ma non precludono affatto il divertimento che il gioco può offrire.
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Per quanto i riflessi su determinate superfici siano piacevoli da vedere, alcune volte si possono notare dei riflessi alquanto esagerati, troppo innaturali, e solo raramente si può anche scorgere anche il riflesso della protagonista, relegato per la maggior parte delle volte a sezioni all’interno di edifici durante le missioni. Anche la qualità delle texture è altalenante per via della presenza di texture a bassa risoluzione su alcune superfici, ma fortunatamente sono molto rari da trovare, o addirittura scorgere in quanto si è praticamente sempre in movimento. È presente anche il ciclo giorno/notte, e su questo aspetto non c’è nulla da ridire e fa la sua bella figura in un titolo di questo genere, anche se il tempo passa solo al completamente di determinate missioni. Ma essere inseguiti di notte da un drone armato di mitragliatrice ha un suo perché.
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I benchmark qui di sotto sono stati fatti su un i5-4690k a 3.50GHz, 16Gb di RAM e una GTX980, con i preset a Iper, Alto e Basso. È stata fatta anche una comparazione visiva tra Iper e Ultra.
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Come si può osservare, la differenza tra i preset Alto e Basso si traduce in un recupero quasi del doppio nel numero di frame, confermando l’elevata scalabilità del titolo. Con una singola GTX980 il gioco risulta essere giocabile alla risoluzione di 4K con il preset impostato a basso, a discapito dell’eccellente qualità grafica e degli effetti che può offrire.
Qui di sotto l’elenco completo delle impostazioni che il gioco offre. Ogni impostazione può essere impostata tra Basso, Medio, Alto, Ultra e Iper. L’occlusione ambientale invece si può selezionare tra No, SSAO e HBAO. La sfocatura di movimento si può anche disabilitare.
Conclusioni
Mirror’s Edge Catalyst è la rivisitazione di un buon titolo pubblicato anni addietro, introducendo parecchie novità ben accette, come una mappa enorme interamente da esplorare e una struttura a gdr che premia chi completa quante più missioni e sfide. Il risultato alla fine è più che buono, anche se spesso si ha la sensazione di giocare a un gioco che vorrebbe osare di più di quanto non gli sia stata data possibilità. La mappa è sì enorme e praticamente senza barriere, ma il fatto che sia vuota e la sua grandezza è giustificata solo dalla presenza di una quantità immane di collezionabili, può finire in noia alquanto presto, e la longevità della storia purtroppo non è da record, in quanto si attesta sulla decina di ore scarse. Finita la storia, ciò che rimane e che può trattenere il giocatore ulteriormente è la presenza di numerose sfide, sia ufficiali che create dagli utenti tramite un semplicissimo editor, e poiché il cuore centrale del titolo, ovvero il parkour, è davvero ben fatto e divertente e invoglia a muoversi e stare sempre in movimento, per qualche utente sarà una cosa più che accettabile. Rimane comunque pur sempre un’ottima alternativa ai vari titoli mainstream tutti uguali tra loro.