Metal Gear Rising: Revengeance - Recensione 8

 

Platinum Games, probabilmente uno dei pochi team rimasti che ci mette passione nel creare giochi con gameplay innovativi, ed è il caso di Metal Gear Rising: Revengeance, uno spin off che si incentra su uno dei personaggi più bistrattati della saga di Metal Gear Solid allontanandoci dal gameplay stealth a cui ci eravamo abituati. Inizialmente questo gioco doveva basarsi sul Fox Engine ovvero il motore impiegato su Ground Zeroes e Phantom Pain, ma forse per problemi di tempo dettati da Kojima il titolo venne momentaneamente sospeso, dopo qualche anno il progetto passò dallo sviluppo diretto di Kojima alla mano dei Platinum Games, probabilmente i migliori nel campo del genere action e nonostante il loro motore grafico ben al di sotto del motore di Kojima, sono riusciti a trasmettere le stesse atmosfere della prima demo che venne presentata all’E3 2010 con il Fox Engine, e dopo quasi un anno dalla sua uscita su console approda per la prima volta su PC un titolo dei Platinum Games, saranno riusciti a mantenere le promesse di un buon porting come accennato da Kojima?

 

Jack is back

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Abile spadaccino ma allo stesso tempo un ottimo oratore, questo è Raiden.

 

Da buon spin off Metal Gear Rising non pretende dal giocatore l’obbligo di aver già giocato ai precedenti capitoli per capirci qualcosa, ogni tanto ci sarà qualche riferimento o acronimo che si collega alla saga principale ma nulla che vada ad inficiare con la comprensione della trama, che rispetto ai soliti Metal Gear Solid risulta meno complessa anche se a livello di cutscene si vede lo zampino di Kojima, sempre con quel tocco cinematografico condito da linee di dialogo che fanno riflettere e che toccheranno più di una volta argomenti maturi e in parte attuali. La storia riprende quattro anni dopo i fatti accaduti su Guns of the Patriots e Raiden ha preso parte a una compagnia privata che fornisce sicurezza a persone importanti, purtroppo il compito assegnatogli in Africa non riuscirà a gestirlo e ne uscirà pure un po ammaccato da una compagnia terroristica chiamata Desperado. Dopo un po di tempo ritornerà in azione per fermare definitivamente questa organizzazione e sventare qualsiasi minaccia.

 

Gameplay tagliente

Basterebbe citare Platinum Games e finirla qui se consideriamo i loro precedenti con Bayonetta, ma in questo caso Rising si differenzia per un motivo, se Bayonetta si concentrava sulle combo, Rising premia il giocatore con la precisione e il tempismo, infatti questo gioco richiederà dei buoni riflessi, anche solo per parare i colpi dato che più avanti se non siamo ancora riusciti a parare decentemente un buon 90% degli attacchi saremo morti nel giro di 2 minuti. Metal Gear Rising è un gioco che non perdona, riprende le difficoltà vecchia scuola tipiche da action giapponese offrendoci un gameplay davvero divertente anche se impegnativo che ci darà tanta soddisfazione.

 

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Torna sempre utile studiarsi la situazione dall’alto per essere già preparati su ciò che dovremo affrontare.

 

Ma la parte più interessante viene ora, in questo gioco possiamo fare letteralmente a pezzi i nemici e anche gli scenari (fino a un certo limite per quest’ultimi), possiamo tagliare delle colonne di cemento di un cavalcavia per tirare giù un robot corazzato che ci bersagliava continuamente, possiamo affettare un elicottero in volo, e se siamo a corto di vita potremo applicare il Zandatsu sui nemici. In pratica una volta che abbiamo inferto un colpo che ha stordito un nemico, l’azione rallenterà per un attimo, un chiaro segnale che se entriamo in modalità blade in quel momento potremo affettare il nemico, e se tagliamo all’interno di un riquadro rosso segnalato sul torace prima che il corpo tocchi terra, potremmo estrarne la spina dorsale energetica del cyborg che andrà a rifornirci di salute e energia per la modalità blade. Ovviamente questa cosa si può fare su qualsiasi tipo di cyborg o gekko, tutti con una fonte di energia da estrarre, ovviamente situata in punti diversi in base al tipo di nemico, tra l’altro, soprattutto sui nemici più grossi si potrà entrare nella modalità Zandatsu premendo con tempismo un tasto che ci viene segnalato e che farà eseguire a Raiden una mossa acrobatica veramente spettacolare.

 

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Lo Zandatsu non è solo spettacolo ma ci permetterà di rifornire al massimo la nostra barra della vita e energia.

 

Raiden potrà anche usufruire di armi secondarie come granate, bazooka o oggetti di supporto come medikit o l’immancabile scatola di cartone per passare inosservato. Il gioco da anche la possibilità di poter usare degli approcci stealth ma purtroppo sono stati resi molto male, complice anche la pessima gestione della telecamera che ci farà dannare durante i combattimenti, il più delle volte ci ritroveremo a menare fendenti alla cieca per evitare di farci colpire dato che provare a ruotare la visuale equivale a rendersi vulnerabili in quel momento ai colpi dei nemici, l’errore è stato quello di optare per una telecamera impostata dietro le spalle di Raiden senza alcun cambio di distanza dinamico come poteva avvenire durante i combattimenti sulla serie di Batman Arkham, come se non bastasse ci si mette anche il mouse che anche se non si avvicina ai pessimi risultati di Dark Souls soffre comunque di un problema legato a un accelerazione interna, quindi non sorprendetevi se durante un combattimento caotico ogni tanto vi ritroverete a guardare il cielo. A favore dobbiamo ammettere che la mappatura della tastiera è davvero funzionale ai fini del gameplay, probabilmente la più riuscita su un gioco giapponese. Le boss fight ci sono sembrate ottime, forse solo un boss l’abbiamo trovato sottotono ma per il resto sono perfetti e il design e caratterizzazione gli fanno da padrone come in tutti i giochi di Kojima, e soprattutto sono molto difficili da affrontare, ognuno agisce con un proprio setting di mosse unico, quindi bisognerà studiare una buona strategia per uscirne vittoriosi. Inoltre il gioco spinge a una buona rigiocabilità grazie ai segreti da sbloccare come le Missioni VR, ostaggi da salvare, skin e mosse che si possono sbloccare solo con un tipo di difficoltà di gioco adottata e punteggio ottenuto, braccia sinistre da amputare (il Dottore vi spiegherà tutto nel gioco) e gli immancabili upgrade per il corpo e per le armi o mosse. Insomma, la campagna è veramente bella e frenetica, peccato che si possa concludere in 8 ore (se non si va di fretta) ma considerato il prezzo budget è più che meritevole. Una grave pecca sono gli ambienti di gioco, decisamente anonimi e molto lineari.

 

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Il livello di rigiocabilità è garantito grazie ai tanti sbloccabili nascosti all’interno del gioco.

 

Tutto incluso

Probabilmente i ritardi di alcuni giochi su PC possono essere una manna dal cielo quando ci si ritrova già inclusi tutti i DLC e skin come la campagna Jetstream, Blade Wolf e le Missioni VR aggiuntive. Questi contenuti andranno ad aumentare la longevità del gioco di altre 3-4 ore il che è solo un bene, il DLC Jetstream ci metterà nei panni di Sam Rodriguez, lo spadaccino per eccellenza dei Desperado e racconterà di come è entrato a far parte della “società”, vanta di un roster di mosse rifatto completamente da zero, non ha la corsa ninja automatizzata di Raiden ne un visore per poter vedere attraverso i muri però per compensare dispone del doppio salto, attacchi caricati con la spada, lo scatto in volo e permette un Zandatzu quasi istantaneo senza dover perder tempo stordire i nemici semplici grazie alla sua Murasame. Anche con lui ci sono delle missioni VR e sono più difficili della campagna stessa (anche quest’ultima è comunque una bella sfida). Con il DLC Blade Wolf impersoneremo il lupo robotico agli ordini di Desperado che ci vedrà partecipi al suo addestramento RV anche se in questo caso l’ambientazione sarà identica a quella degli scenari reali e si concluderà con un colpo di scena davvero sorprendente, una grave pecca di questi DLC è il fatto che abbiano riciclato gli stessi scenari della campagna principale. Rispetto a Raiden o Sam, Blade Wolf non ha una grande varietà di mosse e cade giù facilmente, persino la modalità blade è meno precisa quando la utilizziamo ma il suo punto forte è il basso profilo e la velocità, questi fattori saranno determinanti per adottare un approccio stealth e uscirne vittoriosi dagli scontri.

 

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Per quanto breve, il DLC di Blade Wolf ci farà parecchio riflettere sul reale concetto di libertà.

 

Un altra particolarità della versione PC è che una volta che avremo completato la campagna principale più i relativi DLC di Jetstream e Bladewolf potremo riascoltarci le conversazioni Codec avvenute nel gioco o riguardarci le Cutscene su delle apposite sezioni; inoltre quando avremo finto solo la campagna principale, nella sezione capitoli ci sarà una sottosezione che includerà solo i livelli con i boss contro cui abbiamo combattuto, la cosiddetta Boss Rush Mode, utile per chi ha voglia di sbloccare particolari obiettivi senza rifarsi capitoli interi.

 

Senti che musica!

Il comparto sonoro vanta di un doppiaggio eccezionale sotto ogni punto di vista, per esempio la cura riposta negli accenti in base al tipo di etnia del personaggio. Il gioco offre una soundtrack assolutamente superba per ogni Hack and Slash che si rispetti, durante le bossfight la musica gaserà il giocatore a livelli estremi, una delle migliori colonne sonore di cui si può vantare questo titolo. Un plauso anche per gli effetti sonori, fendenti, spari, esplosioni, tutto nella norma.

 

Sotto la corazza?

Ed eccoci al punto cruciale, ciò che tutti volevano sapere, se parliamo di porting giapponesi su PC la prima cosa che ci può venire in mente è la pessima ottimizzazione che venne riservata a Dark Souls o Deadly Premonition, tenendo pure conto che è la prima volta che la Platinum Games si affaccia a un porting PC su larga scala nonostante lo usi come base nei giochi che sviluppa. Con nostra sorpresa abbiamo la tanto sperata risoluzione 1080p (ma non oltre), i 60fps come su console, anche se in questo caso molto più stabili grazie alla potenza che ci offrono i PC. Possiamo usufruire di un filtro Anisotropico fino a 16x e addirittura inserire l’MSAA a un massimo di 8x, scelta un po infelice se pensiamo che è uno dei filtri più pesanti, una maggiore varietà di filtri da selezionare come l’FXAA avrebbe fatto piacere per chi non ha una configurazione recente, sorprendente che abbiano riservato un trattamento speciale anche alle ombre, probabilmente una delle più grandi pecche grafiche della versione console che in questa versione PC si mostrano molto nitide. Una cosa che abbiamo notato è che molti assets sono rimasti invariati dalla versione console ma i filtri riescono a camuffare parecchio questo difetto.

 

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Le opzioni grafiche sono molto scalabili e variegate per garantirsi le migliori performance, brava Platinum!

 

Ma non è finita, la parte clou di questa conversione sono le opzioni Zangeki e Zantime, i setting più interessanti presenti nelle opzioni grafiche, l’opzione “Zangeki” permette di modificare l’ammontare dei tagli che è possibile eseguire sul singolo oggetto, ovviamente le prestazioni variano in base alla potenza del proprio PC, più i tagli aumentano e più la CPU e VGA sono messe sotto sforzo; l’opzione “Zantime” invece permette di aumentare il tempo di persistenza degli oggetti tagliati nel mondo di gioco prima che spariscano, impostata al massimo gli oggetti tagliati rimangono nello scenario per 1 minuto circa. Il titolo anche con configurazioni non proprio recenti gira tranquillamente a 60fps se si abbassa di due tacche qualche filtro, l’MSAA è da evitare se parliamo di VGA di 3-4 anni fa, per il resto davvero ben ottimizzato, stranamente i requisiti minimi ufficiali sarebbero anche equilibrati se non fosse richiesta come CPU un i5, requisito completamente campato in aria dato che un Phenom II X4 965 BE riesce a gestire benissimo una risoluzione FullHD con impostazione Massima, quindi non abbiate timore, anche un i3 non avrà problemi. Purtroppo è stato riscontrato un bug inerente a un cap di 30fps se si usa un cavo HDMI, possibilmente ne sconsigliamo l’utilizzo finché la Konami non risolve questo problema. Pollici in alto anche per le cutscene, questa volta la Konami dopo le lamentele avvenute con i filmati a 720p della versione PC di Castlevania, ha inserito le cutscene a 1080p della versione PS3, ovviamente questo andrà a pesare sul download che si aggira su ben 23 Gb ma almeno si hanno dei video perfettamente puliti e in linea con la grafica che ci viene proposta in game.

 

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I filtri fanno un lavoro egregio garantendo una pulizia grafica persino nelle texture più piccole, come i capelli.

 

In conclusione

Metal Gear Rising si presenta come uno dei migliori porting giapponesi arrivato su PC, disponibile solo dallo store digitale Steam al modico prezzo di 19 euro con il quale ci si porta a casa l’avventura di Raiden con tutti i DLC rilasciati, un must buy  per chi è alla ricerca di uno dei migliori Hack and Slash del 2013 che va ad offrire un gameplay fresco, immediato e adrenalinico senza precedenti.

Pro

  • Gameplay frenetico e divertente
  • Ben ottimizzat
  • Comprende tutti i DLC finora rilasciati

Contro

  • Telecamera confusionaria
  • Scenari anonimi e a binario

Commento Finale

8,5

Tamarro, esaltante e divertente, uno dei migliori Hack and Slash presenti su PC.

 

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