A distanza di otto anni dal primo capitolo torna sui nostri schermi Halo Wars 2 con una formula veloce e funzionale ma ben lontano dai lavori a cui Creative Assembly ci ha abituato.

Benvenuti nel 2559

La storia inizia a bordo della Spirit Of Fire proprio come l’avevamo lasciata nel precedente capitolo: alla deriva nello spazio e con tutto l’equipaggio in criostasi nella speranza di venire ritrovati.

Dopo ventotto anni di “muto errare”, Serina (l’IA della nave) decide di destare l’equipaggio a seguito della ricezione di una richiesta di soccorso.

Si scopre così che la Spirit Of Fire si trova nei pressi dell’Arca, (una immensa struttura costruita dai Precursori situata al di fuori dello spazio conosciuto) da cui proviene la richiesta di aiuto.

Gameplay

Proprio come nel primo capitolo della saga il gameplay è molto immediato e diretto: non si sente la necessità di pianificare ogni mossa con attenzione, puntando invece su accumulare più risorse possibili (“rifornimenti” e “energia”) e “sfornare” unità molto velocemente per poi procedere all’attacco in modo più o meno diretto, una formula che magari può far storcere il naso agli amanti dei classici RTS ma che può attrarre un pubblico più casual e meno incline al tatticismo.

L’ ampliamento della base è limitata ai soli spazi adiacenti alla struttura principale così come la costruzione di “basi secondarie” è delimitata in appositi spazi prestabiliti sparsi nella mappa.

Una scelta molto probabilmente dettata dalla necessità di rendere l’interfaccia “godibile” anche su Xbox One anche attraverso alcuni menù radiali, ma senza particolari ripercussioni sull’utenza PC.

Nonostante le due sole fazioni giocabile le unità sono abbastanza variegate e non ci vuole molto tempo prima che compaia sullo schermo un piccolo esercito formato da Spartan, Warthog e Scorpion con un effetto molto appagante.

Molto ben studiate sono le abilità secondarie delle varie unità, che se utilizzate in maniera appropriata possono rovesciare l’esito di una battaglia, così come i “poteri Leader: abilità attive o passive, sbloccabili spendendo dei punti specifici e che molto spesso vi toglieranno da molte situazione scomode, semplificando forse un pò troppo l’esperienza di gioco.

Buone le ambientazioni e la varietà degli scenari che offrono paesaggi diversificati tra loro anche all’interno della stessa mappa di gioco.

Single e Multi Player

Sono presenti dodici missioni per una durata di circa 10/12 ore in modalità normale, purtroppo non tutte allo stesso livello, ma nel complesso godibili e nella maggior parte dei casi (specie nella seconda parte della campagna) ben strutturate, nota dolente per gli obiettivi secondari, purtroppo tutti molto simili e poco stimolanti.

Divertenti i riferimenti alla saga che siamo sicuri possano far gioire la “fan base” più affezionata, anche ai vari “Log” da raccogliere in giro per le mappe.

Il multiplayer oltre ad offrire le classiche modalità Schermaglia e Deathmatch è presente anche la modalità Controllo, dove bisogna mantenere il possesso di torri poste in luoghi strategici, mentre Roccaforti si basa sulla costruzione e sul mantenere il più a lungo possibile i vari avamposti disseminati nella mappa.

Ma la vera (e più convincente) novità è l’introduzione della modalità Blitz dove ci contenderemo i tre territori presenti in una mappa ma con un mix davvero ben riuscito tra “card game” e un “RTS online”:

Infatti in questa modalità le nostre truppe verranno schierate grazie a delle carte che sceglieremo ad inizio partita per formare un mazzo, carte che si potranno guadagnare tramite il progresso nella campagna principale, scontri on line o acquistare tramite lo Shop con soldi reali.

In questa modalità tutta la strategia mancante nelle precedenti modalità viene soppiantata da scelte oculate e tattiche ben ponderate, dato che ogni carta consuma un certo numero di punti energia è bene ragionare su quale usare e quale è il momento più adatto per farlo.

Tecnica

Buono l’impatto visivo, la varietà dei modelli e gli effetti: certo nulla che faccia stupire ma non sono evidenti carenze di sorta, molto ben ottimizzato e non si percepiscono cali di frame in nessuna occasione ma di certo è lecito aspettarsi qualcosa di più.

Eccellenti sono invece le sette cut scene ad opera di Blur Studio, realizzate con una cura e un dettaglio davvero degno di nota, superiore anche il doppiaggio che si presenta tra i migliori del genere.

Conclusioni

Nonostante sia profondamente diverso dai classici rts è sicuramente un titolo interessante anche per i non amanti del genere, peccato però per la campagna non sempre all’altezza.

Se siete dei fan della saga allora non potete perdervi questo capitolo visto le numerose rivelazioni e riferimenti che contiene.

Davvero divertente e ben bilanciata la modalità Blitz che fà di questo capitolo il suo principale punto di forza.

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