A nove mesi dalla pubblicazione su Playstation 4, finalmente anche i giocatori PC possono mettere le mani su uno dei giochi più chiacchierati e divisivi degli ultimi anni. Complice anche l’attuale situazione pandemica che affligge tutti noi, Death Stranding potrà essere a nostro avviso apprezzato ancor di più oggi grazie a delle tematiche più attuali che mai.

Riconnettere

Fulcro della narrativa è il concetto di “riconnessione” che nel corso dell’avventura nei panni di Sam Porter Bridges, assumerà molteplici significati e sfumature. Come suggerisce anche il nome, il protagonista è un nomen omen, il quale sarà chiamato a riconnettere su molteplici livelli, sia pratici che attinenti alla sfera umana, quel che resta di un ormai disastrato e piagato territorio degli Stati Uniti. Per assolvere al difficoltoso incarico, il factotum Porter Bridges sarà munito del suo inseparabile portapacchi, con il quale dovrà attraversare le aspre vallate e le irte montagne del paesaggio americano in salsa post-apocalittica. 

Re-imparare a camminare

Death Stranding è sicuramente un gioco non per tutti, non tanto per le tematiche trattate ma sicuramente per un gameplay che definire particolare risulterebbe quasi una violenza all’opera del maestro Kojima. Questo infatti è un perfetto strumento ludico a servizio dell’intento narrativo e metanarrativo imbastito dal game designer giapponese. Seppur ad una prima occhiata si potrebbe distrattamente e maliziosamente bollare il tutto come un “simulatore di corriere express”, Death Stranding è molto di più di un semplice andare da un punto A ad un punto B e come si suol dire: “sono i dettagli che fanno la differenza”.

Per capire il comparto ludico offerto dall’opera di Kojima è indispensabile provarlo in prima persona, solo così sarà possibile al giocatore capire cosa vuol dire imparare a camminare. Il trasporto dei pacchi è ostico e appagante allo stesso tempo e spinge il giocatore a testare i propri limiti ad ogni consegna.

Muniti di corde, scale e attrezzi vari, trasportare un certo numero di pacchi potrà essere sia una piacevole passeggiata all’aria aperta che trasformarsi rapidamente in una catastrofe qualora non si sia adeguatamente attrezzati. Inoltre, il posizionamento dei pacchi sugli arti piuttosto che sul porta pacchi ha conseguenze dirette sul gameplay influenzando l’equilibrio di Sam e la sua velocità di marcia, nonché il parametro della fatica che gli permette di superare determinati ostacoli in maniera più o meno agile.

Una cosa è certa, sia che si scelga di affrontare le consegne in maniera rilassata e pacata, equipaggiati di tutto punto, sia che si scelga di partire all’avventura per sentieri e strade inesplorate, quello che vi accompagnerà lungo la strada prescelta sono gli altri viaggiatori come noi, che seppur nel loro tragitto solitario, potranno donare, a tutti i Sam del mondo, conforto sottoforma di corde, scale, equipaggiamento extra o soltanto mediate dei segnali di incoraggiamento capaci di risollevarci il morale e rendere il tragitto più lieve. Infatti, uno dei sottotesti narrativi del termine “riconnessione” sta proprio nel messaggio che Kojima vuole offrire a tutti i giocatori. Dunque, anche se la strada è difficile e davanti a noi non c’è nessuno, la realtà è che non siamo mai soli e prima o poi qualcuno incrocerà la nostra strada e con esso potremo condividere parte della nostra esistenza. Proprio in virtù di tale scelta autoriale e di design, giocare online non è una condizione negoziabile se si vuole godere fino in fondo dell’esperienza propost

Comparto Tecnico

Affrontiamo subito l’elefante nella stanza. Death Stranding è graficamente molto bello e ricercato e farà sicuramente contenti molti giocatori desiderosi di immergersi nell’ultima avventura di Kojima ma….

Si c’è un grande MA, anzi più di uno. Innanzitutto il menu delle opzioni grafiche è decisamente striminzito considerando gli standard attuali del mondo PC ma anche rispetto all’ultimo Metal Gear (sempre ad opera di Kojima). Altra piccola imperfezione è la qualità resa generale dell’immagine, che seppur di buon livello in certi casi non stupisce per dettaglio e considerate le aspettative era forse lecito aspettarsi di più. Probabilmente tali scelte sono motivate dal motore grafico con i quale è stato sviluppato il gioco, ovvero quel Decima Engine, il quale è proprietà di Sony, creato originariamente per adattarsi alla perfezione all’hardware di Playstation. La versione PC ha una Photo Mode e supporta Frame-rate elevate e monitor ultra-wide, per avere un’esperienza arricchita e migliorata.

Nonostante la mancanza di opzioni grafiche avanzate con le quali personalizzare l’esperienza di gioco, va sottolineato che il lavoro di ottimizzazione è ben riuscito. Infatti per godere di un’esperienza ottimale a risoluzione Full HD e per avere un framerate stabile a 60 fps, vi basterà GeForce GTX 1650 Super o una Radeon RX 570. Per quanto riguarda i test che abbiamo effettuati in prima persona, questi sono stati svolti su di un PC montante una CPU AMD Ryzen 2700X, 16GB di RAM e una Nvidia GeForce 1080. Ad una risoluzione di 1080p con il preset massimo il gioco gira ad una media di 95 fps, con picchi che toccano anche i 130 fps. Invece salendo alla risoluzione di 1440p, sempre con il preset massimo, frame rate medi si è attestato intorno ai 70 fps.

Infine per testare la nuova tecnologia di DLSS 2.0 proposta da Nvidia, abbiamo sostituito la 1080 con una più moderna 2080. Vi ricordiamo infatti che la tecnologia 2.0 di super sampling proposta da Nvidia per essere utilizzata richiede una scheda video della serie RTX. Nella nostra prova con la tecnologia DLSS 2.0 abbiamo riscontrato un notevole boost rispetto al non utilizzarla. Nello specifico si può scegliere tra due modalità, una che predilige le performance e l’altra che predilige il dettaglio grafico. In entrambi gli scenari e a parità di risoluzione è possibile apprezzare un boost di fps fino a 40fps in più rispetto a quando non lo si usa, con una qualità dell’immagine praticamente invariata.

Il feeling tastiera e mouse alla mano è ottimo e non fa pesare l’assenza di un eventuale pad. Il doppiaggio in italiano è di buona fattura anche se di tanto in tanto presenta dei cali di qualità nella recitazione ma il consiglio è quello di dare una possibilità anche al doppiaggio originale in lingua inglese, per godere appieno anche della recitazione di molti degli attori e delle attrici che hanno prestato le loro fattezze ai personaggi del gioco.

Conclusione

In conclusione, ribadiamo che Death Stranding è un’opera estremamente autoriale e (forse) di nicchia e in quanto tale potrebbe non essere apprezzata dalla maggioranza dei giocatori o da chi distrattamente si affretterà a dare giudizi basati su sensazioni poco approfondite. Il nostro rinnovato consiglio è quello di dargli una possibilità e di non soffermarsi alle prime apparenze perchè come un buon dall’inizio incerto, diventa appagante e travolgente con l’avanzare della lettura.

La versione per PC è una versione solida e i suoi lati negativi sono minori di cui non vale la pena lamentarsi. Le opzioni grafiche del gioco potrebbe essere migliori, ma è davvero un problema? Allo stato attuale, la versione PC di Death Stranding è la versione definitiva dell’ultimo gioco di Kojima.

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