XCOM 2 - Recensione 13

XCOM 2 è stato fin dall’annuncio un titolo carico di aspettative, sia i fan di lungo corso della serie che i neofiti avvicinatisi alla stessa grazie a XCOM: Enemy Unknown hanno subito manifestato il proprio apprezzamento, vuoi per la promessa da parte di Firaxis di nuove meccaniche di gioco, vuoi per il plot narrativo originale, coinvolgente e davvero molto intrigante il “e se non avessimo vinto noi la guerra…” messo in campo dagli sceneggiatori è stata una scelta vincente, ed oggi a proposito di XCOM 2 possiamo affermare con certezza che oltre ad un ottimo strategico con meccaniche solide e collaudate, abbiamo di fronte un gioco con tutte le carte in regola e una storia degna di questo nome alle spalle. Ma ora entriamo nello specifico e analizziamo in modo più approfondito quello che ci offre il titolo.

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Costruire una rete globale non sarà affatto facile.

Un mondo diverso.

Il mondo di XCOM 2 è molto diverso da quello che ricordavamo dal precedente capitolo, l’XCOM è stato totalmente sconfitto dalle forze degli alieni, ci troviamo proiettati di 20 anni nel futuro dove questi hanno rovesciato i governi della Terra e sciolto il Consiglio senza il cui sostegno l’organizzazione è crollata. Gli alieni hanno posto al comando delle nazioni terresti la coalizione ADVENT un piccolo gruppo che durante le prime fasi della guerra parteggiava per gli invasori e che ora controlla in modo capillare per conto del nemico la popolazione umana. La maggior parte della popolazione viene concentrata nelle grandi città sotto la stretta vigilanza della ADVENT mentre nei territori selvaggi si organizzano le sacche di resistenza anti aliena, in questo panorama di terrore alcuni superstiti dell’XCOM, originale capeggiati da un volto noto, il tenente Bradford tentato un’operazione per recuperare la più grande risorsa nella guerra contro gli alieni, noi stessi nei panni del comandante supremo dell’XCOM ci ritroveremo ancora una volta alla guida della prima ed ultima linea di difesa contro il nemico extraterrestre.

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Ecco a voi l’Avenger

Una guerra diversa.

Con la premessa che vi abbiamo appena fatto si apre la nostra esperienza nel mondo di gioco, il tutorial per coloro che lo proveranno funge anche da aggancio narrativo con il primo capito e ci dà subito una visione chiara della storia che andremo ad affrontare. L’approccio nella guerra agli alieni è cambiato e l’XCOM con esso, in questo capitolo in loco alla base fissa del precedente titolo fa la sua comparsa L’Avenger un’astronave aliena recuperata che funge da comando mobile dell’XCOM.

Grazie all’Avenger potremo spostarci lungo la il mondo di gioco, interagendo con le risorse, le missioni e stringendo contatti con le cellule dalla resistenza locali per aumentare i nostri mezzi. Questo cambio di prospettiva rispetto a quanto visto in Enemy Unknown, è una delle tante scelte da parte degli sviluppatori che punta a far cambiare l’approccio dei giocatori rispetto alle meccaniche generali del gioco, poiché se prima eravamo noi a dare la caccia agli alieni ora facciamo la parte della preda costretta a spostarsi e a difendersi dagli attacchi che questi lanciano contro la nostra “casa” mobile. Al di là delle apparenze la funzione dell’Avenger rimane similare a quella della base del primo XCOM con diversi reparti quali, Ricerca, Ingegneria, Caserma etc. e i classici slot per le costruzioni che potranno essere sbloccati ripulendoli dalle macerie recuperando così risorse e materiali.

Oltre alle risorse canoniche quali denaro, lega aliena ed elerium in XCOM 2 entra in scena una nuova risorsa fondamentale per avanzare nel gioco i dati; ottenibili tramite missioni dedicate, sbloccando datapad tramite la ricerca e a volte sabotando i sistemi nemici i dati sono essenziali per stabilire contatti con le cellule della resistenza sparse nelle varie regioni dei 5 continenti, inoltre i dati sono la principale moneta di scambio con il mercato nero dove è possibile acquistare oggetti, risorse e a volte soldati e personale nonché vendere i propri eccessi in cambio di denaro.

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In XCOM 2 gli scenari sono quanto mai urbani.

La tattica della guerriglia.

Altra grande differenza rispetto al precedente capitolo è l’approccio al combattimento, il sistema delle classi è stato profondamente cambiato per dare più versatilità alle singole unità, compaiono nuove classi quali il ranger e lo specialista rispettivamente adatte per il combattimento ravvicinato in mischia l’una e il supporto e la cyberguerriglia l’altra, rimangono pressoché invariate le classi di granatieri e tiratori scelti che ereditano molte delle abilità già viste in XCOM Enemy Unknown con qualche leggera differenza, ogni classe mantiene il classico sistema di crescita per gradi, dove ad ogni nuovo livello sarà possibile scegliere fra due diverse abilità proprie della classe. Le meccaniche di crescita di XCOM 2 a differenza del precedente, spingono il giocatore a definire maggiormente il ramo di abilità nel quale vogliamo specializzare la singola unità all’interno della stessa classe scoraggiando una crescita incrociata e spingendo per una maggiore definizione dei ruoli dei singoli soldati all’interno della squadra in uso. Ad esempio un soldato con classe specialista a cui vengono sbloccate tutte le abilità del ramo tecnologico a dispetto di quelle di supporto per quanto appaia più limitato nell’affrontare tutte le varie categorie di nemici presenti sarà in realtà più versatile perché specializzato nell’affrontare la sua categoria di nemici e compenserà le mancanze se inserito in una squadra con il giusto mix di classi e abilità. Un menzione speciale per quanto riguarda le classi va alle unità psioniche accessibili relativamente presto nel gioco, e che ora hanno acceso ad un arsenale molto più vasto di poteri rispetto a quelli visti in Enemy Unknown, a differenza delle altre classi i soldati psionici possono addestrarsi in tutti i poteri disponibili diventando dei veri e proprio jolly per la squadra, e una risorsa non indifferente contro quasi tutte le tipologie di nemici.

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Un’unità psionica totalmente addestrata.

La meccanica forse più innovativa del nuovo capitolo di XCOM tuttavia è l’occultamento, all’inizio della maggior parte delle missioni la nostra squadra tattica sarà invisibile alle unità nemiche permettendoci di studiare e sfruttare al meglio il campo di battaglia e la posizione delle stesse per iniziare lo scontro con il maggior vantaggio possibile, fintanto che sposteremo le unità al di fuori del campo visivo degli avversari rappresentato da un occhio rosso sopra le caselle incriminate avremo modo di aggirare le pattuglie, guadagnare posizioni più favorevoli o coordinare la nostra squadra per eliminare i nemici più pericolosi in modo rapido e brutale, tuttavia ogni azione offensiva renderà nota la squadra indipendentemente dalla sua posizione e darà inizio allo scontro vero e proprio. Questa gestione dell’occultamento da parte degli sviluppatori ci ha resi un po’ dubbiosi circa la sua effettiva utilità, pur essendo una novità gradita e una meccanica molto interessante avremmo preferito che questa componente stealth del gioco fosse sfruttata in maniera migliore, magari riservando ai ranger che ricordiamo fungono da unità da mischia e in generale da forza d’urto un ruolo più marcato anche come unità da infiltrazione oppure dando la possibilità di risolvere una missione, ad esempio di recupero sfruttando appieno l’occultamento, cosa impossibile dato che l’eliminazione della totalità dei nemici presenti nella mappa è un obiettivo presente nella quasi totalità delle stesse, e anche dove possibile dannosa perchè non permette la crescita delle unità che rimane legata all’uccisione di nemici.

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Sfruttare al meglio l’occultamente è essenziale.

XCOM 2 incoraggia il giocatore a scegliere con attenzione l’approccio con il quale affrontare ogni missione, se più cauto o ad armi spianate ma spesso già ad un livello di difficoltà intermedio attaccare senza una strategia precisa si conclude o in massacro per la squadra o comunque nella perdita di uno o più soldati, che specie se di grado elevato possono essere di difficile rimpiazzo. La crescita della difficoltà di gioco è progressiva man mano che fanno la propria comparsa nuove unità aliene e per ogni livello di difficoltà che va da recluta, veterano, comandante a leggendario raccomandato solo per coloro che cercano una sfida davvero ostica, per concludere si può tentare anche la modalità hardcore che rende i salvataggi automatici e quindi ogni scelta permanente aumentando non poco la difficoltà generale. L’IA dei nemici è ottima, frutto del lavoro di feedbeck con l’utenza e delle lezioni che lo sviluppatore ha tratto dal precedente titolo, non ci sono errori grossolani e soprattutto è capace di creare una seria sfida che aumenta di pari passo con la difficoltà del gioco stesso.

Tecnicamente parlando.

Analizziamo ora il gioco da un punto di vista più tecnico, parlando in generale possiamo dire che il lavoro di miglioramento rispetto al precedete capitolo è stato notevole, i modelli poligonali delle unità sono stati arricchiti sia per gli umani che per gli alieni e il colpo d’occhio man mano che l’equipaggiamento si fa via via più tecnologico diventa sempre migliore, allo stesso modo gli ambienti e le mappe di gioco, sempre generate proceduralmente sono stati arricchiti di animazioni e dettagli che rendono il gioco molto più vivo e realistico. Il gioco pur offrendosi in una veste grafica notevole, con una ricchezza di dettaglio impressionante specie ad un settaggio grafico alto paga pegno in termini di pesantezza generale. Forse anche per colpa di un’ottimizzazione non ottimale assistiamo frequentemente a cali anche di 10-15 frame ad ogni livello di dettaglio grafico nelle sequenze di gioco più impegnative e ricche di effetti come esplosioni, azioni che si sviluppano nel cambio turno e filmati per altro molto ben realizzati. In generale testando il gioco con una scheda grafica Nvidia Geforce GTX 970, in una situazione di gioco normale abbia potuto riscontrare un frame rate stabile a 30-40 fps solo ad un livello di dettaglio medio, con un minimo di 25-30 fps al livello di dettaglio massimo e 60 fps solo con il settaggio grafico al minimo, pur non essendo un elemento di disturbo per il gameplay l’instabilità del gioco può senz’altro essere un elemento di fastidio per gli amanti della perfezione grafica. Inoltre ulteriore elemento di disturbo è senz’altro la telecamera di gioco che spesso pare muoversi come avesse vita propria spostandosi completamente lontano dall’azione, ignorando i movimenti dei nemici al cambio turno o facendoci iniziare il turno stesso con la vista di un punto totalmente diverso della mappa rispetto a dove si trovano le nostre unità questi problemi seppur secondari sono senz’altro frustranti specie se consideriamo il livello di dettaglio impiegato da Firaxis nella cura di altre componenti tecniche.

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Di seguito vi mostriamo una comparazione fra il dettaglio grafico massimo a sinistra e il minimo sulla destra in riferimento ai parametri delle immagini che potete vedere qui sopra.

Per quanto concerne l’anti-aliasing il gioco ci offre due opzioni di settaggio l’FXAA che sacrifica la qualità in favore di una minor pesantezza sulle prestazioni e l’MSAA a 2x, 4x e 8x di seguito vi riportiamo una comparazione con a sinistra un anti-aliasing attivo a MSAA 4x e a destra con l’anti-aliasing disattivato.

In queste comparazioni potete osservare le impostazioni di texture e ombre a sinistra con dettaglio al massimo a destra con dettaglio al minimo.

XCOM 2 ci piace, il successo riscontrato con l’utenza è evidente e quindi Firaxis può considerare questa sfida riuscita, le promesse fatte a livello di innovazione, la scelta di puntare tutto sul PC come piattaforma di sviluppo e l’ottimo plot narrativo si sono dimostrate scelte vincenti così come rendere il gioco completamente moddabile da parte gli utenti. A livello di meccaniche non possiamo che gridare al miracolo e graficamente non possiamo non apprezzare tutto il lavoro dei designer, eppure qualche dubbio su alcune scelte gestionali e i problemi a livello tecnico pesano sul nostro giudizio, per concludere XCOM 2 è senza ombra di dubbio un ottimo gioco e forse uno dei migliori strategici a turni dell’anno a venire ma lungi dall’essere perfetto.

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