Sembra incredibile che una saga dal successo planetario come Harry Potter non sia mai riuscita a brillare più di tanto in ambito videoludico, nonostante il magico universo incastonato al nostro creato da J. K. Rowling si presti davvero bene anche per il mondo virtuale. Finora, infatti, praticamente tutti i videogiochi dedicati al maghetto sono stati reputati mediocri e dimenticabili, in quanto sotto sotto non erano altro che pura operazione di marketing per cavalcare l’onda dei successo dei film, tant’è che persino i Doni della Morte venne pubblicato in due parti, mentre quelli mobile sono un concentrato di microtransazioni come solo i giochi mobile sanno fare. Con Hogwarts Legacy si è tentato di fare qualcosa di molto diverso. Che questa sia la volta buona?

Tratto da una storia forse vera

Le premesse di Hogwarts Legacy sono tanto semplici quanto efficaci: il gioco è ambientato sì nell’universo di Harry Potter, ma è ambientato nel passato, attorno al 1890, quando nessuno dei personaggi ben noti ai fan non era nemmeno nato. Eppure, quando lo si gioca tutto risulta essere così familiare. I termini usati, molte location, i vestiti, sono tutti presi di peso dai libri e dai film. Si potrà anche conoscere gli antenati di certi personaggi, come la vicepreside Weasley, il commerciante di bacchette Olivander o il preside Black – allergico al Quidditch a tal punto da averlo bandito per l’anno corrente. La lore è stata dunque rispettata ove possibile, anche se ci sono delle libere interpretazioni che inevitabilmente sono state fatte per esigenze di gameplay.

La storia ruota attorno al protagonista, il giocatore, uno studente diciassettenne che viene ammesso a Hogwarts al quinto anno, che inaspettatamente si ritrova coinvolto assieme al suo mentore, il professor Fig, nella ricerca della “magia antica”, con la quale scopre di avere un legame estremamente raro nel mondo dei maghi. Sfortunatamente la stessa caccia è in corso anche dal cattivo Ranrok, un potente goblin che vuole ribaltare una volta per tutte la stirpe magica.

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Il registro linguistico usato è naturalmente quello conosciuto da tutti i fan di Harry Potter, ma spesso, quando ci si rivolge verso un insegnante o un’autorità, diventa estremamente formale, tanto da far sembrare il protagonista un leccapiedi di prima categoria. O forse parlavano davvero così nell’Ottocento, chi lo sa. I dialoghi e il livello di scrittura si assestano nella media, non hanno alti, né bassi, mai sfociano nella volgarità, non risultano essere mai fuori luogo e non rompono mai la magia dell’atmosfera, anche se, va detto, certe volte i dialoghi sanno diventare alquanto prolissi, ma si lasciano sempre ascoltare con piacere, anche grazie al doppiaggio completo in italiano.

Dal punto di vista strettamente videoludico, Hogwarts Legacy è un semplice action open world come molti altri open world appartenenti alla stessa categoria. Non solo si avrà a disposizione l’intero labirintico castello di Hogwarts con tutti i suoi segreti, cunicoli e passaggi nascosti, ma anche i suoi dintorni, tra cui Hogsmeade, la Foresta Proibita, e molti altri villaggi perlopiù sconosciuti. Il tutto senza soluzione di continuità, ciò significa che in linea di principio non si dovrà assistere ad alcuna schermata di caricamento mentre si esplora il mondo di gioco, ma ci sono delle eccezioni, come alcune caverne e passaggi nascosti. Spostarsi a piedi può risultare comunque scomodo sul lungo periodo, ma è possibile volare usando la scopa quando la si sbloccherà, oppure, ancora più comodo, usare la metropolvere, che altro non è che il viaggio rapido, ma ovviamente i punti di destinazione vanno sbloccati visitandoli prima.

A differenza di quanto ci si aspetterebbe, il giocatore non dovrà seguire alcuna vita accademica, né verrà applicata la regola che durante la notte bisogna stare all’interno del rispettivo dormitorio, ad eccezione di alcune missioni stealth che purtroppo non brillano particolarmente per libertà creativa. Il giocatore sarà totalmente libero di fare quello che vuole quando vuole, senza restrizioni alcune – ad eccezione naturalmente di alcuni prerequisiti che bisogna ottenere pe rproseguire con l’avventura. Se da un lato la mancanza di restrizioni e obblighi scolastici manda all’aria l’immedesimazione di trovarsi a Hogwarts come studente, dall’altro sarebbe stato un enorme peso per il giocatore, che probabilmente si sarebbe visto costretto a seguire una lezione pena la perdita di punti per la propria casa quando invece aveva voglia di fare una missione secondaria, per cui noi diciamo che è meglio così.

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A scuola di stregoneria e incantesimi

Come forse avrete intuito, Hogwarts Legacy ha la sua bella dose di missioni primarie, che avanzano con la storia del protagonista, e secondarie (che spesso durano di più i dialoghi con cui le si introduce piuttosto che le missioni vere e proprie), con cui è possibile ottenere Galeoni (i soldi), pezzi di equipaggiamento o altro ancora. Di tanto in tanto gli insegnanti assegneranno anche degli incarichi, che sono delle semplici cose da fare, come bere una determinata pozione o usare una determinata magia in un combattimento, che andranno completati prima di ricevere come ricompensa un nuovo incantesimo, ma l’impressione che fanno questi incarichi, che sulla carta dovrebbero insegnare al giocatore determinate meccaniche, è quella di essere dei meri filler per allungare il brodo. E pensare che queste sono ciò che più si avvicinano a dei compiti scolastici…

Nel mondo di gioco ci saranno anche delle sfide, come quelle di Merlino, che sono puzzle ambientali, o quelle a bordo di un manico di scopa dove vince chi batte un percorso nel miglior tempo, ma è anche possibile partecipare ad altri giochi e sport. A tal proposito, va detto che la maggior parte delle ricompense lascia veramente a desiderare. Tolte alcune che forniscono bonus tangibili al proprio personaggio che vanno sempre bene, la maggior parte sono elementi estetici con cui poter personalizzare l’aspetto del proprio personaggio, oppure vestiti dagli attributi casuali, che vuol dire che spesso vi ritroverete con spazzatura che va bene solo per essere venduta. E pare che la cosa sia voluta da un punto di vista di game design, perché vendere questi vestiti e accessori inutilizzati è l’unica fonte di reddito con cui poter ottenere dei Galeoni, con cui poi scambiarli per ricette, pozioni, ingredienti, nuovi oggetti di evocazione e così via. Anche se a un certo punto della storia si potrà entrare nella Stanza delle Necessità e potrà essere riempita di tavoli da giardinaggio con cui poter far crescere le piante utili per fare pozioni o di fornelli su cui cucinare suddette pozioni, non sarà possibile vendere questi prodotti. Un peccato.

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All’elenco di attività da poter fare non potevano ovviamente mancare i duelli di magia, ottimi per allenarsi con le magie offensive e difensive. Tutti i combattimenti che il gioco propone si faranno a suon di incantesimi, e per avere la meglio occorre padroneggiare quelli a propria disposizione, specialmente alle alte difficoltà. Oltre all’incantesimo base che lancia dei deboli proiettili contro i nemici, è possibile fare combo usando gli altri incantesimi che si sbloccheranno a mano a mano che si prosegue nel gioco. Anche se il loro numero non è poi così elevato per un gioco incentrato sulla magia, sono tutte ben caratterizzate e hanno un loro ruolo ben specifico. Ad esempio, l’incantesimo per far levitare può essere usato per sollevare gli avversari e lasciarli inermi per qualche secondo, mentre l’incantesimo di disarmo permette di togliere le armi dal nemico di turno, e magari usarle a nostro vantaggio. Potremmo anche usare la magia antica sotto forma di telecinesi che permette di scagliare oggetti in giro con grande forza, oppure tramite un attacco devastante che lascia ben pochi nemici senza scampo.

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Sì, esiste anche l’Avada Kedavra, che è l’unico attacco che effettivamente può uccidere gli altri esseri umani, e anche le altre due maledizioni senza perdono, Crucio e Imperio, ma fortunatamente non si andrà ad Azkaban per averle usate. Nessun attacco consumerà mana o qualcosa del genere, ma occorrerà aspettare il rispettivo cooldown prima di poter riutilizzare una magia appena usata, ad eccezione della magia antica, che consumerà l’energia indicata da una barra tutta sua che si ricarica inanellando combo durante i combattimenti. Non mancherà la possibilità di poter lanciare una magia di protezione che dura giusto qualche istante, il cui tempismo con cui lanciarlo viene indicato da un’apposita icona sopra la testa del giocatore, e se ben eseguita permette anche di lanciare automaticamente un attacco stordente.

Seppure i combattimenti siano frenetici e alcuni davvero tosti, specialmente se non si è portata appresso una scorta di pozioni di salute, la nota dolente del sistema adottato dagli sviluppatori è quella di poter avere a disposizione sotto mano un set personalizzabile di quattro incantesimi per volta, e solo spendendo i punti abilità che si ottengono quando si sale di livello permette di sbloccare nuovi set, ma il problema è che per lanciare un incantesimo assegnato all’interno di un set occorre per prima cosa avercelo selezionato. Per chi gioca con mouse e tastiera, gli incantesimi si potranno lanciare pigiando il loro corrispettivo tasto assegnato da 1 a 4, mentre per cambiare set occorre usare la rotellina del mouse. Questo sistema, per quanto sia concettualmente immediato una volta che lo si ha capito, rimane farraginoso durante la concitazione dei combattimenti, almeno finché non si è presa una bella dimestichezza. Il nostro consiglio è quello di assegnare a ciascun set il maggior numero di incantesimi con cui è possibile fare combo o concatenarle assieme, in modo da poter limitare fortemente il numero di cambio di set durante i combattimenti.

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Avada KedaVRAM

Al lancio Hogwarts Legacy aveva diversi problemi, tutti sul fronte delle performance. Noi siamo stati testimoni di gravi ritardi nel caricamento dei modelli e delle texture, che faceva sembrare il gioco appartenente all’era della PlayStation 1, così come problemi all’audio che desincronizzavano completamente il doppiaggio. Fortunatamente questi problemi sono stati risolti a suon di patch e non ne abbiamo più visti. Rimangono alcuni problemi di ottimizzazione che causano stuttering, problema comune a chi ha schede grafiche con 8GB o meno di VRAM. Su un PC dotato di un i5 4690k a 3,20GHz, 16GB di RAM e una Nvidia 2070 con 8GB di VRAM siamo riusciti a giocare dignitosamente a 1080p sui 60-70fps tenendo tutto su basso, anche se in alcune aree il frame rate scendeva anche nella fascia 40-50fps. Perlomeno, durante la nostra avventura, non abbiamo trovato bug di sorta, il che per un titolo open world è una cosa eccezionale. Non potevano mancare le nuove tecnologie come l’ormai onnipresente Ray-Tracing, anche se avrebbe bisogno di qualche piccolo ritocco, perché come ormai capita spesso, molte superfici tendono a riflettere molto di più delle loro controparti reali finendo con il sembrare bagnate.

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Il gioco se la cava egregiamente bene anche dal punto di vista dell’impatto visivo, non solo il gioco è molto grazioso da vedere, ma è soprattutto bello da ammirare. Le location e i luoghi del gioco rendono veramente bene, tant’è che, ad esempio, durante le fasi di volo è difficile non resistere alla tentazione di muovere la telecamera per poter avere il castello di Hogwarts come sfondo. Ma diciamolo, anche camminare e perdersi tra i meandri del castello è affascinante, vuoi per la musica, vuoi per l’atmosfera, vuoi per i quadri animati, infatti, spesso ci siamo trovati più volte a preferire a camminare che non a sfruttare altri metodi di viaggio per fare prima, anche perché più si cammina, più è probabile incappare in segreti, pagine perdute (che offrono una quantità importante di punti esperienza), dialoghi buffi. Camminare nella foresta è un po’ meno piacevole per via della quantità di combattimenti che si hanno a che fare, tra bracconieri, goblin e animali pericolosi, ma questa è un’altra storia. Almeno è un buon modo per recuperare ingredienti alchemici che non possono essere trovati altrimenti. La durata complessiva dell’avventura principale si attesta sulle 40 ore circa, ma che possono lievitare decisamente a seconda di quanto si esplora e da quanto tempo si investe per fare le missioni secondarie, specialmente se si tenta di raggiungere il livello massimo.

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Conclusioni

Hogwarts Legacy è un titolo che ha tanti difetti che elencarli tutti è difficile, eppure allo stesso tempo tutto funziona così bene e che coinvolge a tal punto che si riesce a chiudere volentieri un occhio, grazie anche al carisma che il mondo magico in cui è ambientato possiede. È chiaro che l’intento degli sviluppatori era creare un gioco rivolto ai ragazzi “a colpo sicuro” non deviando troppo dai canoni dettati da altri successi in questo campo, ma si spera che con un eventuale seguito osino di più. Rimane comunque un gioco estremamente piacevole e spensierato da giocare, adatto sia a chi piace l’universo narrativo di Harry Potter, sia a chi non ha idea di chi sia, ragazzi o adulti è indifferente, e forse è questo il suo punto forte.

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