Un Campione per domarli

Quake Champions è stato lanciato in versione Accesso Anticipato su Steam, al prezzo di 29,99€. Dalla closed beta avvenuta qualche mese fa da allora poco e nulla è cambiato dal punto di vista del gameplay, se non che è stata aggiunta una nuova modalità, nuovi personaggi con relative abilità e una nuova arma completamente inedita. In realtà ci sono altri miglioramenti nascosti sotto il cofano, ma che andremo a parlare con più calma nei prossimi paragrafi.
Il pacchetto a pagamento, in ogni caso, mette a disposizione al giocatore l’intero roster dei personaggi senza doverli sbloccare per un breve periodo di tempo spendendo una fortuna in punti che si guadagnano giocando. Grazie a questo, abbiamo potuto provare ognuno di questi personaggi, o meglio, campioni, e farci un’idea di quali siano i pro e i contro di ognuno di essi. E come extra, compaiono anche il Doomguy se si possiede Doom e B.J. Blazkowicz se si ha Wolfenstein.

Un Campione per trovarli

Vediamo le novità introdotte di recente. Partiamo subito con l’arma nuova e caviamoci subito questo dente. Chiamata tri-dardo e caratterizzato dal colore verde oliva, è un fucile che spara a raffiche di tre delle mini granate adesive, che esplodono a contatto con il nemico o si attaccano a una superficie ed esplodono da soli dopo pochi secondi. Inutile dire che, al momento, l’unica cosa che siamo stati in grado di fare con questa arma sono stati degli spettacolari suicidi, in cui nella frenesia di movimento venivamo coinvolti nell’esplosione delle granate appiccate ai muri. Possiamo definirla inutile? Troppo presto per dirlo, ma sicuramente non è un’arma facile da usare, e molti probabilmente la useranno solo come ultima risorsa, preferendo imbracciare un rassicurante e più immediato lanciarazzi.
Possiamo invece usare parole più confortanti riguardo alla nuova modalità, chiamata Sacrificio. In questa modalità, che si gioca in versioni modificate all’uopo nelle mappe già usate nelle altre modalità, due squadre si contendono un’anima speciale che appare in un punto preciso della mappa. Chi la prende, la deve portare al proprio totem, e difenderlo per un certo periodo di tempo cumulativo senza che la squadra avversaria si riprenda l’anima, scaduto il quale la squadra si prende un punto. È una modalità che naturalmente sa in qualche modo di già visto, ma in un titolo come Quake risulta anche divertente da giocare.
Ricordiamo che le altre modalità presenti sono i classici Deathmatch e Deathmatch a squadre, e infine Duello, in cui due giocatori scelgono 3 campioni e vince chi un testa a testa sconfigge tutti i campioni scelti dall’altro.
Al momento ci sono otto mappe in totale, e come avevamo già detto quelle della beta erano ben costruite, ma anche quelle nuove si difendono bene dal punto di vista del level design, risultando mai banali né troppo contorte, mantenendo sempre tuttavia una certa complessità che obbliga il giocatore a conoscerle per bene per sapere dove sono armi, munizioni, medkit e altri pickup. È bene segnalare che in una di esse piove nei punti situati all’esterno, e ad alcuni la cosa non piace, perché introduce troppe distrazioni grafiche. Dal canto nostro, possiamo dire che la pioggia risulta essere un buon modo per far abbassare il frame rate di una bella percentuale, e in effetti per alcuni utenti che non possiedono macchine all’avanguardia forse potrebbe risultare problematico.

Un Campione per ghermirli

Passiamo sulla parte fondamentale: i campioni. Come avevamo già detto in sede di preview della beta chiusa, ogni campione ha le proprie caratteristiche, con valori di salute, armatura e velocità massima, più un’abilità da attivare premendo il tasto associato, abilità che possono essere sia offensive che difensive, ma alcuni campioni hanno anche dei bonus passivi unici, come la possibilità di fare bunnyhopping, oppure come ricevere meno danno dalle esplosioni causate dalle proprie armi.
I nove (undici se consideriamo anche quelli bonus) campioni presenti spaziano più o meno ogni configurazione possibile, soddisfacendo nel bene e nel male ogni palato. Si passa dal Ranger, campione ben equilibrato con l’abilità di lanciare una sfera con cui potersi teletrasportare, a veri e propri tank come Scalebearer, che ha l’abilità di correre all’impazzata e travolgere tutto ciò che trova sul proprio cammino, fino ad arrivare a campioni che puntano più sulla velocità e sulla capacità di curarsi in battaglia come Anarki.
Menzione d’onore meritano i già citati DoomGuy e Blazkowitcz, che possiedono rispettivamente l’abilità Berserker (che gli permette di diventare molto veloce e di fare tremendi danno con i pugni) e l’abilità Dual Wielding (ovvero la possibilità di impugnare la stessa arma in ciascuna mano), ed entrambi risultano immediati e divertenti da giocare.
Tuttavia, c’è ancora un po’ di bilanciamento da fare, soprattutto verso Sorlag, che risulta essere una macchina da guerra davvero difficile da buttare giù, grazie ad alti valori di vita e armatura, nonché l’abilità di sputare acido velenoso contro gli altri giocatori, lo rende uno dei personaggi più temibili.
D’altro canto, i personaggi con meno vita massima, ovvero 75, possono essere molto facili da buttare (un colpo di railgun toglie 80 di salute), costringendo quindi il giocatore che li usa a combattere nel modo più elusivo possibile, sfruttando salti e velocità per rendersi difficili da colpire. Come ad esempio Nyx che ha l’abilità di poter finire in una dimensione speciale e diventare sia invisibile che invulnerabile, e può sfruttare questo potere per ribaltare una situazione potenzialmente sfavorevole a suo vantaggio, nascondendosi e riapparendo nel posto più impensabile.
Nel complesso, però, ogni campione ha un suo perché, e sono tutti bene o male divertenti da giocare, anche se alcuni personaggi risultano essere più difficili di altri da padroneggiare. Ma questo dipende anche da giocatore a giocatore e dal proprio stile di gioco, pertanto vale la pena investire un po’ di tempo per cercare di capire i pro e i contro di ognuno e trovare quello più adatto alle proprie esigenze.

E nel buio incatenarli

Spendiamo due parole su alcune questioni questioni tecniche. La prima cosa che ci sembra sia migliorato rispetto alla precedente beta è il netcode, meno propenso al lag, ma se il ping è alto, (sopra i 150), il lag c’è ed è molto evidente.
Un altro aspetto da rivedere è sicuramente il matchmaking, che ci è sembrato alquanto sbilanciato e tende a mettere nelle partite a squadre, per chissà quale ragione, team di giocatori di alto livello (20+) contro team di giocatori di basso livello (al di sotto del 10), con risultati spesso a dir poco imbarazzanti per il team di basso livello.
Vero che il livello è solo indicativo di quanto un giocatore abbiato giocato a Quake Champions e non rispecchi l’abilità in sé, però è una cosa che va tenuta comunque conto.
Dal punto di vista delle performance, che già erano eccellenti durante la beta, ancora una volta si riconfermano molto solide, grazie a un’eccellente ottimizzazione, ad eccezione della già citata pioggia ma che potrebbe dare problemi a una ristretta cerchia di utenti, con un frame rate che viaggiava ben al di sopra dei 90fps, raggiungendo picchi di 110fps. Vedremo se col tempo questo risultato migliorerà.

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