Michael Grzesiek, meglio noto come Shroud, è uno streamer di Twitch che un tempo era stato giocatore professionista di Counter-Strike nella squadra dei Cloud9 fino al 2018, anno in cui ha abbandonato la scena competitiva per dedicarsi appunto allo streaming.
Durante un recente stream, riportato poi da Dot Esports, un utente ha chiesto a Shroud se in futuro avesse intenzione di ritornare nel mondo degli esport, se non come giocatore, come coach o un’altra figura, e il buon Shroud ha risposto di no, in quanto “lavorare fa schifo”.
Shroud ha poi aggiunto che fa streaming in quanto lavorare proprio non gli piace, al che un utente gli ha voluto far notare che lo streaming è un lavoro a tutti gli effetti. Shroud ha dunque risposto: “Fare streaming è un lavoro? No, non è un fottuto lavoro, è una dannata barzelletta. Guarda, sto seduto qui a fare niente”.
Detto da Shroud, questa affermazione fa un po’ sorridere, in quanto il suo canale Twitch conta la bellezza di 10 milioni di follower, e molti altri streamer hanno voluto condividere le proprie esperienze su quanto in realtà fare streaming a tempo pieno sia uno sforzo fisico e mentale non indifferente, senza poi considerare che si diventa facili bersagli di molestie, offese e del recente fenomeno dei raid di odio, a cui Twitch sta tentando in tutti i modi di contenerli.
Senza dubbio fare streaming non è affatto così facile come sembra: anche se per alcuni significa piazzare una webcam e mettersi a giocare, in realtà c’è molto di più sotto. Vi sta l’abilità di dover intrattenere gli spettatori, vi sta l’abilità con i videogame nel caso si giochi competitivo negli esport o si facciano speedrun, vi sta anche il dover interagire e socializzare con persone rappresentate da un semplice nickname e nient’altro.
Alcuni streamer sicuramente aggrotterebbero la fronte nel sentire ciò che ha detto Shroud. Streamer che in qualche modo sono riusciti a farsi un nome, a farsi la propria cerchia di follower che in qualche modo gli pagano le bollette e il mangiare grazie agli abbonamenti e a Patreon. Per Shroud la strada è stata un po’ diversa, in quanto si era fatto un nome mentre giocava in una squadra competitiva, per cui trovare la propria cerchia di spettatori quando ha aperto il suo canale Twitch è stato molto più semplice.