Non sono trascorse nemmeno 48 ore dai primi test ufficiali e drop di Overwatch 2 beta ed eccoli lì, più puntuali di un orologio svizzero: gli immancabili hacker, pronti a rovinare la vita degli utenti non solo nella realtà ma anche durante il gioco. Che il sequel dell’Overwatch rappresenti già un grande successo è stato confermato sia dai player, entusiasti del gameplay, sia dalla solerte presenza di questi fastidiosi cheater.
L’account Twitter AntiCheat PD non ha tardato a diffondere la notizia corredata dal relativo video: il 28 aprile, un suo twitt ha avvertito che gli hacker erano già operativi ma che, per fortuna, erano facilmente individuabili. Inoltre, ha auspicato l’adozione, da parte di Blizzardle, di misure necessarie per eliminare il problema o il risultato sarà quello di avere un’ambiente di gioco sleale, un po’ com’è successo nella prima versione del gioco.
Quella del baro è una pratica tanto antica quanto il gioco, e le cose non cambiano quando il gioco passa attraverso la tecnologia. Nel video riportato da AntiCheat PD si vede chiaramente come il player riesca a colpire tutti i bersagli in maniera (sospettosamente) impeccabile. Un altro video ha mostrato un comportamento di gioco molto simile, rendendo di fatto impossibile sconfiggere giocatori che utilizzano questi aimbot nel gioco.
Considerando che il gameplay si basa essenzialmente sull’abilità nel colpire i propri obiettivi, l’intrusione di questi cheater è ancora più fastidiosa. Anche per questo, i player che attendono da anni il lancio ufficiale di questo sequel sperano che le cose vengano ripristinate in breve tempo.
Questo è solo uno degli episodi che ha riproposto la questione della sicurezza in-game e dei rispettivi player. Diamo un’occhiata più in generale.
Gaming e divertimento: il terreno di caccia preferito dagli hacker
Il gaming online è ormai una modalità di intrattenimento diffusa, che coinvolge non solo adolescenti ma soprattutto ragazzi e adulti. Per questo si prospetta per gli hacker un vero e proprio giardino delle delizie: in quanto momento di svago, siamo portati ad abbassare le difese quando invece andrebbero aumentate. Quante volte ci siamo connessi a un videogioco senza aver prima impostato una password “forte” o senza aver installato una VPN? Sicuramente troppe.
Dopotutto, ne va del nostro divertimento e non solo: oltre al fatto di perdere tutti i progressi nel gioco e addirittura a non aver più accesso al nostro account, la posta in gioco è ben altra. Parliamo di dati personali, di nomi utente e password, di accessi al nostro online banking: situazioni che sono poco divertenti e che possono trasformarsi in un vero incubo. Reale, non immaginario.
Tra gli episodi più recenti accaduti e che hanno attirato molta attenzione c’è stata la vicenda di Axie Infinity, il videogioco su blockchain che ha visto letteralmente sparire 600 milioni di dollari in criptovalute. A seguito del fatto, la società ha dichiarato che in futuro adotterà tutte le misure di sicurezza necessarie per evitare il ripetersi di tali episodi, che hanno coinvolto anche gli account e i fondi dei gamer stessi.
Ma una cosa è certa: la sicurezza non è mai troppa quando si è in rete e anche i player, oltre che le società che producono software di gioco, dovrebbero applicare tutte quelle misure necessarie a evitare tali esperienze negative. Per avere un’idea più precisa del tipo di rischi che i gamer corrono quando entrano online senza le dovute accortezze, ecco una veloce carrellata:
- Attacchi DDoS, una delle modalità di attacco più fastidiosa per l’attività di gaming anche se l’obiettivo non è quello di rubare dati bensì di bloccare l’attività di gioco. In sostanza non è più possibile accedere al gioco, e si perdono i livelli e i punteggi raggiunti fino a quel momento.
- Malware: un classico dei rischi della rete, che può portare a un accesso diretto al PC quando si scarica, ad esempio, un software di gioco. Una volta installato, il malware procede indisturbato con la sua attività illecita sul tuo PC, quindi è importante prevenire la sua infiltrazione.
- Attacchi di forza bruta (o “brute force”), che fanno leva su un comportamento molto frequente degli utenti: utilizzare la stessa password o password simili per siti diversi. Il tuo account di gioco può utilizzare delle credenziali molto simili a quelle impiegate per altre piattaforme, facilitando quindi l’accesso ai tuoi account di altri siti. Negli USA, si stima che il 52% degli utenti utilizzi la stessa password per accedere a siti diversi.
Queste minacce, assieme ad altri attacchi pure molto frequenti (come le e-mail di phishing o gli episodi di data breach) sono purtroppo all’ordine del giorno: secondo quanto riportato da uno studio dell’Università del Maryland, si verifica un attacco hacker ogni 39 secondi. Nemmeno il tempo di prendere un caffè!