La svastica è sicuramente il simbolo più controverso oggigiorno: sebbene le sue origini siano di stampo puramente religioso, è divenuto nel secolo scorso il simbolo del potere nazista, il simbolo che ha causato 60 milioni di morti, il simbolo della crudeltà umana.

Poiché la Germania è stata la culla che ha dato i natali a questo movimento, non stupisce dunque che l’uso del suo simbolo sia proibito e incostituzionale, se non per casi eccezionali. Dunque, è proibito mostrarlo in qualunque videogame, che sia di stampo storico o fantasioso, anche se a indossarlo sono i nemici.

Tuttavia, questa censura porta con sé nel mondo videoludico situazioni che anche gli stessi giocatori tedeschi definiscono ridicoli (in maniera dispregiativa). In Wolfenstein 2: The New Colossus, ad esempio Hitler viene mostrato senza i suoi caratteristici baffetti, e non viene usato il termine Fuhrer. E inutile dirlo, tutte le svastiche sono state eliminate.

Ma questa situazione sta per cambiare. L’agenzia tedesca di rating, l’USK, ha infatti annunciato che d’ora in avanti i videogame saranno considerati opere d’arte, proprio come i film, e come tali potranno contenere simboli proibiti.

Essendo la svastica un simbolo incostituzionale, la legge tedesca comunque permette il suo uso nelle opere d’arte, quali ad esempio i film, la cui presenza è giustificata da ragioni logiche, storiche, artistiche, scientifiche o quant’altro. E prima di questa dichiarazione, i videogiochi non erano considerati opere d’arte.

Questo cambio è stato indetto dalla Oberste Landesjugendbehörde, l’Autorità Suprema di Protezione dei Giovani, che prima di oggi non aveva mai considerato i videogame alla stregua di altri media. Si badi che la legge in vigore è sempre la stessa: a essere cambiata è la sua interpretazione!

Ciò tuttavia non significa che sarà tutto consentito, ma che non sarà un “no” come risposta di default. Come già detto la presenza di una svastica deve avere una sua giustificazione. Ogni videogioco pertanto dovrà essere valutato caso per caso per ottenere la valutazione dell’età minima consentita da parte dell’USK.

Inutile dire che l’Associazione Tedesca dell’Industria dei Videogiochi ha accolto con entusiasmo questo cambiamento, in quanto erano anni che stava combattendo perché i videogame venissero considerate opere d’arte in questo senso!

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