Just Cause è una di quelle serie free-roaming vagamente ispirate a GTA, ma in grado di ritagliarsi una propria fetta di utenti e ricrearsi una propria identità, compito tutt’altro che facile. La sua essenza non è mai stata celata da false promesse o illusioni da parte degli sviluppatori, il suo essere caciarone e ignorante è insito all’interno del codice stesso del gioco fin dal suo primo capitolo, ma che diede il meglio di sé nel seguito, quel Just Cause 2 che per anni si portò dietro l’onore di avere la mappa esplorabile più grande mai ricreata in un videogioco (eccetto Daggerfall di Bethesda). Con questo terzo capitolo, gli sviluppatori portano sul campo varie nuove migliorie e nuovi giocattoli con cui far divertire il giocatore, in un nuovo e immenso arcipelago, che altro non è che la terra natia dello stesso protagonista, Rico Rodriguez!
Benvenuti a Medici
Dopo anni lontano dalla sua terra natale, il buon Rico scopre una amara verità: il cattivissimo Generale Di Ravello ha conquistato tutte le isolette che compongono la bellissima Medici e ne è diventato il nuovo dittatore, con la popolazione costretta a subire il suo giogo di potere e a ubbidire ai suoi ordini grazie anche al suo nutrito esercito di uomini pronti a ubbidirgli ciecamente che ogni dittatore cattivo che si rispetti possiede. Al di là del suo aspetto e del suo comportamento che più stereotipato di così non si poteva fare, il potere di Di Ravello è insito anche in un minerale più unico che raro dalle proprietà esplosive che abbonda nelle terre di Medici: il Bavarium. Inutile dire che chi controlla il Bavarium, controlla tutto, e teoricamente potrebbe anche controllare il mondo intero. Così, il buon Rico si ritroverà costretto a fare ciò che meglio sa fare anche a casa sua, ovvero uccidere dittatori e riportare la libertà alla popolazione, nonché a scongiurare un possibile conflitto globale.
Vietato usare i veicoli
Una delle caratteristiche meglio riuscite della serie Just Cause è l’assurda possibilità di usare una combinazione tra il rampino e il paracadute, in modo da concatenare mirabolanti e spettacolari acrobazie con cui potersi muovere con sorprendente agilità. Basta sparare il rampino su una sporgenza, riavvolgerlo a gran velocità, e quando se ne ha abbastanza aprire di scatto il paracadute per salire di diversi metri e cominciare a ridiscendere lentamente, oppure usare la forza del rampino per farsi trascinare, magari da un veicolo di passaggio. Ma in questo ultimo capitolo è stata introdotta anche la tuta alare, con cui poter volteggiare senza pensieri letteralmente da un capo all’altro della mappa. Grazie a questi tre gadget e a un po’ di pratica, è davvero possibile esplorare l’intera Medici senza mai toccare neppure una volta il suolo!
Non mancheranno altre novità, come un uso più fantasioso del rampino, che permette di lanciarlo addosso a due oggetti e poi con la pressione di un tasto riavvolgerlo con le conseguenze più fantasiose. Ad esempio si può agganciare un barile esplosivo a un elicottero per far sì che salti in aria senza dover sparare neppure un colpo. Oppure tra un cartellone di propaganda e il terreno perché venga sradicato. Il solo limite sarà praticamente la vostra fantasia.
Ma attenzione! Perché se da un lato abbiamo un sistema di spostamento divertente, funzionale e unico, dall’altro abbiamo un sistema di guida dei veicoli non molto convincente. Non è un vero problema fin quando non si è costretti per motivi di missione a doverne guidare uno. Nessun problema per gli elicotteri, che invece si fanno guidare tranquillamente e senza nessun problema!
Bang Bang e Tequila Boom Boom
Come si libera il giogo di un dittatore dalla propria terra? Semplice, conquistando i territori a nostro favore! Just Cause 3 prevede infatti una campagna principale seguita da un nutrito numero di attività secondarie, attività che vanno dalla conquista di paesi, avamposti e basi militari, a missioni casuali che si trovano andando in giro per la mappa e completabili in cinque minuti, fino a vere e proprie sfide a tempo che spaziano da guidare un veicolo lungo un percorso fino a distruggere quanta più roba possibile. Queste ultime permetteranno di sbloccare i cosiddetti ingranaggi, utilizzati per comprare MOD, ovvero modifiche all’equipaggiamento che ne aumenteranno le loro funzionalità, come caricatore delle armi più capienti, mine di prossimità, aerofreno per la tuta alare, rampini più potenti, e molto altro ancora.
La conquista dei luoghi è uno dei punti cardini del gioco, e consiste semplicemente nel distruggere letteralmente tutto ciò che è marcato di rosso: altoparlanti, cartelloni, trasformatori, cisterne di benzina, statue, e così via, il tutto condito dal giallore delle esplosioni e dal rossore del sangue dei nemici. Tali luoghi sono veramente tanti, e la conquista di essi è parte integrante della campagna principale, in quanto alcune missioni saranno sbloccate previa conquista di determinate province. Inevitabilmente, questo porta con sé una certa ripetitività di fondo, anche nelle stesse missioni principali, che si possono riassumere con i classici vai da A a B, scorta sano e salvo questo personaggio, entra in tal base e trova un determinato oggetto. Insomma, su questo lato Just Cause 3 non brilla né porta novità degne di nota.
I combattimenti contro i nemici sono forse la parte più debole del prodotto, non tanto per la spettacolarità degli stessi, che si mantiene sempre su elevati livelli, quanto sulla difficoltà degli stessi, che si attesta su livelli veramente bassi, complice soprattutto una intelligenza artificiale da zappe, con piloti di elicotteri che si suicidano andando addosso ad edifici, a nemici che non fanno nessuna tattica e si fanno colpire con facilità, ma soprattutto grazie anche alla incredibile quantità di salute che Rico possiede. Ciò si traduce in scontri a viso aperto che finiscono quasi sempre automaticamente con la vittoria del protagonista. Certo, questo può essere visto come un pro piuttosto che un contro in un titolo tanto caciarone, ma il gioco non permette di modificare alcuna difficoltà, quella è, quella rimane, e chi si appaga di più vincendo scontri impegnativi piuttosto che vedere esplosioni gigantesche rimarrà probabilmente deluso.
Cartoline da sogno
Dal punto di vista tecnico Just Cause 3 si difende veramente bene, mettendo sul piatto una grafica notevole e un discreto sistema di distruzione. Certo, non si può esattamente rompere qualsiasi cosa, ma quello che si può rompere lo fa in maniera più che buona, siano esse le cisterne, che determinati muri di cemento. Graficamente propone una grafica molto bella da vedere, anche grazie al design di Medici, ricco di scorci e panorami mozzafiato, campi di girasoli, lavanda e viti ben realizzati, in questo senso l’occhio verrà ben appagato, anche se purtroppo le piccole città e villaggi tendono a ripetersi e ad assomigliarsi eccessivamente perché non possiedono niente che li contraddistingua l’uno dall’altro. Tuttavia, sebbene nella mia personale configurazione di prova il gioco girasse in maniera impeccabile, i forum di mezzo mondo si lamentano di prestazioni scarse e insoddisfacenti. State attenti ai vostri requisiti! Altra cosa non di poco conto, il gioco è interamente doppiato in italiano, e nonostante in determinati personaggi si sia perso l’accento caratteristico originale, complessivamente è stato fatto un ottimo lavoro, anche grazie a professionisti del calibro di Moneta che doppia il protagonista (e dire che in Far Cry 4 doppiava il dittatore Pagan Min, una notevole inversione di ruoli!).
Conclusioni
Non chiedete troppo da Just Cause 3. Questo è un titolo pensato unicamente a chi sa divertirsi con un’azione ignorante e caciarona, distruggendo, facendo esplodere e uccidendo a testa alta tutto ciò che incontra sul proprio cammino, e niente di più. Per chi cerca qualcosa di più complesso, come una trama degna di essere seguita, delle missioni uniche e originale, dei dialoghi di alta qualità o delle sparatorie più tattiche ne rimarrà sicuramente deluso. Certo, la combo tuta alare-rampino-paracadute è un’ottima aggiunta e sa divertire nonostante un gameplay comunque fine a se stesso, ma di certo non lo salva dall’essere inevitabilmente ripetitivo dopo nemmeno qualche ora di gioco.