Con Hellblade i Ninja Theory hanno cercato di creare l’anello di congiunzione fra gli indie e i tripla A. L’idea era quella di creare un gioco con il prezzo e il budget di un indie ma con la qualità realizzativa di un tripla A. Questo esperimento sarà riuscito? Oppure il poco budget a disposizione si è fatto troppo sentire?

 Sento le voci

Più che un gioco Hellblade è il mezzo con cui i Ninja Theory hanno cercato di farci vivere una malattia mentale, facendoci sentire in prima persona cosa prova chi è in quelle condizioni. Questo volere degli sviluppatori ha plasmato l’intero gioco. Ogni singolo aspetto di Hellblade è legato alla rappresentazione della malattia mentale della protagonista, Senua. Questo lo si nota anche nel gameplay, sacrificato in parte per rappresentare in modo perfetto la malattia mentale. Avremo quindi un solo enigma(con alcune varianti ma la base sarà sempre la stessa per tutta l’avventura)che ci vedrà impegnati nel ricercare, nell’ambiente circostante, uno o più simboli raffigurati su una porta, per permetterci di aprirla e andare avanti. Per farlo dovremo giocare un po’ con la prospettiva trovando la giusta angolazione che faccia apparire quei pezzi di legno una M, oppure che gli spiragli di luce che provengono da una finestra formino una P. La scelta di questo enigma non è di certo casuale, serve infatti per rappresentare uno specifico sintomo della malattia mentale, ovvero il connettere mentalmente fra loro elementi che tutte le altre persone vedono scollegati, oppure il vedere simboli e elementi che nella realtà non esistono. Anche i combattimenti sono stati plasmati per rappresentare la malattia mentale, non avremo per esempio alcun tipo di HUD(cosi da farci immergere meglio negli scontri) e a segnalarci se ci arriverà un colpo alle spalle saranno le voci nella testa di Senua(di questo parleremo meglio dopo). Per non distogliere troppo l’attenzione del giocatore verso la storia che il titolo vuole raccontarci, i combattimenti saranno pochi e semplici nelle meccaniche, il combat system è al contempo completo(avremo tutte le azioni base) ma semplice, forse anche troppo. Gli scontri saranno quindi ripetitivi, anche per il non grande numero di tipologie di nemici, e potrebbero risultare noiosi a chi si aspettava un combat system di alta fattura. Noi gli abbiamo trovati comunque abbastanza divertenti(pur notandone la ripetitività e la facilità), anche per l’ottimo sottofondo musicale con cui, alcune volte, vengono accompagnati. Se vi state chiedendo “beh tutto qui il gameplay” la nostra risposta è si, tutto qui. Il gioco sarà una ripetizione dello stesso enigma e degli stessi combattimenti per tutta la sua durata, sta a voi decidere se questo punto negativo può superare tutti i pregi che vi andremo ad elencare nei prossimi paragrafi.

La modalità fotografia ci permette di realizzare degli screenshot veramente eccezionali

Delirio a occhi aperti

Dopo aver parlato della parte meno riuscita dell’intero gioco, adesso possiamo iniziare a spiegarvi perché, secondo noi, Hellblade andrebbe acquistato. Se nel gameplay il voler rappresentare la malattia mentale ha un po’ “rovinato” la parte ludica del gioco, lo stesso non si può dire per il comparto sonoro, visivo e narrativo. L’intera storia gira intorno alla malattia mentale di Senua rappresentando il suo conflitto interiore la sua “battaglia”,dentro la sua mente, per riuscire a sconfiggere una volta per tutte “l’oscurità” sempre presente nella sua testa. A sublimare il tutto ci pensano le cutscene molto peculiari in cui a volte sembra quasi che Senua rompa la quarta parete e ci parli direttamente, spiegandoci ciò che prova, questo ci fa capire ancora di più i disagi e le paure che la protagonista prova in quel momento, aumentando il grado di empatia. Il rappresentare la malattia mentale ha permesso agli sviluppatori di aggiungere molte cicche al reparto sonoro, come le voci che Senua sente nella sua testa durante tutta l’avventura. A volte queste voci ci aiuteranno altre ci sbeffeggeranno perché ancora non abbiamo superato un determinato ostacolo altre ancora cercheranno di bloccarci dall’andare avanti. Grazie al grande lavoro svolto sul sonoro sembrerà quasi che le voci non siano nel gioco ma nella nostra stessa testa, permettendoci di impersonarci completamente in Senua. Se avete visto almeno un’immagine del gioco, avrete capito che non abbiamo molto da dire sulle ambientazioni, abbastanza variegate fra di loro, sempre ben realizzate e piene di simbolismo (che i giocatori devono essere capaci di cogliere). Se vi aspettavate e volevate un titolo basato sulla storia e che vi possa catturare con un’atmosfera cupa e un mondo crudele, allora Hellblade vi soddisferà pienamente.

Reparto Tecnico

Prima ve li abbiamo solo accennati, adesso però parleremo più approfonditamente del reparto sonoro e grafico, veri punti di forza dell’intero gioco. Come ci viene detto ad inizio gioco, Hellblade sfrutta l’audio 3d binaurale che rende molto più realistiche tutte le voci dentro la testa di Senua. Le musiche sono ben realizzate, sia nelle tracce principali che in quelle secondarie che sentiremo in alcuni combattimenti. Parlando della resa grafica non possiamo esimerci dal fare i complimenti per l’ottimo lavoro fatto dagli sviluppatori, al netto di alcune sbavature(qualche texture non perfetta) l’impatto di insieme di Hellblade è stupefacente. Ancora più stupefacente è il modello della protagonista che, insieme alle animazioni facciali, raggiungono un livello forse mai toccato dal settore. Senua sembra veramente umana e le sue espressioni facciali sono molto realistiche. Se siamo rimasti colpiti positivamente dalla qualità del reparto grafico, l’opposto è successo per le prestazioni. Non fraintendeteci, la versione PC di Hellblade non è un porting di basso livello, le prestazioni sono tutto sommato buone, con una RX 480 e un I5 6500 si riescono a mantenere i 50-60 fps anche con tutti i settaggi al massimo. Il problema sorge in determinate zone in cui l’ottimizzazione praticamente non esiste. Verso la fine del gioco in un’intera zona abbiamo dovuto giocare a 20 fps perché la nostra Gpu non veniva utilizzata, la zone in questione è abbastanza grande e fra enigmi e combattimenti vi prenderà per almeno un’ora, quindi giocare a quel frame rate per tutto questo tempo non è di certo piacevole. Leggendo su Steam sembra che questo problema sia stato riscontrato anche da altri soprattutto da chi possiede delle Gpu AMD. Speriamo sinceramente che una patch futura possa risolvere questo problema, perché fronteggiare una boss battle a 20 fps non è la cosa più piacevole del mondo. Abbiamo notato anche un po’ di tearing (niente che non possa essere risolto con una patch) e alcuni sottotitoli non ben in sync con il parlato.

Confronto tra Preset

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Conclusioni

Dare un giudizio su Hellblade è molto difficile, ogni scelta di gameplay potrebbe essere definita una precisa scelta stilistica degli sviluppatori atta a rappresentare nel miglior modo possibile i sintomi della malattia mentale. Per esempio la ripetitività con cui viene proposto lo stesso enigma può essere identificata con una precisa scelta degli sviluppatori, la semplicità dei combattimenti come un metodo per non distogliere l’attenzione del giocatore dalla cosa più importante del gioco, la storia che il titolo ti vuole raccontare. Ovviamente è chiaro che andando avanti cosi potremo giustificare veramente tutto cosa che non ci sembra giusta, in quanto Hellblade rimane pur sempre un gioco quindi se fallisce nella sua missione ludica questo deve essere comunque fatto notare. Personalmente pur dovendovi far notare la ripetitività e semplicità di fondo del gameplay, ci sentiamo comunque di non bocciarlo perché passate le prime 2 ore di gioco sarete cosi immersi nell’atmosfera del titolo da poter passare sopra queste falle e godervi l’ottima storia che i Ninja Theory sono riusciti a creare. Quindi le problematiche ci sono e rimangono presenti per tutto il gioco ma man mano che giocherete queste perderanno sempre di più di valore volenterosi, come sarete, di scoprire di più sulle vicende di Senua. Concludendo Hellblade è un gioco che vi consigliamo, un interessante viaggio low cost(dato il prezzo di 30 euro) nella mente di Senua che ci farà scoprire cosa si prova a soffrire di malattie mentali.

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