Chi ha seguito lo sviluppo di Europa Universalis IV provando ogni sua espansione, saprà di certo che le fazioni asiatiche sono sempre state ignorate da tutti i DLC. Per rimediare a questa disparità di trattamento, i ragazzi di Paradox Development Studios hanno pensato di rilasciare un’espansione dedicata solo alle nazioni asiatiche, cercando di renderle interessanti da giocare. Ovviamente per attirare anche quelli a cui non interessa il mondo asiatico, sono state aggiunte anche alcune nuove meccaniche che colpiscono tutte le nazioni. Insomma sulla carta potrebbe essere un’ottima espansione ma sarà davvero cosi? Scopritelo nella nostra recensione. Prima di iniziare vogliamo specificare che questa recensione parlerà solo delle feature “principali” dell’espansione a pagamento, quindi per sapere tutte le novità(anche quelle minori) che questa espansione e l’aggiornamento gratuito portano, vi rimandiamo qui dove troverete tutte le novità nel dettaglio.

Le novità generali

Come abbiamo scritto nell’introduzione, questa espansione non aggiunge meccaniche solo alle nazioni asiatiche, ma cerca di portare anche delle novità più generali, che colpiscono tutte le nazioni. Fra queste nuove meccaniche ne abbiamo individuate tre principali che sono; le Ere, la macro per la diplomazia e gli editti. Partendo dalle Ere, queste rappresentano le diverse Età della storia, si passa dalla Era delle scoperte a quelle delle rivoluzioni. Ognuna di queste Ere porta con sé differenti obiettivi da completare, completare questi obiettivi ci permetterà di ottenere più splendore, con cui potremo sbloccare alcuni bonus che dureranno per tutta l’era in corso. Con l’arrivo dell’ Era dell’assolutismo sbloccheremo appunto l’assolutismo, questo valore più sarà alto più ci darà bonus all’efficienza amministrativa e alla disciplina. L’altra grande novità generale è la macro per la diplomazia, che ci permetterà di gestire molto meglio tutte le azioni diplomatiche, grazie a un’interfaccia veloce e chiara. Per capire bene di cosa stiamo parlando vi consigliamo di guardare le immagini qui sotto:

Gli editti sono la meccanica forse più piccola delle tre, ma anche quella che utilizzerete di più. Questi editti potranno essere attivati in tutti gli stati sotto il nostro possesso, e, al costo di un aumento del 200% delle spese amministrative, ci daranno differenti bonus; come l’aumento del trade power in tutto lo stato, l’abbassamento dell’unrest e molto altro. Vi sarete accorti che non abbiamo mosso alcuna critica a nessuna di queste meccaniche, il motivo è che non ci sono delle grosse critiche da fare. Gli editti e la macro per la diplomazia sono delle aggiunte ottime a cui non abbiamo trovato punti critici, soprattutto perché non rivoluzionano il gioco ma semplicemente rendono la nostra nazione più gestibile. Discorso diverso per le Ere a cui qualche critica possiamo muovere, per esempio sugli obiettivi da completare, che sono unici per tutto il mondo non tenendo conto delle differenze che ogni parte del globo ha. Quindi ci ritroveremo nell’Era delle riforme con l’obiettivo diventa protestante, cosa molto difficile se noi siamo i Ming. Inoltre gli obiettivi delle Ere ci costringono a seguire certe vie, per esempio se siamo la Spagna e vogliamo rimanere cattolici, questo ci metterà in svantaggio rispetto ai protestanti, che nell’Era delle riforme avranno un obiettivo già sbloccato.

In totale ci sono 4 Ere, ognuna con i suoi obiettivi da completare

Dalla Cina con furore

Se prima vi piaceva giocare le nazioni asiatiche adesso le apprezzerete di più, infatti questa espansione riesce a portare delle reali novità a tutte le principali nazioni dell’asia. Quelle che ottengono di più sono i Ming e le nazioni giapponesi, grazie all’aggiunta di due nuove meccaniche: L’Impero cinese e lo shogunato giapponese. L’Impero cinese andrà a ricalcare quello che è il Sacro Romano Impero in Europa, ma con delle sostanziali differenze. La prima è che l’imperatore non si vota quindi per ottenere il titolo si deve eliminare l’attuale imperatore(ad inizio gioco i Ming), la seconda è la struttura stessa dell’impero, infatti in quello cinese tutte gli appartenenti all’impero saranno stati tributari dell’imperatore, a cui dovranno versare dei tributi(che potranno essere soldi, manpower o punti monarchici) annuali per ottenere la sua protezione e non essere attaccati. Il sistema delle riforme funziona in modo simile a quello del Sacro Romano Impero, cambia solo il nome dei punti che ci serviranno per fare le riforme. Oltre alle riforme potremo attuare anche dei decreti, che dureranno 10 anni e ci daranno differenti bonus.

Queste sono tutte le riforme e i decreti che potremo fare come imperatore cinese

In Giappone i cambiamenti ci sono ma sono meno grandi rispetto ai Ming. Rimane invariata la figura dello Shogun mentre cambia lo status dei nostri vassalli, che adesso diventano Daimyo. Questo cambiamento da allo Shogun molte più azioni possibili, potrà per esempio far commettere suicidio a un Daimyo, prendere dello sviluppo dalle terre vassalle e tante altre nuove possibilità, che rendono l’essere Shogun molto più interessante. Altra novità è la meccanica dell’isolazionismo, che ci farà decidere se aprire le nostre porte agli stranieri oppure no. Questo ci darà differenti bonus, e potrà essere cambiato tramite le decisioni che prendiamo in certi eventi. L’Impero cinese è sicuramente una buona idea ma rende i Ming veramente troppo forti, il titolo sarà sempre nelle loro mani in quanto nessuno in Asia(ma anche in Europa) è abbastanza forte da batterli. I Ming si trasformano adesso in dei veri e propri schiacciasassi, quasi impossibili da arginare a meno che l’IA non gli gestisca veramente male. Se però non avete grandi ambizioni nel breve periodo, l’essere uno stato tributario dei Ming vi permetterà di espandervi nei territori degli altri tributari senza far arrabbiare l’imperatore. In questo modo potrete aumentare le vostre forze e eliminare i Ming più avanti.

Gli editti possibili in ogni stato sono veramente molti

Conclusioni

Mandate of Heaven è un’espansione grande e interessante, ma purtroppo anche con parecchie pecche. Le Ere potevano essere gestite meglio con obiettivi diversi a seconda del luogo, l’Impero Cinese va troppo a vantaggio dei Ming, trasformandoli in una potenza impossibile da fermare, le novità che colpiscono tutte le nazioni non riescono a rivoluzionare il gioco e altro. In generale comunque le nuove aggiunte ci sono piaciute, anche se non sono bastate per farci ritornare la voglia di rigiocare a Europa Universalis IV, dopo che già ci abbiamo passato più di 500 ore. Insomma un’espansione che non riesce a rivoluzionare totalmente il gioco, ma che diventa quasi un must have se vi piacciono le nazioni asiatiche. Purtroppo l’intera espansione viene rovinata dal suo prezzo, 20€ sono veramente troppi per quello che offre, capiamo che oramai questa è una costante della Paradox, ma secondo noi non si può spendere un prezzo cosi alto per avere cosi poco. Questo ha abbassato di molto il nostro voto su questa espansione, che sarebbe stato sicuramente più positivo, ma che abbiamo dovuto abbassare per il basso rapporto contenuto/prezzo.

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