Quando si parla di JRPG quasi tutti conosciamo serie famose come Final Fantasy o Dragon Quest, ma veramente in pochi conoscono tutto quel sottobosco di giochi che sono veri e propri titoli di culto per una schiera di appassionati ma che in tante occasioni vengo rilasciati solo sul suolo nipponico. Tra i JRPG meno noti ai più sicuramente c’è la serie di Atelier, una saga di lungo corso che per la prima volta sbarca anche su PC con l’ultima incarnazione dal titolo Atelier Sophie: Alchemist of the Mysterious Book. Questa particolare saga targata Koei Tecmo a differenza dei colleghi visti sul mercato, non propone viaggi epici o insidiose avventure nel tentativo di salvare la principessa, ma si concentra sulla vita quotidiana di un gruppetto di personaggi ed ha come fulcro principale un negozio dove svolgere le proprie attività.

Storia

Atelier Sophie non fa eccezione e ci mette nei panni della giovane Sophie Neuenmuller, una ragazza che lavora in un negozio di Alchimia ereditato dalla defunta nonna e il cui sogno è quello di divenire una grande alchimista. La storia ha inizio quando la ragazza per sintetizzare una medicina cerca aiuto per la ricetta tra i vecchi libri della nonna, perché indovinate un po’ non è questa grande cima nella materia, quando tutto d’un tratto scopre un misterioso tomo magico in grado di parlare e volare. Questo magico libro rivela alla ragazza di aver perso la memoria e che potrebbe aiutarla con l’apprendimento dell’alchimia. La storia prende il via quando la ragazza, spinta dal suo buon cuore, decide di aiutare il libro a riacquistare i propri ricordi perduti per farlo ritornare alla sua forma originale. La durata media della campagna si attesta intorno alle 30 ore, che aumentano di molto laddove si volessero completare le numerose attività secondarie proposte da gioco.

Gameplay

Come è possibile intuire l’alchimia ha un ruolo centrale nel gioco, infatti man mano che si prosegue per l’avventura sarà possibile sbloccare sempre più ricette con le quali creare una varietà molto grande di oggetti di tutti i tipi. Da segnalare che in ogni momento il giocatore potrà aprire il menu e verificare dal ricettario cosa manchi per poter sintetizzare nuovi oggetti ma soprattutto le azioni da eseguire per renderle utilizzabili, poiché alcune ricette potranno essere sbloccate soltanto previa acquisto di un particolare oggetto o abbattendo determinati mostri o compiendo azioni complementari durante la partita. Ma non finisce qui poiché ogni ricetta sarà influenzata dal livello alchemico di Sophie, che aumenta ad ogni nuova sintesi, e dalla qualità degli oggetti usati. Dunque un sistema complesso e variegato che gira intorno alla volontà del giocatore di reperire oggetti di gioco rari lungo il suo percorso per creare oggetti sempre più potenti. Per quanto riguarda il sistema di combattimento, Atelier Sophie: Alchemist of the Mysterious Book utilizza un sistema  classico di scontri a turni non casuali che comprende un party composto da quattro elementi disposti su diverse linee. In questo particolare sistema di combattimento il giocatore sarà chiamato a decidere se posizionare i primi elementi del party in posizione offensiva o difensiva, dove nella prima modalità i tre personaggi potranno concatenare i propri attacchi per formare devastanti combo, mentre nella seconda ogni personaggio attiverà le proprie abilità al fine di proteggere se stesso o un compagno dagli attacchi nemici; ciascuna delle due varianti di gioco permette il progressivo riempimento di una speciale barra chiamata “Chain Link”, che una volta riempita permette ai membri del party in posizione offensiva di sferrare potenti attacchi finali. Ultima considerazione sul gameplay va alla meccanica dell’alternanza giorno-notte, la quale influenza pesantemente le attività che il giocatore può compiere durante la giornata, infatti alcuni NPC potranno essere consultati solo durante alcune ore specifiche della giornata o addirittura soltanto in alcuni giorni della settimana.

Comparto Tecnico

Se dal punto di vista narrativo e di gamplay Atelier Sophie si dimostra un gioco accettabile, è da quello del comparto tecnico che il gioco mostra tutte le sue carenze. Va premesso però che il gioco è un porting console già nato vecchio, in quanto in Giappone il titolo è uscito sia su Playstation 3 che su Playstation 4. Detto ciò il titolo offre al primo avvio una configurazione troppo minimale che si limita alla sola possibilità di poter scegliere la risoluzione, la qualità delle ombre e l’anti aliasing. Anche i frame rate ha qualche problema poiché se nella maggior parte dei casi il gioco va a più di 60 frame per secondo in diverse situazioni questo cala vertiginosamente, in particolare tale problema si manifesta durante la transizione da uno scenario ad un altro o all’interno dei menu. Per quanto riguarda la conta poligonale questa è di ottima fattura per quanto riguarda i modelli dei personaggi, invece gli scenari sono poveri e ripetuti con alcuni casi di texture in bassa risoluzione. Infine il sonoro è di buon livello e presenta la doppia lingua doppiata in inglese e giapponese. Vi ricordiamo inoltre che il gioco è completamente in inglese anche se di facile comprensione.

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