Di quando metteremo le mani su Dying Light 2 non se ne sa più niente – nonostante sarebbe dovuto uscire questa primavera – e con il Covid-19 in giro può darsi che le cose rallenteranno ancora di più, tuttavia, ciò non impedirà agli sviluppatori di parlare del proprio gioco quando lo riterranno opportuno.

E proprio di recente, il rendering director Tomasz Szałkowsk, ha parlato in una intervista con OPM di come il ray tracing impatterà la grafica del gioco e persino l’atmosfera.

Anzitutto, questo è il loro titolo più grande che abbiano mai sviluppato sul loro motore C-Engine, ed è per loro importante raggiungere le loro ambizioni in termini di grafica che si sono prefissati. Proprio per questa ragione stanno implementando in Dying Light 2 il raytracing, con la collaborazione di Nvida (su PC).

Inoltre, verrà sfruttato il raytracing per gestire le ombre e gli effetti di illuminazione globale, e sarà usato per migliorare gli effetti di occlusione ambientale. Quest’ultimo effetto ne gioverà in quanto non sarà soggetto alle classiche limitazioni dell’occlusione ambientale standard,ovvero tenendo conto solamente degli elementi presenti su schermo.

Gli sviluppatori stanno poi facendo esperimenti nelle Dark Zone, zone molto importanti ai fini del gioco, testando l’illuminazione secondaria, ovvero quella derivata dai riflessi sulle superfici da parte di illuminazioni artificiali, come la torcia del protagonista. A detta di Tomasz, ciò renderà queste zone molto più intense, beneficiando dunque sulle atmosfere.

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